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Anziani umbri. 14.000 non sono autosufficienti

Il punto sulla situazione degli anziani in Umbria attraverso importanti dati statici. La risposta alla non autosufficienza sono le cure domiciliari. Formazione di "comunicatori"

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Gli umbri "conquistano" sempre più anni di vita e la Regione si attrezza per  assicurare servizi calibrati sulle nuove esigenze: è il senso del seminario "Anziani in Umbria" che si è svolto il 31 gennaio a Perugia su iniziativa della Direzione sanitaria regionale.
 "L'incontro - ha spiegato l'assessore alla Sanità Maurizio Rosi - servirà a fare il punto sulla situazione degli anziani in Umbria e programmare i servizi sulla base, non di ipotesi, ma di dati statici. Tutte le iniziative della Regione - ha aggiunto l'assessore - sono finalizzate a migliorare la vita dei cittadini con risposte adattate alle loro esigenze, ma anche ad investire le risorse pubbliche in modo corretto, limitando le spese alle reali necessità di una popolazione che invecchia sempre di più. È quindi fondamentale - ha detto - affrontare il problema della non autosufficienza rendendo più accessibili le cure domiciliari e nelle residenze protette e riducendo al minimo l'ospedalizzazione".
La non autosufficienza delle persone in età avanzata e l'ospedalizzazione sono state oggetto di due indagini statistiche condotte dall'"Osservatorio per la salute degli anziani" e dal Dipartimento di statistica della facoltà di scienze politiche dell'Università di Perugia, dalle quali emerge come entrambi i fenomeni assumano dimensioni rilevanti, destinate ad aumentare in futuro.
In particolare, i primi risultati dello studio sulla "non autosufficienza della popolazione anziana in Umbria", evidenziano  la necessità delle cure domiciliari: "Grazie ad una tecnica di analisi statistica basata sui dati dell'indagine multiscopo Istat del '99-2000 - ha detto il preside della facoltà di scienze politiche di Perugia, Giorgio Montanari - nel 2005  possiamo valutare in Umbria una presenza di circa 14 mila anziani non autosufficienti, che corrisponde a circa il 7 per cento della popolazione anziana complessiva. 
"Il dato è destinato ad aumentare nei prossimi 10 anni con una previsione che va oltre 8%." La maggior parte degli intervistati coinvolti nello studio, la cui età era superiore ai 65 anni, ha dichiarato di non essere in grado di svolgere le attività essenziali per la cura personale, come vestirsi, scendere e salire dal letto. Malgrado ciò tutti vivevano nella propria abitazione, circa il 25 per cento da solo e il 40 per cento con un coniuge anziano. "Se la situazione rimarrà stazionaria è evidente - ha concluso Montanari - che in futuro il problema della non autosufficienza sarà sempre più pressante". I dati sull'ospedalizzazione non sono più incoraggianti: complessivamente nel 2002 i ricoveri sono stati 168 mila 925, di questi circa il 43 per cento riguardavano anziani che accusavano patologie legate al sistema circolatorio, tumori e malattie dell'apparato respiratorio, scheletrico e digerente. I maschi risultano essere ospedalizzati in particolare tra gli "acuti", quindi per patologie gravi, mentre i ricoveri delle donne registrano tassi superiori nella riabilitazione. La classe di età dei soggetti più ospedalizzati risulta compresa tra gli 80 e 84 anni. Tra gli obiettivi del "Patto per la salute degli anziani" - hanno spiegato i sindacalisti di Ggil, Cisl e Uil Pensionati - c'è anche quello affrontare queste problematiche. In particolare il corso di formazione per "La salute consapevole" ha permesso di formare 67 soggetti di età compresa tra i 60 e 65 anni che "comunicheranno" ad altre persone che si trovano nella loro stessa condizione, come vivere meglio il disagio fisico stando nella propria casa e come fruire al meglio  dei servizi sanitari".


Pubblicato il: 01/02/2005

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