Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

In ginocchio il San Domenico Savio

La situazione è ormai sull'orlo del precipizio. Le banche hanno bloccato i fidi. Entro fine mese l'Istituto provvederà al licenziamento in tronco del personale. In più i Nas e la Ausl hanno ingiunto indispensabili interventi di ristrutturazione. L'intera faccenda, adesso, è sulla scrivania di uno studio legale...

di Stefania Tomba

 

ORVIETO - Un buco di 93 mila euro mette in ginocchio la gestione dell'Istituto "San Domenico Savio" costretto, per giunta, dai controlli sanitari e dei Nas a urgenti interventi di ristrutturazione. La crisi che investe l'assistenza agli anziani su tutto il territorio orvietano, e che ha comportato anche il recente trasferimento degli ospiti del Piccolomini, non risparmia l'istituto di beneficenza frutto del lascito di don Marzio Miscetti. "È dal mese di luglio - afferma il presidente del consiglio di amministrazione del centro socio-assistenziale, Marcello Tomassini -  che il Comune di Orvieto e la Asl non versano più le rette integrative di spettanza pubblica per compensare i costi delle case di assistenza destinate agli anziani che sono convenzionate con la Regione".

 

La situazione è ormai sull'orlo del precipizio. Le banche hanno bloccato i fidi. Entro fine mese l'Istituto provvederà al licenziamento in tronco del personale. Dei sedici dipendenti si prevede il reintegro soltanto per otto, nove persone. In più i Nas e la Ausl hanno ingiunto indispensabili interventi di ristrutturazione. L'intera faccenda, adesso, è sulla scrivania dello studio legale Venturi chiamato a fare da intermediario con la Curia, proprietaria dell'immobile, a cui il San Domenico Savio versa una locazione mensile di mille euro. La gestione del centro punterebbe ad ottenere un fido bancario oltre che condizioni migliori nel contratto d'affitto, che fissa a carico dell'Istituto anche le spese per la manutenzione straordinaria. Spese che nel corso degli anni sono arrivate fino alla cifra di 250 mila euro.

 

In alternativa tra le proposte ventilate dal cda c'è quella di inoltrare domanda in Regione per ottenere il riconoscimento di Fondazione.

 

Pubblicato il: 20/01/2005

Torna alle notizie...