Progetto anziani, il documento integrale del Prc
Il progressivo invecchiamento della popolazione, è una delle tematiche più grandi e complesse che le società moderne si trovano ad affrontare.
Il modello di sviluppo neo-liberista, decisionista ed efficientista, infatti, si misura con difficoltà con il passaggio da una "società di vita di lavoro" ad una "società di tempo di vita oltre l'età di lavoro", in cui l'invecchiamento soggettivo, individuale, si è modificato in invecchiamento strutturale, che caratterizza l'intera società, che in conseguenza di ciò deve riconsiderare le regole, ridisegnare le politiche del lavoro, del pensionamento, della produzione, del consumo, della cultura, dell'assistenza; l'elaborazione di un progetto politico-sociale che permetta agli anziani di essere parte integrante, a tutti gli effetti, del tessuto sociale.
La crisi del modello neo-liberista, sia come impianto ideologico che come modello generale di politica economica e sociale, si spinge verso uno scenario "realista" in cui lo stato di necessità imposto dalla competizione internazionale tende a ridisegnare al ribasso il sistema dei diritti, delle condizioni di lavoro, del salario, della coesione sociale, spingendo verso l'esclusione le fasce più deboli della popolazione.
In questo senso, il tema della tutela della popolazione anziana, è un tema delicato e complesso perché non può essere scisso dalle più complessive politiche sociali, sanitarie, e socio assistenziali, nazionali e locali.
Così come - nella sua trattazione - non si può prescindere da una più generale visione del tema del welfare, di cui la popolazione anziana - e soprattutto quella non autosufficiente - è parte, alla stessa stregua di tutte le categorie portatrici di disagio e di diversa abilità, della cui tutela un governo di sinistra si deve porre come garante, affrontando le relative problematiche sotto il duplice aspetto sanitario e sociale, promuovendo la costante e stretta relazione fra i due aspetti, coinvolgendo sistematicamente i differenti soggetti nella elaborazione delle strategie, utilizzando lo strumento della co-progettazione, e della gestione partecipata.
E' un dato incontestabile che la nostra società vada verso un progressivo invecchiamento, e passerà (fonti ISTAT) nel nostro territorio (Orvietano) dal 26% circa del 2000, al 29% circa (dati del piano sanitario regionale) nel 2005 con una popolazione di ultra-sessantacinquenni di circa 12.200 persone, il dato più elevato sia nella media regionale che nazionale. ( il 23% - il 18%)
Inoltre, ad un aumento dell'invecchiamento della popolazione, non si associa una posticipazione dell'età della insorgenza della disabilità (quindi aumenta la quantità di anni che l'anziano vive in condizione di disabilità), ed in più, si accompagna ad un aumento dei nuclei familiari rappresentati dal solo anziano oltre i 65 anni ( 14,5% nel territorio della ASL di Terni), con grande percentuale di dislocazione in case sparse ed in campagna.
Tutti questi elementi mettono in evidenza la complessità del tema e la necessità di affrontarlo dal punto di vista sociale e sanitario, coscienti che esiste un terreno socio-sanitario e socio-assistenziale in cui la stretta collaborazione dei diversi soggetti e comparti economici è fondamentale per ottimizzare gli interventi ed individuare le soluzioni più adeguate al ben-essere del cittadino anziano ma anche del suo contesto familiare; tanto più in presenza di una separazione netta a livello legislativo dei comparti sanità e sociale, che se da una parte riconosce al comparto "sociale" una autonomia ed un valore maggiore rispetto al passato, dall'altro richiede uno sforzo di concertazione e co-gestione particolarmente rilevante proprio per il carattere di forte integrazione fra i due settori.
Tutto ciò premesso, il Partito della Rifondazione Comunista ritiene che una corretta politica riferita alla popolazione anziana, che metta al centro l'individuo ed il complesso delle sue esigenze, debba considerare come prioritarie tutte le azioni tese
1. al maggior prolungamento possibile del tempo di vita dell'anziano all'interno del proprio nucleo familiare, attraverso azioni di sostegno alla famiglia mirate al sollievo da eventuali oggettive difficoltà che la stessa può incontrare (per condizioni economiche difficili, per difficoltà materiali, culturali o di specifica preparazione medica o psicologica), che non si limitino ai soli contributi finanziari (pure fondamentali), diretti alle famiglie, all'anziano, o indiretti attraverso agevolazioni varie per l'utilizzazione dei servizi pubblici.
