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Falso ingenere, inizia la conta dei danni

Tecnici a lavoro ieri mattina al quarto piano del palazzo comunale per tirar fuori dai cassetti ogni singola pratica che vede impresso il timbro del presunto falso ingegnere che per anni avrebbe esercitato la professione senza mai, a quanto pare, aver conseguito la laurea. Ha avuto inizio così, a due giorni dallo scandalo che ha investito la città del Duomo, la prima ricognizione dei lavori da revisionare per gli uffici tecnici e urbanistici del Comune...

di Stefania Tomba

ORVIETO - Tecnici a lavoro ieri mattina al quarto piano del palazzo comunale per tirar fuori dai cassetti ogni singola pratica che vede impresso il timbro del presunto falso ingegnere che per anni avrebbe esercitato la professione senza mai - a quanto pare - aver conseguito la laurea. Ha avuto inizio così, a due giorni dallo scandalo che ha investito la città del Duomo, la prima ricognizione dei lavori da revisionare per gli uffici tecnici e urbanistici del Comune.

Solo il rumore delle carte è quello che trapela dai palazzi che contano. Da ieri sulla vicenda è calata la massima riservatezza. È il vicesindaco Carlo Carpinelli a spiegare che "sono in corso tutte le verifiche del caso". "Saranno poi i nostri legali - prosegue - a stabilire quali dovranno essere i provvedimenti da adottare per tutelare la pubblica amministrazione". E in questo senso il Comune si sarebbe già mosso, richiedendo la consulenza dello studio Venturi.

Nulla trapela ufficialmente sulle eventuali azioni intraprese da parte del giovane "ingegnere" che, dal giorno della Befana, è praticamente impossibile raggiungere telefonicamente. I numeri forniti in elenco - compreso il portatile - restano muti. E non è chiaro ancora se il fascicolo in Procura sia stato ufficialmente aperto. In particolare sarà da vedere l'esatta iscrizione al registro degli indagati. Per il quarantenne orvietano si potrebbe ipotizzare, infatti, non soltanto il falso ideologico e l'esercizio abusivo della professione, ma anche la truffa. A rischio, intanto, restano centinaia di consulenze. I lavori svolti per il Comune (nessuno a quanto pare in fase di collaudo) non sarebbero infatti che la minima fetta della fiorente attività del presunto falso professionista. Ingegnere di grido, avrebbe collaborato con molte istituzioni e società, arrivando a fare calcoli antisismici per la ricostruzione e per gli adeguamenti dei progetti relativi alla recente legge che ha fatto entrare l'Orvietano nelle aree a rischio. Ed anche ad apporre la propria firma sui calcoli statici degli immobili all'impianto industriale de Le Crete ed a fornire consulenze a decine e decine di privati. Adesso, se la magistratura dovesse confermare l'intera vicenda, a scattare sarebbero autentiche raffiche di verifiche e sanatorie per un giro di milioni delle vecchie lire.

"Mi auguro che almeno abbia fatto un buon lavoro" - ha commentato amaro l'ingegnere Alberto Franceschini, presidente dell'Ordine degli ingegneri della provincia di Terni - così la verifica sarà più semplice e meno onerosa". Ma su questo in molti sembrerebbero pronti a mettere una mano sul fuoco. In quindici anni circa di attività, mai un cedimento. Lo confermano a bocca aperta le parole di  "colleghi", architetti e tecnici con cui il presunto falso ingegnere ha lavorato fianco a fianco. E proprio l'estrema perizia e competenza puntualmente dimostrata gli avrebbe consentito di passare inosservato malgrado i pochissimi esami che, pare, siano ufficialmente segnati sul suo libretto di matricola universitaria.

Pubblicato il: 08/01/2005

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