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Orvieto rende omaggio a Terzani

L'appuntamento, ad ingresso libero, è per martedì 7 dicembre alle 18 al palazzo del Popolo ed è promosso dall'Assessorato alla cultura del Comune di Orvieto e dalla libreria dei Sette

foto di copertina

Orvieto rende omaggio a Tiziano Terzani. L'appuntamento - ad ingresso libero - è per martedì 7 dicembre alle 18 al palazzo del Popolo ed è promosso dall'Assessorato alla cultura del comune di Orvieto e dalla libreria dei Sette che hanno voluto cogliere l'opportunità di organizzare un incontro tra i lettori di sempre, i più recenti e quelle persone che si stanno avvicinando agli scritti di Tiziano Terzani per rimanerne conquistate. 
L'evento culturale ma soprattutto umano, prevede la proiezione del film "Anam, il senza nome" di Mario Zanot, l'ultima intervista di Terzani. 

Ad Orvieto saranno presenti, tra gli altri, Angela Staude, la moglie speciale, la donna che lui ha conosciuto a 17 anni capendo immediatamente di aver trovato l'altra metà con cui condividere un istintivo accordo sul come guardare al mondo e sul dove andare, una comunione di vita assolutamente unica, fatta di grandi assenze e grandi presenze.
Ci sarà il figlio Folco  regista di documentari che del padre dice: "La persona che ti ha dato la vita non ti lascia due stracci e una casa, ma ti insegna a morire - Lui che è avanti ti fa vedere la strada". Sarà presente Ettore Mo, altro grande corrispondente; seppur in momenti diversi, hanno viaggiato negli stessi luoghi condividendo e documentando in modo magistrale le esperienze di un mondo lontano dai nostri orizzonti quotidiani.
Le parole e l'immagine di Terzani giungeranno al pubblico attraverso la proiezione del film Anam, il senza nome, come Tiziano aveva deciso di chiamarsi in un ashram indiano. 
È l'ultima intervista concessa fortunatamente e in maniera del tutto inaspettata al regista Mario Zanot, a Orsigna nel maggio di quest'anno. Una testimonianza e un messaggio importante quello di Tiziano Terzani: "Prima vedevo il mondo a fette, ora lo vedo tutto. Io sono in pace. Sono in una condizione stupenda; sto benissimo. E il mio corpo, me ne staccherò, lo lascerò lì e andrò via Mi incuriosisce morire, mi dispiace solo che non potrò scriverne".

L'incontro si svolge ad Orvieto, la città da cui Terzani, che non amava molto i riconoscimenti ufficiali, ha accettato il "Premio Luigi Barzini all'Inviato Speciale", anche perché stimava molto tutti quelli che lo avevano ricevuto in precedenza, tra cui lo stesso Ettore Mo.
Così come era orgoglioso di un altro premio, quello di "Bambino permanente". Gli aveva spiegato Teresa Maffei, presidentessa della "Lega per i diritti dei bambini", che non riuscivano ad assegnarlo tutti gli anni perché era sempre più difficile trovare un uomo che avesse conservato il cuore di un bambino.
Orvieto, da lui generosamente definita una meta del cuore ha avuto il privilegio di ospitare la prima mondiale di "Lettere contro la guerra", il libro che ha scritto dopo l'11 Settembre.
Per 30 anni inviato di guerra ha poi cercato di spiegare l'assoluta necessità di intraprendere in un cammino di comprensione, la strada del dialogo. L'unica percorribile se si vuole evitare di andare incontro alla distruzione. "Il mondo è cambiato...Dobbiamo cambiare noifermiamoci, riflettiamo, prendiamo coscienza, facciamo ognuno qualcosa... nessun altro può farlo per noi".

Da quel giorno è partito proprio da Orvieto come in un "pellegrinaggio di pace" che lo ha condotto in tante città ad incontrare centinaia di persone, soprattutto ragazzi - Lui che viveva la maggior parte del suo tempo in solitudine sull'Himalaya.
Scrive Ettore Mo, definendolo paladino di una pace assoluta: "Nei molti libri che ha scritto - tratti dalle sue esperienze di corrispondente di guerra in ogni parte del mondo - sono confluiti i dolori, i conflitti, i deliri di un'umanità in procinto di precipitare nel baratro: ma alla fine del tunnel c'è sempre uno spiraglio di luce, alimentato dal suo fondamentale ottimismo". 
 
Tiziano Terzani (Firenze 1938 - Orsigna 2004).
Dal 1971 corrispondente dall'Asia per il settimanale tedesco Der Spiegel, è vissuto a Singapore, Hong Kong, Pechino, Tokio e Bangkok e negli ultimi dieci anni in India. Ha collaborato con il Corriere della Sera. Profondo conoscitore del continente asiatico, Terzani è stato uno dei giornalisti italiani che ha goduto di maggior prestigio a livello internazionale. Nel 1997 gli è stato conferito il "Premio Luigi Barzini all'Inviato Speciale". Tra i suoi libri: "Un indovino mi disse", "Lettere contro la guerra", "Un altro giro di giostra - viaggio nel male e nel bene del nostro tempo".
"Un altro giro di giostra": Da un lungo girovagare per l'India, Terzani arriva alla visione di quel che di più profondo questo paese ha da offrire all'uomo: la sua spiritualità. Ogni cultura ha il suo modo di affrontare i problemi umani, specie quelli della malattia e del dolore.  Così alla fine il viaggio esterno alla ricerca della cura si trasforma in un viaggio interiore, il viaggio di ritorno alle radici divine dell'uomo.
L'incontro casuale con un vecchio saggio nell'Himalaya - ma niente è casuale nelle nostre vite - segna la fine del cammino. Nel silenzio di una grandiosa natura, Terzani arriva alla conclusione che si tratta soprattutto di essere in armonia con l'universo e con se stessi; che si tratta di saper guardare il cielo ed essere una nuvola, che si tratta di "sentire la melodia". Molte delle lettere di Tiziano Terzani che parlino di guerra, di viaggi o della malattia sono positive.

Pubblicato il: 04/12/2004

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