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Fi, un partito di Governo

Dopo le feste è già clima elettorale per le Regionali di primavera. E Fi si riorganizza. Questa la ricetta del coordinatore comunale Antonio Barberani

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di Stefania Tomba

Dopo le feste è già clima elettorale per le elezioni regionali di primavera. E Fi si riorganizza. Questa la ricetta del coordinatore comunale Antonio Barberani.

Si va verso le elezioni regionali. In che modo Fi si sta preparando per questo appuntamento?
Preliminarmente vorrei fare una considerazione: in epoca di riforma federalista dello Stato, ritengo vadano riviste ipotesi di scomposizione e riaggregazione territoriale che hanno fatto ormai il loro tempo; salvo, ovviamente, rafforzare i collegamenti funzionali ed anche progettuali con realtà vicine, che ritengo siano inevitabili per una città di confine come Orvieto. Ma "Orvieto è in Umbria" e in questa Regione deve rafforzare la propria identità, la propria specificità: quella di una città d'arte erede di una grande tradizione storica e culturale, a cui bisogna saper ridare un grande futuro. Quindi va affermata una forte presenza in grado di recuperare l'attenzione che la nostra città e il nostro territorio meritano da parte della Istituzione regionale.

In che modo Fi articolerà la propria opposizione a chi è maggioranza da tanti anni?
Dobbiamo avere la consapevolezza che esiste un forte malcontento nei confronti dei nostri amministratori, anche se non espresso in termini di consensi elettorali. Il centro sinistra sa gestire bene il potere, rispondendo soprattutto agli interessi della politica e non dei cittadini. Questo modo di governare consolida il consenso, ma genera ritardi irrecuperabili, minacciando addirittura la coesione sociale. In questa ottica anche il ruolo dell'opposizione va ridefinito. Ripeto da tempo che dobbiamo essere in grado di fare "discorsi di governo", dare certezze, mettere in campo grandi idee che sappiano diventare progetto, far intravedere modelli di società alternativi a quelli di chi ci amministra. Ritengo che questo significhi fare politica, che è cosa ben diversa dal fare polemica!

Cosa significa far parte di un partito che in questo momento governa il paese?
Certe volte gli slogans sono efficaci ad esprimere un concetto. Noi dobbiamo essere "partito di Governo e partito del Governo". Intendo dire che dobbiamo essere in grado di costruire proposte che possano essere fatte proprie dal Governo centrale. Un esempio per tutte: la proposta di casello nord di Orvieto è stata accolta con molto interesse e nel mese di gennaio si terranno incontri che ci vedranno coinvolti insieme a rappresentanti governativi e ai vertici delle istituzioni cittadine. Tornando alle elezioni regionali, credo pure che vada ripreso con forza da noi un tema caro alla sinistra (ma repentinamente abbandonato): quello della "regione leggera". In Umbria esistono 11 mila imprese che danno lavoro a 33 mila persone a fronte di oltre 200 mila dipendenti pubblici a cui bisogna essere certamente in grado di dare delle risposte, ma di cui va verificata la reale utilità. Razionalizzare le risorse è la premessa per un taglio anche delle tasse comunali e regionali.

Qual è lo stato di salute di Fi a Orvieto?
Stiamo lavorando ad una serie di iniziative di grande rilievo tenendo conto dei principali problemi che assillano i nostri concittadini, i temi economici e l'occupazione innanzi tutto. A breve saremo in grado di far conoscere una nostra proposta, concreta, per la ex caserma Piave, per il rilancio del centro storico e delle attività commerciali, che comprende, tra l'altro, il progetto di galleria al palazzo dei Sette, e quindi turismo e cultura. Poi i temi della viabilità, con la grande proposta di casello nord, che avrà ricadute positive per lo sviluppo economico dell'intero comprensorio. A tal proposito, siamo stati delegati dal Coordinamento regionale per la costituzione del Coordinamento dei Comuni del Comprensorio e nel mese di gennaio terremo a Orvieto la prima conferenza programmatica comprensoriale. Molte iniziative non possono che avere un respiro più ampio della dimensione cittadina: prendendo lo spunto dal grande successo dell'iniziativa dello scorso anno, stiamo appunto lavorando ad una grande progetto che, in qualche modo, sappia affrontare l'emergenza droga che affligge la nostra comunità. Questo progetto non potrà che essere almeno comprensoriale, in quanto vede scendere in campo tutta una serie di soggetti che già operano sul territorio. Sempre entro il mese di gennaio presenteremo il nostro candidato alle prossime elezioni regionali. Stiamo lavorando per una candidatura di prestigio, nuova di zecca, in grado di raccogliere consensi in un area vasta come il collegio elettorale delle regionali.

Fi è perennemente attraversata da polemiche interne. Come mai?
Credo che il nostro partito debba essere il partito dei valori e su questi valori debba saper recuperare la forte carica innovativa che lo ha contraddistinto sin dalla sua nascita. Il valore fondamentale, veramente "rivoluzionario" ritengo sia l'etica, che non può essere materia di convegni, ma deve permeare ogni comportamento nell'agire politico. La gente non è stanca della politica, ma dei partiti per come spesso vengono intesi da chi li gestisce. Forza Italia ad Orvieto è finalmente percepito come interlocutore credibile dalle Istituzioni e dai cittadini. Molte persone si stanno riavvicinando al partito insieme a nuovi simpatizzanti, tutti con voglia di impegnarsi ed entusiasti dei progetti che caratterizzeranno l'attività del prossimo anno. Quello di cui la gente non ne può davvero più è di questo assalto al partito, sempre da parte degli stessi, che rifiutano ogni coinvolgimento attivo. Ma un partito politico non può essere inteso come centro di potere, né come trampolino di candidature, tanto meno come vettore di interessi personali. Perciò un partito politico non può essere di qualcuno: non è mio, né di nessun altro, ma appartiene agli elettori ed alla città tutta nel suo complesso e come tale va difeso. Di scissione in scissione si rischia di arrivare alla scissione dell'atomo! Questo modo di fare ha un solo nome: cultura della sconfitta.

Pubblicato il: 04/01/2005

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