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Basta promesse. Una residenza per anziani nel Centro storico

Appello di Giulio Montanucci. Prima di disegnare il nuovo assetto della città è necessario individuare il luogo giusto per una residenza diurna da destinare alla terza età

foto di copertina

di Dante Freddi

 

Il 25% della popolazione orvietana ha compiuto sessantacinque anni, è entrata nella terza età.

Di questi milletrecento sono ultraottantenni. È gente che ha bisogno di vivere tra la gente, di rimanere attiva, di coltivare i rapporti sociali, di dare il molto che ancora può. Soltanto gli interessi possono mantenere vivo l'anziano e quindi gli stimoli che trova all'esterno hanno un ruolo essenziale nella qualità della sua vita.

Nei giorni scorsi Giulio Montanucci, del Collettivo "Il manifesto", ha inviato una lettera aperta in cui denuncia la disattenzione della classe politica cittadina per questa "nuova" categoria, che ha propri bisogni e che attende risposte a cui non sempre i politici sono capaci di rispondere.

In diverse occasioni e da molti anni sostengo la necessità di osservare con attenzione questo straordinario fenomeno del nostro tempo e sostenuto che chi vive nella terza e quarta età ha bisogno di spazi di vita nella città, Centro storico, Scalo, Ciconia.

L'idea del "San Giorgio" lontano dall'abitato è dell'altro secolo e può riguardare soltanto chi è in condizioni di non autosufficienza a causa del degrado mentale. Ma finché c'è mente e  un po' di forza, gli anziani li vogliamo fra di noi.

La tendenza "culturale" è di mantenerli nelle loro abitazioni per quanto possibile, sia per motivi psicologici che economici. Sta meglio e costa meno un anziano assistito in casa piuttosto che ospite in una casa di riposo. Si stanno costruendo professionalità per garantire un sostegno domiciliare destinato a quanti necessitano di aiuto ed il trend è quello di attrezzare le abitazioni con ausili che possano facilitare l'autonomia e la sicurezza. L'età avanzata porta con sé degli handicap, che possono essere superati con facilità attraverso ausili ormai comuni e che sanno offrire più libertà alla vita.

 

Montanucci prende spunto nella sua lettera dagli ultimi eventi di politica amministrativa.

"La palazzina comando- scrive Montanucci nella sua lettera- dell'ex caserma Piave, tra gli alberi nel centro storico di Orvieto, adatta ad essere residenza per anziani, è diventata magazzino per i costumi del corteo storico.
Anche i saloni dell'ex infermeria destinati ad alloggio per i vecchi, benché non consoni ad ospitare dignitosamente chi ha diritto a vivere in spazi a sua misura, verranno usati da burocrati.
Anni fa, dai candidati a sindaco ai sindacati locali, erano tutti d'accordo che gli spazi dell'ex ospedale sarebbero stati destinati ad ospitare una grande residenza assistita per anziani (ma non li hanno voluti in piazza Duomo).
Ad Orvieto non esiste una dimora dignitosa che possa ospitare persone di età avanzata, perché gli amministratori pubblici, nel tempo, hanno dimostrato di non possedere sensibilità politica e umana, e di essere più attenti a curare le esigenze di chi è portatore di valori economici.
Questa lettera aperta intende ri-denunciare l'anacronistica e arretrata situazione orvietana.
Vuol essere sollecitazione affinché non perseveri questo sciagurato modo
d'intendere la comunità.
È un invito a cercare la migliore soluzione per creare spazi di servizio che permettano alla città di essere vissuta pienamente da tutte le età.".

 

Il suo appello è anche il mio.

Prima di operare scelte definitive che riguardano la Caserma Piave è necessario individuare un luogo dove ospitare gli anziani, anche soltanto per l'assistenza diurna.

Nel disegno della città questo luogo deve esserci, è anche nel programma del sindaco e della coalizione che ha vinto le elezioni.

Se non sarà possibile lì  non dovrà essere certo perché al loro posto ci sono i costumi del corteo storico o degli uffici, al di là del progetto del "Palazzo della salute" di cui si parla in questi giorni e che ha una logica amministrativa serrata: al Comune l'ex ospedale Santa Maria della Stella per sviluppare il progetto universitario e alla AUSL i locali per il cosiddetto "Palazzo della salute".

Ma, come giustamente ricorda Montanucci, basta promesse. Bocce ferme.

Il progetto di una residenza diurna per anziani è prioritario.

Pubblicato il: 12/12/2004

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