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CORSIVO - Pensare alla coalizione e non bere la cicuta prima del tempo

Manca poco più di un anno alle elezioni e le coalizioni appaiono sfaldate e prive di volontà aggreganti. Dopo Cimicchi chi ci sarà? I diesse smetteranno di litigare? Quale sarà il futuro di questa città. Cominciamo a riflettere

Approfondimento

di Platone
Manca ormai poco più di un anno alle prossime elezioni amministrative. Tutti i partiti, siano essi di maggioranza o di opposizione, sono ben lontani dal ritrovare quello “spirito” di coalizione necessario a dividersi in schieramenti per poi presentarsi di fronte agli elettori. E’ così a sinistra, o meglio, a centro sinistra. Ed è così per il centro destra. Noi cominciamo un viaggio che è fatto di riflessioni su ciò che sta accadendo. E cominciamo con la prima di una serie di riflessioni.

Ad Orvieto già si fa un gran parlare di chi potrebbe essere il candidato a sindaco del centro sinistra. Alcuni giornalisti di altra stampa locale hanno stigmatizzato come Bossi, chiedendo per i sindaci la possibilità di un terzo mandato, stia facendo il gioco di Cimicchi. E’ vero. Ritengo che forse, Bossi, farebbe a questa città un favore. Oddio. Non perché l’attuale nostro sindaco sia una eccezionalità in senso assoluto, bensì per il deserto che c’è davanti, dietro ed ai suoi piedi. Non è giusto fare delle considerazioni su chi potrebbe sostituirlo, ma ogni nome che è uscito in questi ultimi giorni o è bruciato, o è ragionevolmente candidatura debole o impossibile per questa città.

Cimicchi ha pregi e difetti. E’ un po’ podesta – in senso buono – ed ha più volte usato il suo “essere eletto direttamente dal Popolo” come arma di sfida nei confronti degli alleati ma anche delle opposizioni. Diciamo, e questo sappiamo che lo farà un po’ arrabbiare, che è un po’ Dalemiano (sebbene faccia parte del Correntone). Ma almeno lui – Cimicchi – è stato messo lì dal popolo su scelta dei partiti; così non fu per D’Alema quando divenne presidente del Consiglio.

Non c’è protervia o arroganza in lui, ma decisionismo e carattere. Un carattere non bello, diciamolo, ma decisamente forte. Ama essere non pares inter pares, ma primus inter pares. Ciò gli spetta, forse, non per diritto ma per capacità. Orvieto, con la sua sindacatura, è cresciuta ed è più rispettata. Qualcuno ha affermato che ha portato a casa i risultati dei sindaci precedenti. In parte è vero. Ma ha anche avuto la forza di capitalizzare al massimo quanto trovato, esaltando Orvieto e ponendola al centro degli interessi regionali.

Qualcuno starà pensando di leggere il Principe. No. Stefano Cimicchi non è Lorenzo de’ Medici ne tantomeno sono io Nicolò Machiavelli. Certo è che il quadro della sostituzione di Cimicchi è desolante. Desolante per la profonda crisi che vivono i Ds, per i possibili successori che, al momento, sono solamente dei figuranti di secondo piano. E qui, forse, sta la responsabilità di Cimicchi. In anni e anni di amministrazione di questa città non è stato capace, almeno per ora, di far nascere a suo fianco chi, senza particolari traumi, possa oggi essere in grado di prendere il suo posto.

Qualsiasi figura, anche la più importante, quella che politicamente abbia ricoperto gli incarichi più prestigiosi, non sarebbe in grado di guidare la città nella stessa maniera. A meno che…. A meno che i diesse non smettano immediatamente di litigare. Cosa difficile. Anzi, non difficile ma complicatissima.

In redazione amiamo dilettarci in tali discussioni politiche. Qui dentro c’è chi la pensa in modo diametralmente opposto.

Faccio un inciso, una citazione non dotta ma filosofica prima di concludere questa prima riflessione. Io, Platone, penso al mio amico Socrate. Secondo lui la politica era una occupazione come un’altra: richiedeva doti naturali, studio e applicazione. Senofonte riporta una conversazione di Socrate con Carmide in cui il filosofo afferma che l’Assemblea era formata da “... follatori, falegnami, fabbri, agricoltori, mercanti o trafficanti da mercato attenti solo ad acquistare a basso prezzo ed a vendere a prezzo alto ... uomini che sugli affari di stato non hanno fatto mai un pensiero”. Nel Protagora Socrate rilevava (pace all’anima sua) che per i problemi nei quali occorrono conoscenze tecniche l’Assemblea consulta esperti, mentre invece è pronta ad ascoltare tutti quanti “muratore, fabbro, ciabattino, mercante, capitano di vascello, ricco o povero, nato di buona famiglia oppure nullità” quando si trattano problemi di governo.

Sono conscio del fatto che oggi non si possa più pensare alla politica in quei termini. Ma c'è un rischio che oggi corre questa città. Un rischio che, si badi bene, si corre a destra tanto quanto a sinistra. C'è chi, suo malgrado, è prestato alla politica mentre è certamente più bravo ad esercitare la propria attività professionale. Ma stando accanto al principe nasce spontanea la voglia di emulazione. Così si sente odor di supponenza, e qualche velleità ad autocandidarsi rischiando di combinare un bel patatrack. E' la sindrome ch'io definisco "dell'autopaccasullaspalla". La mattina ti guardi allo specchio e dici. "Ma lo sai che sono proprio bravo? Ma lo sai che potrei fare il sindaco". E la sera, ti giuro, vai a letto che stai benone. Saluti i figli, tua moglie...Magari ti guardi anche Porta a Porta o l'ultima puntata di "Sospetti2". E' una sindrome che ti prende così, all'improvviso. Un po' come la mucca pazza. La sera prima la signora mucca s'è mangiata una bella bistecca e la mattina si sveglia pazza. L'effetto è come quello della mucca del parmigiano reggiano che vuole scappare dal recinto.
Con la sindrome dell'autopaccasullaspalla si rompe il recinto che ti fa dire "per il bene mio e degli altri io posso arrivare fino a qui", la coscienza del limite intellettuale, delle capacità di ognuno. Insomma, è una malattia gravissima.

Insomma. Come si può capire sono tempi di grande attenzione. Il mio amico Socrate, dopo che la democrazia lo condannò a morte, ebbe la possibilità di fuggire ma preferì bere la cicuta. Si tenti, almeno, di non fare la stessa fine. Almeno, mi chiedo, perché bere la cicuta ancor prima che il processo cominci?

Pubblicato il: 07/02/2003

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