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Aria di bufera al palazzo di giustizia di Orvieto

A mettere benzina sul fuoco sarebbe stata l'ultima assemblea dell'Ordine degli avvocati

foto di copertina

di Stefania Tomba

 

ORVIETO - Aria di bufera al palazzo di giustizia di Orvieto. A mettere benzina sul fuoco sarebbe stata l'ultima assemblea dell'Ordine degli avvocati che si è tenuta ieri mattina nella sala udienze del secondo piano dell'edificio di piazza Corsica. È nel corso di quell'affollato incontro, cui pochi avvocati della Rupe hanno voluto mancare, che sarebbe stata individuata una lista piena zeppa di questioni che a ore starebbe per essere depositata sulle scrivanie della Corte d'Appello di Perugia e su quella del presidente del foro orvietano, Aniello Palmieri.  Nel mirino sarebbero finite le lungaggini, le disfunzioni e tutte quelle carenze che starebbero attanagliando il tribunale della Rupe. Nulla è stato dichiarato ufficialmente, tuttavia da alcune indiscrezioni sarebbe trapelato un diffuso malcontento, specie per quel che riguarda alcuni aspetti organizzativi della macchina giudiziaria orvietana. Lentezza, inefficienza, carichi diseguali per i magistrati e impegni degli stessi presso altri tribunali, sarebbero tra le cause principali a determinare le disfunzioni su cui avrebbero puntato l'indice gli avvocati. Insomma, dopo un primo documento licenziato dall'Ordine nel mese di luglio, in arrivo potrebbe esserci un altro a tirare le fila del discorso e a ribadire fermamente le difficoltà che starebbero compromettendo seriamente il regolare funzionamento della giustizia nella città del Duomo. Una nuova stretta che non è escluso possa avere anche ulteriori risvolti. Pare infatti nell'aria la volontà di provocare addirittura una ispezione ministeriale che possa far luce definitivamente sulle questioni sollevate e capire al meglio i motivi delle disfunzioni con cui quotidianamente avrebbero a che fare gli avvocati del palazzo di piazza Corsica. Intanto, anche tra i magistrati le acque non paiono del tutto tranquille. A suscitare qualche mal di pancia potrebbe esserci proprio una distribuzione dei carichi non condivisa propriamente all'unanimità. Il tutto accade poi mentre gli avvocati continuano ad essere impegnati a salvaguardare la presenza del tribunale sulla Rupe. E di certo, in questo senso, un ridotto numero di cause trattate nel corso dell'anno, sia in sede civile che in sede penale, e le carenze organizzative che lamenterebbe il palazzo di giustizia della città del Duomo rischiano di rappresentare un clamoroso autogol. Maggior efficienza. Questa sarebbe, invece, la parola d'ordine.

 

Pubblicato il: 24/11/2004

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