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Tutti d'accordo. Gli interventi in Consiglio

Sull'argomento, il sindaco, Stefano Mocio ha dichiarato: "faccio propria la proposta dei gruppi di maggioranza. Conosciamo tutti la condizione di lavoro degli infermieri e tecnici delle strutture del distretto n. 3 che si regge sostanzialmente sulla buona volontà degli stessi, che vanno al di là degli impegni previsti dal contratto di lavoro. È fondamentale reperire infermieri provenienti da Orvieto e dal nostro Comprensorio e scongiurando le continue richieste di mobilità verso altre regioni che lasciano costantemente scoperta la dotazione organica. Nella ripartizione delle sedi di servizio Orvieto deve essere riconosciuta come sede per fare corsi di formazione degli infermieri. Non credo che la Regione Umbria e l'Università di Perugia possano avere problemi a dislocare una riserva ad Orvieto dopo che è già stata concessa per Terni. È una battaglia che il Consiglio comunale deve fare in modo unito perché va nella direzione della qualità dei servizi e della salute di tutti i nostri cittadini".

Gianpietro Piccini (PDCI) ha detto: "In occasione del recente Consiglio comunale aperto sulla sanità, sostenni che per l'elevazione della qualità dei servizi sanitari nel nostro territorio è necessario investire sul personale residente, ovvero investire sulle necessarie professionalità mediche e infermieristiche. Non è possibile che in una situazione continuamente altalenante di presenze di figure qualificate e addirittura di non presenze di figure professionali, affidiamo la qualità della nostra gestione sanitaria al caso. Questa è una prima occasione per ricordare all'assessore regionale che ha partecipato a quel Consiglio comunale sulla sanità che quel dibattito non è stato fatto per puro parlare ma per risolvere i problemi. Non si giustifica che ad Orvieto non sia stato assegnato un corso per infermieri, tanto più che esiste ad Orvieto una scuola deputata a farlo, un Centro Studi di livello Universitario. Pertanto, un corso infermieristico avrebbe il supporto di tutti i presupposti logistici e scientifici necessari. In questo contesto dobbiamo anche ricordare le esigenze occupazionali del nostro territorio, che non ci consentono di fare regali a nessuno. Questa mozione è più che fondata e va difesa in tutte le sedi opportune".   

Franco Raimondo Barbabella (DSI) ha sostenuto che "con questa mozione chiediamo la riserva di dieci posti su quaranta spettanti alla ASL della provincia di Terni, chiedendo che la preparazione si faccia presso il Centro Studi Città di Orvieto. Mi chiedo pero perché una cosa che dovrebbe essere naturale debba diventare una battaglia politica? Molte volte abbiamo sollecitato iniziative di questo tipo, è un pezzo che stiamo facendo queste battaglie e se ancora oggi siamo costretti a farlo su cose che dovrebbero essere di normale programmazione, allora significa che c'è qualcosa che non funziona. A mio avviso quello che non va è un'idea della gestione della sanità che non è ancora sentita e gestita come sistema. Evidentemente è venuto il momento di affermare con forza l'urgenza di una normale programmazione degli interventi, tale da garantire il funzionamento della sanità come sistema, per cui se mancano gli infermieri significa che bisogna portarli ed il fatto di formarli ad Orvieto potrebbe favorire anche la formazione di soggetti locali. Siamo favorevoli alla mozione".

Massimo Morcella (F.I.): "Non è possibile non condividere questa problematica ed il sindaco è stato chiaro rispetto alle possibili aperture in tal senso da parte della Regione; è anche vero quello che ha sostenuto il collega Barbabella riguardo al fatto che il destino di questo territorio è quello di dover costantemente sostenere battaglie per cose che dovrebbero essere di normale amministrazione. Concordo sul fatto che le disfunzioni del sistema sanitario vengono attenuate da medici e paramedici che fanno più di quello che per contratto devono fare. D'accordo. Sono favorevole alla mozione".

Roberto Meffi (La Margherita): "È un fatto strategico investire sul personale del nostro territorio. Infatti, come è già stato sottolineato, il fatto di dover disporre e programmare una gestione del sistema sanitario locale solo su figure che nell'arco di pochi mesi chiedono, legittimamente, di essere trasferite alle proprie sedi di origine, è solo penalizzante per la nostra struttura ospedaliera che è già abbastanza penalizzata e dove il personale lavora al di sopra degli orari di lavoro contrattuali. Dobbiamo far capire che questa struttura ha bisogno di personale e quindi chiedere il riconoscimento di dieci posti di laurea breve è il minimo che deve essere riconosciuto. Inoltre, consideriamo un altro aspetto: nel territorio aumenteranno le necessità per l'attuazione del nuovo Distretto Sanitario Sperimentale, pertanto, anche la Regione Umbra deve farsi carico di queste necessità non più rinviabili".

Marco Frizza (DS) ha affermato "quando si parla di far funzionare il nostro Ospedale e i nostri servizi sanitari territoriali, la discussione va al di là degli steccati ideologici. Ed è un fatto positivo. Va auspicata una maggiore attenzione da parte della Regione verso il nostro Ospedale. Questa iniziativa va nel segno dell'incremento della dotazione del personale infermieristico che, numericamente è rimasto quello della vecchia struttura ma che, oggi è assolutamente insufficiente alle esigenze del moderno presidio ospedaliero".

Il presidente del Consiglio comunale, Evasio Gialletti (SDI) ha evidenziato che "da quando la formazione è stata tolta alle USL ed affidata alle Università, la questione per Orvieto e l'Orvietano, è diventata un problema reale. Delle ventidue figure professionali dell'area sanitaria non medica, dieci vengono formate in Umbria e sono suddivise tra Foligno, Perugia, Terni e ora Città di Castello. Non si comprende come mai ad Orvieto, malgrado gli impegni assunti dall'Assessore Rosi con il Sindaco attuale e con il precedente, ci troviamo oggi con una delibera regionale del 17 novembre u.s. di ripartizione della formazione del personale tecnico, infermieristico, ostetrico e della riabilitazione che esclude il nostro ambito. Serve un impegno serio perché questi corsi stanno partendo ora. Chiedo anche alla minoranza che concorda con questa iniziativa, di attivare i propri referenti regionali affinché facciano azione sull'Assessorato. Ad Orvieto vengono diplomati tre infermieri all'anno, quota decisamente inferiore alle necessità dei servizi sanitari ospedalieri e territoriali. Serve dunque un'azione forte verso l'Assessorato regionale affinché con un ulteriore atto deliberativo, già da quest'anno si riescano a distaccare almeno dieci infermieri da formare presso il nostro Centro Studi universitari".

 

 

 

 

Pubblicato il: 21/12/2004

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