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Intervista ad Alessandro Benvenuti

Il versatile attore-regista ha anticipato i contenuti dello spettacolo e ha riservato al nostro giornale anche alcune divagazioni in assoluta libertà

di Stefania Tomba

E' in allestimento al Teatro Mancinelli"Come due gocce d'acqua", la commedia di Alessandro Benvenuti in programma per domenica prossima alle 21. Il versatile attore-regista ha anticipato i contenuti dello spettacolo e ci ha riservato anche alcune divagazioni in assoluta libertà.

Nel 1972 ha fondato con Athina Cenci il mitico gruppo dei Giancattivi. Da allora si è diviso tra cinema e teatro, tra il mestiere di attore e quello di regista. Qual è il ruolo che le calza maggiormente? Mi piace lavorare con gente brava e allora a quel punto è piacevolissimo fare l'uno e l'altro non c'è una cosa che mi piaccia di più, sono due cose che, se fatte bene, mi danno una eguale soddisfazione.

Quali sono le esperienze teatrali e cinematografiche a cui è più legato? Uno dei film che ricordo con maggior piacere e nel contempo struggimento è Ivo il tardivo. Un film che mi ha dato tantissimo anche a livello umano perché ho incontrato una terra, la Val d'Arno, delle persone e un gruppo di attori-amici assolutamente solidali con me. Tutto questo ha creato una situazione abbastanza irripetibile per magia e vita vissuta. L'ho amato e  continuo ad amarlo di più anche perché in"Ivo il Tardivo" ho interpretato un personaggio lontanissimo da me, quasi fosse un'altra cosa. Comunque tutti i film che ho fatto li ricordo con molto piacere perché ho sempre lavorato per fortuna  - salvo che una volta con Montesano - con persone molto intelligenti e tranquille. Mi è successo una volta sola di avere a che fare con una persona che aveva dei problemi che hanno condizionato in senso negativo l'esito del film. Per il resto sono stato molto fortunato. Quanto al teatro - che resta il mio primo e forse più grande amore - ho fatto e sto facendo tuttora delle magnifiche esperienze. Alcune delle cose che ho fatto sono già lavori che per mia fortuna sono riconosciuti per importanti a livello nazionale a cominciare da"Benvenuti in casa Gori" che da 18 anni che porto in tournè e che è diventato praticamente un piccolo cult, un testo quasi"classico".

Al Teatro Mancinelli  di Orvieto presenterà"Come due gocce d'acqua". Ce ne parla? Come due gocce d'acqua, che porterò domenica prossima al Mancinelli e che scrissi in una prima stesura nel 1991, è uno spettacolo curioso innanzitutto, perché è un thriller e a teatro non è che se ne vedano spesso di thriller.

Nel testo si confrontano due soggetti provenienti da realtà e culture diverse. Ma quello che sembra assumere i connotati di uno scontro a"sfondo razziale" si rivela lentamente qualcosa d'altro. Quanto c'è di attuale nei due personaggi e nel loro rapporto con la società? Molto, perché infondo il tema è quello della vendetta o del perdono, è quello dell'odio o dell'amore. E' quello che sta accadendo nel mondo: se sia giusto che prevalga il dialogo oppure l'odio, che il confronto sia il confronto delle armi o delle idee. E' la stessa domanda che questo macchinista e questo elettricista teatrale che montano la scena di un capolavoro del teatro che è"Aspettando Godot" praticamente rivolgono al pubblico. Se sia cioè più giusto vendicarsi per un torto subito oppure perdonare. E scoprono che infondo vittima e carnefice sono tutti e due parte di uno stesso problema, quasi necessari l'uno all'altro e perdonabili tutti e due. Una cosa interessante di"Come due gocce d'acqua" poi è che è uno spettacolo a colpi di scena ma estremamente divertente. Sul palco i due si scambiano battute al vetriolo - specie quelle del toscano -  che fanno ridere molto il pubblico per poi farlo entrare in un clima nero, un clima di sospetti, di mistero che aleggia nell'aria ma non si capisce bene cosa sia. E solo pian piano si svela la trama"criminale" che c'è sotto. Un'altra particolarità curiosa di questo spettacolo - che in parte ne sancisce anche il gradimento del pubblico - è questa specie di sindrome da pensionato che fa scaturire negli spettatori. Io e il mio compagno di lavoro, Gianni Pellegrino, infatti lavoriamo veramente sul palco, cioè montiamo realmente le scene e le luci di uno spettacolo, per cui al pubblico capita di entrare in quella specie di stato d'animo che hanno i pensionati quando vanno a giro per strada, trovano un cantiere e si fermano a guardare gli altri che lavorano perché non c'è nulla di più ipnotico di guardare gli altri mentre lavorano. E' una cosa interessante e originale che mi hanno riferito più e più persone che hanno visto lo spettacolo. Ognuno di noi nel fare questo mestiere deve tentare di fare spettacoli sempre più belli, sorprendenti e gradevoli possibili. Io mi auguro e spero di esserci riuscito con questo"Come due gocce di acqua!".

