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'Processionaria' all'attacco dei pini.

Interventi della Comunità Montana in vaste zone, dal Monte Peglia fino a Villalba. Cosa accade e come intervenire per limitare i danni

Cronaca

La Comunità Montana ha dato avvio ad interventi per fronteggiare l’esteso attacco di processionaria del pino che ha colpito vaste superfici forestali a partire dal Monte Peglia (San Venanzo) sino a Villalba (Allerona).
La presenza della processionaria – così definita per la caratteristica disposizione assunta dai bruchi del lepidottero al momento della loro discesa dalle piante sul terreno in primavera – risulta ben visibile durante la stagione invernale, allorché le “rughe”, per resistere alle basse temperature, si raggomitolano all’interno di bianchi nidi sericei posti generalmente sulle parti terminali dei rametti di resinose, a prevalenza di pino nero e pini mediterranei, da cui fuoriescono nelle tiepide giornate invernali per nutrirsi delle foglie aghiformi.
Gli interventi eseguiti dagli operai forestali della Comunità Montana consistono nella raccolta manuale e distruzione dei nidi e, ove questi non sono facilmente accessibili, mediante sparo di cartucce che distruggono il nido provocando indirettamente la morte delle larve di processionaria per i rigori invernali e le basse temperature.
La vastità dell’attacco in atto impedisce la possibilità di interventi sull’intero territorio, come pure sono sconsigliabili i trattamenti chimici che potrebbero avere conseguenze ben più gravi sull’ambiente.
La defogliazione provocata dalla processionaria difficilmente può determinare la moria dei soprassuoli, mentre è più temibile nel caso di piante isolate (vedi il caso di alberature nei giardini), ove sarà opportuno operare a debite distanze o muniti di maschere per evitare il contatto con i prodotti urticanti delle larve.
L’invasione di tali insetti defogliatori, da non confondere con la processionaria delle querce, assume andamenti ciclici che possono essere prevenuti o attenuati favorendo la mescolanza specifica dei popolamenti forestali, la biodiversità degli ambienti naturali, la scelta di specie idonee per i rimboschimenti e la diffusione di predatori (formica rufa, cince, cuculo, ecc.).
Gli interventi della Comunità Montana riguarderanno essenzialmente aree demaniali, mentre i privati potranno comunque ricorrere all’Ente montano per avere indicazioni sulle modalità ed i tempi da rispettare per la lotta all’indesiderato lepidottero defogliatore.

Pubblicato il: 13/02/2003

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