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Riccardo Cotarella per una nuova doc dell'Orvieto

Prosegue la sperimentazione del "Consorzio tutela dei vini" al fine di intervenire sul disciplinare che trasformerà l'anima dei nostri bianchi. Come? Lo abbiamo chiesto all'enologo di fama mondiale...

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di Stefania Tomba

ORVIETO - Verso una nuova doc per l'Orvieto. Prosegue a passo spedito la sperimentazione promossa dal "Consorzio tutela dei vini" al fine di intervenire sul disciplinare che trasformerà l'anima dei nostri bianchi. Come? Lo abbiamo chiesto all'enologo di fama mondiale Riccardo Cotarella all'indomani della riunione della Commissione tecnica, da lui presieduta, che ha ricevuto incarico dal Consorzio di individuare, fermo restando la predominanza del Grechetto, i vitigni complementari in grado di conferire freschezza e fragranza all'Orvieto.

"Sotto la guida del Consorzio la maggior parte delle aziende associate stanno conducendo una sperimentazione su diverse varietà di vitigni: procanico, trebbiano, grechetto, chardonnay, savignon, viogner e traminer. L'obiettivo è quello di arrivare a una nuova doc che rifletta maggiormente il territorio di produzione e le sue uve. E che sia anche in grado anche di fare da traino, in termini di visibilità e di immagine, all'Orvieto. I risultati della sperimentazione puntano, infatti, a consolidare l'immagine dell'Orvieto classico quale vino di grande prestigio". La sperimentazione solitamente richiede diversi anni. Quando si scriverà il nuovo disciplinare?
"È nostra intenzione prendere una decisione entro l'anno. Dunque i tempi sono stretti e richiedono un lavoro intenso. Ma grazie all'alta operosità del Consorzio, la disponibilità di tutte le aziende che hanno compreso appieno l'importanza delle sperimentazioni e la disponibilità di Arusia che impiega generosamente le proprie risorse tecniche e umane, entro il mese di dicembre dovremmo essere in grado di fornire risposte concrete a chi chiede di impiantare nuovi vitigni. Tra questi, sicuramente, il Grechetto preponderante (40%) all'interno del nuovo disciplinare. Una decisione, questa, che conferirà al vino maggiore personalità e struttura. Ora si tratta di individuare le varietà complementari da inserire all'interno disciplinare, non ultimo anche sulla base dei più recenti orientamenti del gusto. Un gusto che, negli ultimi tempi, si è sempre più orientato verso vini bianchi freschi, fruttati e, al contempo, ricchi di struttura. Sarà questo il nuovo Orvieto".

Pubblicato il: 03/02/2005

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