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Marino Capoccia è il nuovo segretario dei Ds

La metà dei voti più uno, così si chiude il primo congresso dell'Unione Comunale della Quercia. Capoccia segratario per ricostruire l'unità del partito. (nella foto le congratulazioni)

foto di copertina

di Stefania Tomba

ORVIETO – È Marino Capoccia il nuovo segretario dei Ds. Alla sua elezione, avvenuta a voto segreto, si è giunti al termine del primo congresso dell’Unione comunale di Orvieto svoltosi ieri mattina nella sala del Governatore del palazzo dei Sette. “Batterò il sentiero della massima unità - ha detto nei ringraziamenti – e cercherò di non mandare delusa la vostra fiducia”.

Cinquantasei i delegati a favore. La metà più uno dei 110 aventi diritto al voto. Erano presenti in 97 e in 95 hanno votato. Trentasei le schede bianche, 2 le nulle e un voto è andato a Carlo Carpinelli. Insomma Capoccia ha fatto bottino del voto dei delegati liberal ma non ha strappato un voto alla minoranza. Un muro contro muro. Con il correntone che ha scelto la linea dell’astensionismo. E il voto segreto – previsto dallo statuto, come ha precisato Fausto Galanello – è stato preferito a quello palese col quale invece si è proceduto all’elezione della Direzione e del Consiglio dei garanti. La direzione sarà composta da 35 componenti tra cui 22 della mozione Fassino (è stato incluso anche un membro espressione della Bandoli), 11 della mozione Mussi e 2 di Salvi. Cinque i garanti: Marcello Marricchi, Renato Formicoli, Vasco Lupino, Giuseppe Germani e Fausto Vergari.

È di smarrimento e tensione l’aria che si respira dentro e fuori la sala in cui si svolge il congresso. Cupi i volti dei “mussiani” mentre i “fassiniani” appaiono inorgogliti per il nuovo assetto che li vede adesso protagonisti. Ma per Capoccia “il confronto delle vecchie mozioni è già alle spalle ed è tempo ora di guardare con lucidità e serenità alle sfide che ci attendono in futuro”. Ma è proprio sul destino del partito che il segretario uscente Giuseppe Ricci esprime la sua critica profonda. Ricci contesta duramente l’ipotesi che dal 2006 i Democratici di sinistra si possano sciogliere per contribuire a dar vita ad un  partito unico.

“Si deve ripartire dal programma – afferma Ricci - e allargare gli spazi della politica, costruendo un processo virtuoso che riavvicini i cittadini e renda trasparenti le scelte politiche. Non è pensabile che un percorso di tale natura sia riducibile ad una forma suggestiva e unificatrice del partito riformista”. “Nessuno propone lo scioglimento dei Ds” ha replicato seccamente Valentino Filippetti, uno dei quattro big fassiniani.  “L’obiettivo del congresso era quello di preparare il partito ai nuovi scenari politici ed economici, nazionali e internazionali, con i quali i Ds si devono misurare con strumenti nuovi nell’assetto e nell’organizzazione”.

Lo stesso Cimicchi non si sottrae all’idea di un partito che deve ripensare il suo ruolo. Cimicchi auspica e si dice disponibile a lavorare perché il partito torni a dialogare con il territorio e non rimanga “abbarbicato” sulla Rupe. L’ex sindaco non intende pertanto rinunciare al suo impegno politico in prima persona all’interno del partito. Tutt’altro. Si rende infatti da subito disponibile a ricoprire un’eventuale carica di presidente della direzione Ds, ruolo che a suo avviso non equivarrebbe affatto ad una diminutio. “In ogni caso – ha concluso Cimicchi – che sia io o un altro a ricoprire questo incarico – è necessario che si imposti una politica diversa, forte di una nuova progettualità e scevra di personalismi e di sete di potere”. Cimicchi presidente della direzione Ds quindi. Il verdetto nelle prossime settimane dalla Direzione. Ma è una possibilità tutt’altro che peregrina e che lo stesso Capoccia ha ipotizzato.     

Pubblicato il: 19/12/2004

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