Funzionalmente alla realizzazione di questo obiettivo, le azioni dei governi locali (e certamente del governo centrale) debbono operare scelte politiche finalizzate alla
Attivazione e potenziamento di tutti i servizi di integrazione sociale, programmi di prevenzione e promozione della salute; riconosciuto e sostenuto il valore dei centri sociali; debbono essere oggetto di adeguate forme di sostegno anche finanziario, tutte le azioni indirizzate al miglioramento della qualità delle relazioni interpersonali della popolazione, non soltanto - quindi - quella anziana;
Vanno potenziati i servizi di sostegno all'accesso dei servizi sanitari, sociali e che attengono alla sfera della soggettività quotidiana, anche attraverso un adeguato riconoscimento e sostegno alle associazioni del volontariato ed i gruppi di auto mutuo aiuto, che sono in grado di attivare una rete di solidarietà e di assistenza, soprattutto in direzione degli anziani soli;
Vanno previste azioni di formazione del personale addetto alla cura ed all'assistenza dell'anziano in famiglia (badanti - care giver) ed attivato adeguatamente il patto di cura;
Una importanza fondamentale e strategica in questa direzione assume l'Assistenza Domiciliare Integrata, la continuità assistenziale ed il governo clinico, sostenendo il ruolo del distretto sanitario, che deve trovare adeguato sostegno, finanziamenti e centralità nelle scelte politiche;
2. alla individuazione e realizzazione di strutture di tipo residenziale indirizzate a tutta quella popolazione che per un'infinità di motivi (non ultima una scelta autonoma dello stesso soggetto anziano, anche in presenza di un nucleo familiare in grado di accoglierlo), che rispondano alle esigenze degli anziani autosufficienti, parzialmente non autosufficienti, totalmente e gravemente non autosufficienti.
Anche in riferimento ai parametri individuati nel Piano Sanitario Regionale '99/2002, il Partito della Rifondazione Comunista, ritiene prioritaria la realizzazione di una rete diffusa di case famiglia e strutture residenziali, a cui vanno affiancati centri diurni, a disposizione della popolazione anziana autosufficiente o parzialmente non autosufficiente, all'interno dei centri storici dei Comuni dell'Ambito Territoriale, adeguatamente dimensionati alla popolazione anziana effettivamente residente in quei centri.
Per quanto riguarda il territorio del Comune di Orvieto, riteniamo che si debbano realizzare le seguenti strutture per anziani autosufficienti e parzialmente non autosufficienti:
a) 1 centro diurno per almeno 20 posti, integrato da una struttura di casa famiglia di 5 nuclei di 4 posti ciascuno da realizzarsi nello stabile noto come ex-pediatria.
b) Individuare alcuni gruppi appartamento in stabili di proprietà comunale, sempre nel centro storico di Orvieto.
c) Compatibilmente con le risorse economiche, anche nelle frazioni andrebbero individuati almeno alcuni gruppi appartamento.
In riferimento invece alla popolazione anziana gravemente non autosufficiente, non bisognosa di cure sanitarie continuative, ma non altrimenti assistibili al proprio domicilio, la realizzazione in tempi brevissimi, di una residenza protetta, nell'area di Ciconia, convenzionata per il totale della capienza, consistente in 60 posti di residenza protetta, inclusi eventualmente alcuni posti per malati di alzheimer, più 20 posti di diurno riabilitativo.
E' fondamentale che tale struttura mantenga la sua fisionomia interamente pubblica.
In merito poi ad una residenza sanitaria assistenziale, indirizzata ad anziani non autosufficienti, bisognosi di cure sanitarie continuative e non assistibili a domicilio, si può condividere la individuazione presso un'ala non altrimenti utilizzabile, o utilizzata, del presidio ospedaliero, proprio in funzione della alta incidenza di assistenza sanitaria che le particolari esigenze dei pazienti, in questo caso, richiedono.
Va però sostenuto con forza che tale soluzione non può essere attuata attraverso un decurtamento dei posti letto attualmente utilizzati nei differenti reparti; così come è indispensabile che la realizzazione di una R.S.A. interna al presidio Ospedaliero preveda anche un adeguato potenziamento del personale medico, infermieristico, assistenziale ed educativo.
Va inoltre riaffermato con forza che all'interno dei piani sanitario e sociale regionale, vengano potenziati i fondi a disposizione del Comune di Orvieto e dei Comuni dell'Ambito Territoriale per l'integrazione delle rette in tutte le strutture residenziali, a favore della popolazione effettivamente bisognosa.
Pubblicato il: 22/01/2005