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L'ira di Mocio

 È ora di farla finita con queste false privatizzazioni che privatizzano gli utili e socializzano le perdite". Così il sindaco di Orvieto nei confronti di Poste italiane che all'iniziativa di ieri in Comune contro la chiusura degli sportelli di Canale e Sugano non si è neanche presentata

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ORVIETO -"Arrogante" è definito dal sindaco Stefano Mocio l'atteggiamento di Poste Italiane spa che ha disertato l'incontro fissato per ieri pomeriggio in sala consiliare che sarebbe servito a fare il punto sui servizi a scartamento ridotto nelle frazioni."È ora di farla finita con queste false privatizzazioni che privatizzano gli utili e socializzano le perdite: istituiremo un'assemblea permanente, interesseremo tutte le forze regionali e parlamentari - ha proseguito -  e chiederemo la consulenza giuridica necessaria per conoscere i conti dell'azienda". È irrefrenabile l'ira di Mocio contro Poste Italiane che minaccia la chiusura degli sportelli di Canale e Sugano e"non garantisce personale sufficiente ad assicurare il servizio", come nel caso degli uffici di Sferracavallo."Dove vanno a finire i proventi di uffici che si reggono economicamente da soli?" Incalza il primo cittadino.

Per l'iniziativa, anticipata da rumorose proteste e anche una mozione a firma Ds e Prc, c'era grande attesa, al punto che la sala comunale era gremita. Così la sala doppiamente snobbata rilancia. E tra le proposte di ritorsione per la chiusura degli uffici è stata lanciata anche l'idea di chiudere i conti correnti postali.

Pubblicato il: 13/11/2004

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