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Durissimi i sindacati contro il San Domenico Savio

Siamo sconcertati, gridano all'unisono il segretario della Camera del lavoro Maria Rita Paggio e il segretario della Cisl Raffaele Trentini, per quanto attiene l'ipotesi di licenziamento del personale e più in generale per le condizioni in cui sembra versare l'Istituto...

di Stefania Tomba

ORVIETO - Durissimi i toni delle organizzazioni sindacali contro i provvedimenti ventilati dal presidente dell'Istituto San Domenico Savio di Monterubiaglio, messo in ginocchio da un buco di oltre 93 mila euro. "Siamo sconcertati - gridano all'unisono il segretario della Camera del lavoro Maria Rita Paggio e il segretario della Cisl Raffaele Trentini - per quanto attiene l'ipotesi di licenziamento del personale e più in generale per le condizioni in cui sembra versare l'Istituto".

"Non si capisce - aggiungono - come sia possibile arrivare ad uno stato di tale dissesto finanziario senza che siano stati presi i provvedimenti per garantire la funzionalità della struttura che ospita oltre ad anziani anche una residenza psichiatrica e, soprattutto, come si possa pensare di risolvere tutti i problemi a scapito dei lavoratori, ipotizzando licenziamenti in tronco ed eventuali parziali riassunzioni con modalità e criteri arbitrari".

A restare a piedi, a causa dei mancati trasferimenti da parte di Usl e Comune e a causa delle cifre sborsate negli anni per i lavori adeguamento della struttura,  sarebbero 16 dipendenti, oltre ovviamente a 29 assistiti, tra cui 12 con handicap mentale. Le parti sindacali esprimono sdegno e definiscono antisindacale l'atteggiamento con cui sarebbe stata trattata l'intera vicenda dell'Istituto di beneficenza di Don Marzio Miscetti che li vede, secondo quanto dichiarato - da tempo in attesa di essere convocati.

"Si è ritenuto - proseguono - di avere tempo per formulare ipotesi di riorganizzazione gravemente lesive dei diritti dei lavoratori e di non averne invece per affrontare l'intera vicenda al tavolo negoziale". Per la seconda volta Cgil e Cisl intervengono in maniera forte e decisa sul tema dell'assistenza agli anziani, un problema che, per l'intero territorio orvietano, non è più derogabile. "Come già affermato in occasione del trasferimento degli anziani ospiti dell'Istituto Piccolomini Febei - concludono -  è necessario che le istituzioni si facciano carico, al più presto, della definizione di un progetto complessivo rispetto alle politiche socio assistenziali, in particolare a favore degli anziani da portare al confronto delle organizzazione sindacali e dei cittadini".

Il tema resta caldo e i toni diventano addirittura caustici. Nella serata di ieri intanto il partito della Rifondazione comunista di Orvieto ha voluto offrire il proprio contributo al progetto, attualmente  in via di definizione da parte dell'assessorato comunale, presentando alla città alcune linee guida.   

Pubblicato il: 21/01/2005

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