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Fauso Cerulli. Io non pago la bolletta dell'acqua. E vi dico perché

 

di Fausto Cerulli

Assetatori del popolo. Così se, mi si passa l'espressione vetero marxista, si potrebbero definire i responsabili dell'acqua orvietana. Hanno cominciato con le bollette pazze, che erano pazze e furbe, nel senso che facevano le pazzie sempre e solo a danno dei consumatori, e se l'affare non veniva alla luce, l'acqua salata avrebbe continuato a scorrere sotto i ponti dei  consumatori , e quelli del Sii avrebbero continuato a far cartelle pazze e i c. loro. Quando l'affaire venne a galla, si scatenò il pubblico risentimento, i contestatori non troppo contestatori di sinistra proposero una tavola rotonda con le autorevoli autorità, con i responsabili poco responsabili o comunque distratti a senso unico del Sii, e non chiamarono il Vescovo perché lui ha un acquedotto curiale. Io che sono sempre dalla parte della legge dei poveri di spirito e di soldi, proposi di far quadrare la tavola rotonda con una bella denuncia pubblica, tanto per denunciare un fatto che magari non è neppure un misfatto. Non credo che sia reato , ma uno che ammette di aver prelevato qualche miliardo dalle tasche della gente , per sbaglio dio ne guardi, ma dice che i soldi li restituisce quando decide lui e se lo decide lui, assomiglia a chi ha trovato un portafoglio per strada e dice magari me lo tengo, faccio una telefonata anonima al proprietario e gli dico di star tranquillo, ché il portafoglio è in buone  mani e ci rimane. Ora leggo che la Sii ha fatto un piano per le nuove tariffe. Tremate, tremate le tariffe son tornate e son tornate rinnovate,  e il rinnovamento se tanto mi dà tanto sarà per certo un rinnovamento in crescita. Io non mi rendo conto di come si possa avere la faccia tosta di proporre nuove tariffe e  nuove bollette senza prima aver chiarito la farsa tragica delle bollette vecchie e pazze. Se non chiariscono e lasciano la zona in ombra, io ritorno a preoccuparmi. Stavolta sarebbe una preoccupazione non repressiva, ma una preoccupazione preventiva, della serie che fermiamo la Sii prima che faccia altre pazzie furbe. Stavolta sono d'accordo con il dott, Mocio, sindaco felicemente sindacante, il quale vuole vedere chiaro nella faccenda. E dio sa quanto mi costa essere d'accordo con un democristiano. Ma la ragione non ha colore, e parlo della ragion pratica che viene prima della ragion politica. Poi vorrei dire come mi comporto io nei confronti delle bollette scadute, che sono anche scadenti quanto a precisione. IO QUELLE BOLLETTE NON LE PAGO: si tratta di un debito ipotetico, anzi di un debito non indebito in quanto chi vuole i miei soldi è il primo a dichiarare che bè sì forse quelle somme non sono giuste. E allora non pago. La Corte Costituzionale ha abolito il principio del solve et repete che, ritradotto, vuol dire adesso paga e poi ti lamenti e se le tue lamentele sono giuste ti ridiamo i soldi "a babbo morto". Io non pago, e allora la Sii mi fa una bella ingiunzione di pagamento per farmi pagare la bolletta con gli interessi e con i soldi dell'avvocato che mi ha fatto fare la ingiunzione. A questo punto io faccio opposizione, e viene fuori un bel processo. In cui io cercherò di dimostrare che un esattore inesatto non può esigere, e che se la Sii ha fatto male i conti ma vuole essere pagata lo stesso somiglia a quel tizio di sopra che ha trovato un portafoglio e se lo tiene. Res derelicta  pertinet inventori. Tradotto:quello che trovo me lo tengo, peggio per chi ha perso il portafoglio. Solo che il portafoglio questa
volta è di tutti.   E  nutro fiducia che Orvieto sia come Berlino, che c'è un giudice civile nel senso civile della parola.

Pubblicato il: 08/12/2004

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