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La mitica Itelco

ORVIETO - Negli anni settanta, in anticipo coi tempi, Itelco ha cominciato a progettare apparecchiature per la radiodiffusione di radio e televisione. I prodotti dell'azienda di Fumi cominciarono ad essere venduti ovunque: Italia, Europa, Sudamerica, Medio Oriente e l'Estremo-Oriente. Inizialmente la produzione si focalizzò principalmente sulla piccole apparecchiature a bassa alimentazione; più tardi si è specializzata nei sistemi di grande progettazione e produzione del trasmettitore. Era la fase di grande espansione dell'azienda. Poi vennero, sul finire degli anni '80, le prime difficoltà con i sindacati. La sindacalizzazione all'interno dell'azienda, che nel frattempo era cresciuta e rappresentava una punta di eccellenza nel mercato mondiale del broadcasting, non è stata mai facile. Ci furono le prime fughe di cervelli e qualche operazione che non riusciva a far uscire l'Itelco da una crisi di crescita. Nel settembre del 1998 il trasferimento nello stabilimento di Bardano con una solenne taglio del nastro cui intervenne anche l'allora Ministro delle telecomunicazioni Maccanico. Era già crisi, col digitale che non partiva. Poi nel luglio del 2003 l'unica soluzione possibile in risposta alla crisi economica-finanziaria dell'azienda orvietana sembrò quella di far subentrare un nuovo imprenditore. E l'Itelco venne rilevata dalla Electrosys di Terenziani del Gruppo Elettromontaggi.

Pubblicato il: 21/12/2004

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