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Torna Ujw, guest star il pianoforte

Fino a domenica torna il jazz d'inverno. Incontri inediti o comunque non usuali fra virtuosi della tastiera: quello fra Brad Mehldau e Danilo Rea, esclusivo per Orvieto, quello di Stefano Bollani e Martial Solal, quello tutto italiano ed intergenerazionale fra lo stesso Rea e Renato Sellani....

Torna da domani ad Orvieto il jazz d' inverno, fra cenoni di fine anno, marching band per le strade del centro, cori gospel in duomo e concerti senza soluzione di continuità. Con un orecchio alla musica ed un occhio al turismo, Umbria Jazz Winter si appresta ad aprire      (Francesco Cafiso, foto di Massimo Achilli)

la sua dodicesima edizione, che si concluderà domenica prossima. Il grande protagonista sarà il pianoforte.

Spiccano nel programma alcuni incontri inediti o comunque non usuali fra virtuosi della tastiera: quello fra Brad Mehldau e Danilo Rea, esclusivo per Orvieto, quello di Stefano Bollani e Martial Solal, quello tutto italiano ed intergenerazionale fra lo stesso Rea e Renato Sellani. Il duo di pianoforti non è formula troppo frequentata dagli uomini del jazz, ma promette stimoli ai musicisti ed emozioni al pubblico dei jazz fans più curiosi. Comunque quasi tutti questi pianisti sono «resident artists» del festival e si potranno ascoltare in contesti diversi e magari meno insoliti. È il caso di Mehldau, senza dubbio la star della rassegna, che si esibirà anche da solo, con il suo abituale trio ed in duo con la moglie, la cantante olandese Fleurine.

Altri pianisti di Umbria Jazz Winter saranno Enrico Pieranunzi, un beniamino del festival, e gli americani Bill Charlap, di scena al teatro Mancinelli la serata di apertura, e Cedar Walton, storico interprete dell' hard bop, anche lui ospite fisso, che avrà, con il suo supertrio (David Williams al basso e Lewis Nash ai tamburi) anche il compito di accompagnare il giovane sassofonista siciliano Francesco Cafiso.

Presenza speciale è quella dell' australiano Joe Chindamo, utile a ricordare che Umbria Jazz organizzerà con il suo marchio, nel maggio 2005, il festival del jazz di Melbourne. Oltre ai pianisti, il cartellone offre il trio sax-basso-batteria Fly, e soprattutto il quintetto «Sliphorn» dell' eclettico trombonista Ray Anderson. La front-line prevedeva originariamente due tromboni (l' altro è Wycliffe Gordon, un ex della band di Wynton Marsalis) ma ad Orvieto si aggiungerà anche Gianluca Petrella, il giovane trombonista pugliese che molti hanno conosciuto nel quintetto di Enrico Rava che ha registrato «Easy Living» per l' etichetta tedesca Ecm ed ha raccolto consensi unanimi lo scorso gennaio nell' ingaggio del gruppo al Blue Note di New York sotto l' egida del festival umbro. Anderson ha accettato il suggerimento del direttore artistico di Umbria Jazz, Carlo Pagnotta, ed ha riscritto gli arrangiamenti per tre tromboni. Nel programma figura anche un progetto multimediale sui «racconti del jazz», con il trio di Giampaolo Ascolese, ed un nutrito gruppo di artisti votati alle diverse espressioni delle radici della musica nera: l' r&b di Gary Brown e Johnny Nocturne, il gospel di James Grear, lo swing degli italianissimi The Good Fellas, il duo Kim Prevost e Bill Solley, la Crescent City Jazz Band di New Orleans, la street music dei toscani Funk Off.

La formula del festival è ormai consolidata. Anche questa volta, musica da mezzogiorno fino alle ore piccole negli angoli più suggestivi del centro storico di Orvieto, con due momenti particolari: il cenone ed i concerti dopo la mezzanotte del 31 dicembre, e la messa della pace in duomo con i cori gospel nel pomeriggio di Capodanno.

Pubblicato il: 27/12/2004

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