Ha interpretato"Soldati" di Marco Risi e a teatro ha portato in scena, tra l'altro"Atletico Ghiacciaia", spettacolo con riferimenti molto diretti alla televisione, all'attualità, alla politica Usa. Si ritieni un artista impegnato? Crede che cinema e teatro possano scuotere coscienze addormentate? E l'arte in generale che lo deve fare. L'arte è la voce dell'anima e come tale ti deve costringere a fare delle riflessioni sulla vita. Mi ritengo impegnato? Io sono impegnatissimo a far si che la mia passione civile non si spenga mai: ho tre figlie non posso fregarmene del mondo. Ho l'obbligo di chiedermi che razza di mondo sto consegnando alle mie figlie e non mi pare che io gli stia dando un gran bel mondo. Per questo sono impegnato a far si che il banale non vinca, sono impegnato a discutere perché ci sia l'accettazione delle diversità perché si affermi il dialogo e non la forza bruta perché l'ignoranza non trionfi. Cosa che invece sta facendo soprattutto grazie alla televisione, ai terribili programmi che la tv manda in onda. Programmi diseducativi, che uccidono l'infanzia dei nostri figli, perché li fanno diventare oggetti di consumo da subito. Terribile quello che sta facendo la televisione, che pure potrebbe essere un mezzo meraviglioso, se usato bene. Un mezzo di utilità pubblica, di diffusione di cultura, di informazione corretta e non di parte, di verità e non di bugie mascherate da verità. Abbiamo a che fare con un mondo in mano a persone senza scrupoli che pensano soltanto al danaro, perché soltanto il business in questo momento funziona e questo vuol dire privare i nostri figli degli stati naturali della vita. E senza l'infanzia i nostri figli diventeranno degli adulti imperfetti e non potranno fare altro che peggiorarla la nostra società. Allora certo che mi ritengo impegnato mi ritengo impegnato a dire queste cose con tutte le mie forze, con tutti i miei lavori di cinema di teatro e di televisione, se possibile.

I media spingono i giovani a fare i ballerini, i cantanti, gli attori di cinema. Si, a diventare dei disgraziati. Perché l'esempio offerto dalla tv è quello di quattro nullafacenti che stanno sdraiati sui divani a chiacchierare di nulla dalla mattina alla sera e poi vengono pagati per andare a farsi vedere dal vivo nelle discoteche. La televisione sta creando dei futuri ex famosi che diventeranno dei disgraziati senza limiti perché tutto quello che sta succedendo non ha senso. E' il vuoto assoluto dei valori. Bisognerebbe invece dire onestamente che bisogna studiare per fare spettacolo. Il nostro settore, quello artistico, è diventato il refugium peccatorum di tutti quelli che non hanno voglia di lavorare e in questa maniera diventeranno attori delle persone che non hanno in mano il mestiere. E tutti quelli che hanno studiato, speso dei soldi e sacrificato una parte della loro vita per imparare a fare questo mestiere verranno cacciati perché non son stupidi o banali come quelli che lo fanno in televisione. E' orribile.

Il teatro - in tutto questo - è un'arte piuttosto bistrattata. Perché? Certo, perchè in teatro recita chiunque. Il teatro dovrebbe invece dare lavoro a chi studia per essere un attore e non a chi lo fa casualmente e non sa neanche portare la voce alla quarta fila perché è abituato al microfonino.

Quali sono a suo avviso i problemi del teatro italiano dunque e quanta considerazione c'è da parte della politica per le sue sorti? C'è scarsa attenzione da parte degli organi dello stato, regionali, provinciali e comunali. Quest'anno i fondi del teatro sono stati tagliati da far paura. E' vero che siamo in crisi ma è anche vero che come bisogna riempire la pancia di cibo c'è anche bisogno di riempire la testa di idee. Sono organi - pancia e cervello - egualmente importanti per cui una nazione che fosse civile capirebbe quant'è importante che i propri cittadini mangino e pensino bene, non mangino e basta.

Pubblicato il: 17/11/2004

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