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Anziani, fuori dalla Rupe o sulla Rupe

Il dibattito in città sulla destinazione di una residenza destinata alla terza età non è mai stato tanto aperto come in questo inizio d'anno, che ha costretto gli anziani del Piccolomini Febei al trasferimento nel centro di Montegabbione. Così mentre in tanti sostengono di volerli in città, scopriamo che il loro futuro si divide tra lo Scalo e le campagne di Ciconia...

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di Stefania Tomba

ORVIETO - Anziani, fuori dalla Rupe o sulla Rupe. Il dibattito in città sulla destinazione di una residenza destinata alla terza età non è mai stato tanto aperto come in questo inizio d'anno che ha costretto gli anziani del Piccolomini Febei al trasferimento nel centro di Faiolo, a Montegabbione. Così mentre in tanti, da amministratori, "addetti ai lavori" o "semplici" interessati, sostengono di volerli in città, scopriamo che il loro futuro si divide tra lo Scalo e le campagne di Ciconia, con la realizzazione di un diurno negli spazi della ex scuola elementare di viale Primo Maggio e una residenza protetta in località Poggente (zona Rsa) così come indicato nella variante al prg.

Questi i termini in cui dovrebbe trovare attuazione il piano redatto del commissario straordinario dell'Istituto Febei, Stefano Cimicchi e approvato da Comune e Regione alla fine del 2003. "Il piano rientrava in uno dei compiti che mi erano stati affidati con il commissariamento del Piccolomini insieme alle modifiche dello statuto, la cura dell'ingente patrimonio e la soluzione al problema delle maestranze. Compiti ai quali ho assolto interamente - premette Cimicchi -. Quanto al progetto esso prevede l'ampliamento e la specializzazione del reparto di geriatria del Santa Maria della Stella per la gestione di degenze prolungate o riabilitative. Un centro diurno per anziani autosufficienti a stretto contatto con le famiglie e il sociale. E la realizzazione di una residenza protetta per i "lungo degenti" affetti da patologie che richiedono una cura costante". Le difficoltà incontrate nell'utilizzo della pediatria dell'ex ospedale per il centro diurno e, dall'altro lato, le ingenti spese che si sarebbero rese necessarie per la ristrutturazione del Piccolomini hanno portato a individuare gli attuali siti.

"Nel caso di una residenza protetta per anziani non autosufficienti non credo sia fondamentale tanto la dislocazione ma l'efficienza della struttura - afferma d'altro canto l'assessore ai servizi sociali Cecilia Stopponi - è diverso se parliamo di un diurno per anziani autosufficienti. In questo caso è importante che sia nel centro storico per non estraniare l'anziano dal contesto sociale e culturale in cui ha sempre vissuto. E questo è un aspetto che la Giunta sta prendendo in considerazione nell'ambito della riflessione sulla destinazione degli spazi del centro storico, dalle caserme all'università". 

In centro, è l'opinione anche del consigliere azzurro Massimo Morcella. "Non vanno sottratti spazi alle attività economiche, per questo non mi piace la soluzione della Piave per la quale non si deve rinunciare a un progetto unitario. Tuttavia in centro non c'è che l'abbondanza di palazzi inutilizzati e credo che questa sia la soluzione più adatta a mantenere vivi gli stimoli, gli interessi di una parte della popolazione che costituisce una grande ricchezza".

"Le residenze per anziani generalmente vengono collocate fuori per valutazioni di natura ambientale - spiega il dottor Cesidio Gammarota dal reparto di geriatria dell'ospedale - ma noi siamo a Orvieto, mica a Roma. Ho sempre pensato, da quando 5 anni fa è stato dimesso il vecchio ospedale, che quella fosse la posizione ideale e il fatto che lì accanto ci siano i giovani dell'università non può che rappresentare un connubio bello e altrettanto prezioso".

Pubblicato il: 05/01/2005

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