Nati per leggere. Il progetto approda ad Orvieto

di Valeria Cioccolo

Ogni libro è una porta, è una possibilità che abbiamo di entrare in altri mondi, in altre storie, in altre vite. I libri sono le nostre ali, ma è necessario che, come piccole aquile assetate di cielo, al momento giusto ci sia qualcuno che ci insegni a volare, che ci trasmetta la passione per questa libertà. E la lettura è così, è necessario imparare da piccoli ad amarla, è necessario che ci sia un ambiente (prima di tutto familiare) che ci sappia aprire quelle porte. Il progetto “Nati per leggere” ha proprio lo scopo di riuscire a sensibilizzare in primo luogo i genitori all’importanza e alla bellezza della lettura ad alta voce. Una madre (o un padre) che legge al proprio bambino che gli siede tra le braccia, crea con lui un legame affettivo fortissimo, una sorta di dialogo, fatto di uno scambio reciproco di sorrisi, di gesti, di domande e risposte. I benefici del narrare storie ad alta voce sono notevoli: non solo e non tanto perché un bambino impara a leggere in età prescolare, quanto perché riesce a sviluppare una migliore espressività nel linguaggio, una maggiore curiosità per il mondo che lo circonda e, soprattutto, sviluppa nella famiglia la capacità di dialogare, di comunicare di più. I ragazzi di oggi vivono nella cosiddetta “civiltà delle immagini”, magari sono in grado di manovrare computer e cellulari, ma maturano una intelligenza più primitiva rispetto a chi è abituato a leggere. Leggere ad alta voce una storia non è facile. È diverso dal raccontare, ma, superati i primi ostacoli, si sviluppa nel bambino la capacità di ascolto, si crea familiarità con le parole che non sono più solo segni grafici, ma oggetti che si animano e con cui si può giocare. Il libro aiuta il bambino, lo rende in grado di articolare le sue esigenze e di manifestare le sue emozioni, gli regala la capacità di sognare e lo fa diventare libero.

Il progetto “Nati per leggere” nasce dieci anni fa all’ospedale pediatrico di Boston, poi si diffonde con grande successo in tutti gli USA. In particolare vine identificata la lettura ad alta voce come un fattore protettivo per le famiglie svantaggiate. Poi, con le dovute trasformazioni, il progetto approda in Italia. È promosso dall’Associazione Culturale Pediatri, dall’Associazione Italiana Biblioteche e dal Centro per la Salute del Bambino. Coinvolge quindi non solo bibliotecari, ma anche i pediatri che, da una parte hanno il compito di occuparsi della salute non solo fisica ma anche psichica del bambino, dall’altra hanno la possibilità di sensibilizzare più facilmente quei genitori che, a loro volta, da piccoli non hanno avuto gli stimoli giusti.

Il progetto in Umbria e ad Orvieto. L’8 febbraio 2003 a Palazzo dei Sette di Orvieto è stato presentato il progetto per la prima volta ufficialmente in Umbria. È stato fortemente voluto nella nostra realtà (che conta ben 3 biblioteche per ragazzi, ad Orvieto centro, a Orvieto Scalo e a Ciconia) dalla Direttrice della Biblioteca comunale e dalle Operatrici della sezione ragazzi, già promotrici di numerose iniziative come ad esempio Bibliobus, la biblioteca con le ruote. Sono intervenuti al dibattito il dott. Alberto Romizzi, pediatra, e la dott.a Rita Valentino Merletti, esperta di progetti educativi per ragazzi, autrice di numerosi testi sull’importanza e i modi della lettura, nonché promotrice di “Nati per leggere” di cui ha scritto anche il Manifesto. Concretamente la biblioteca di Orvieto si porrà come interlocutrice per tutti quei genitori che vorranno imparare a leggere con i loro figli. Si può telefonare, chiedere consigli, parlare con persone esperte per sapere ad esempio come creare l’ambiente giusto alla lettura, fatto di silenzio, di serenità fuori del rumore e della fretta della quotidianità.

Per saperne di più: Biblioteca comunale 0763/342569 e http://digilander.libero.it/natiperleggereumbria