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Blitz tra i filari delle vigne dell'Orvietano

Espulsi nove extracomunitari: l'operazione fulminante contro lo sfruttamento della manodopera clandestina è stata messa a segno nel corso dell'ultimo fine settimana dagli agenti del commissariato orvietano. Nel mirino le campagne tra Orvieto, Allerona e Morrano

di Stefania Tomba

ORVIETO - Blitz tra i filari delle vigne dell'Orvietano, espulsi nove extracomunitari. L'operazione fulminante contro lo sfruttamento della manodopera clandestina è stata messa a segno nel corso dell'ultimo fine settimana dagli agenti del commissariato orvietano sotto la direzione del dirigente, Elisa Cozza.

Si tratta di sette cittadini rumeni, tra i quali due donne, ed altri due cittadini stranieri di diversa nazionalità, tutti di età compresa tra i 25 e i 35 anni. E tutti sorpresi sprovvisti del regolare permesso di soggiorno. Gli extracomunitari sono stati accompagnati presso l'ufficio immigrazione della Questura di Terni. Sarà il prefetto ad emettere il decreto di espulsione. Uno di loro è stato denunciato alla magistratura per non aver ottemperato ad un precedente provvedimento in tal senso emesso dal prefetto di Chieti, nello scorso mese di agosto.

I clandestini erano probabilmente impiegati come braccianti agricoli occasionali presso alcuni proprietari della zona. Questa l'ipotesi al vaglio degli inquirenti alla luce delle ispezioni effettuate nel fine settimana nelle campagne dell'Orvietano: nel mirino soprattutto la manodopera impiegata nei vigneti intorno a Orvieto, Morrano e Allerona. Quattro gli appostamenti degli agenti che si sono succeduti nel fine settimana, da venerdì fino a lunedì scorso: il proprietario - o chi per lui - avrebbe provveduto puntualmente ogni giorno a prelevare la manodopera clandestina secondo un appuntamento fisso, allo stesso posto e alla stessa ora.

Fintanto che lunedì scorso qualcosa è andato storto. E il proprietario, una volta resosi conto della presenza dei poliziotti, avrebbe improvvisamente ingranato la retro, lasciando al palo la presunta manodopera. Gli extracomunitari, immediatamente sottoposti a controllo, sono risultati tutti sprovvisti del regolare permesso di soggiorno. Con gli agenti si sarebbero giustificati dichiarando di essere arrivati in Italia appena il giorno prima, consapevoli di avere, a quel punto, otto giorni di tempo a disposizione per regolarizzare la loro presenza sul territorio nazionale. Ma il timbro del passaporto li ha traditi.

Le indagini proseguono ora al fine di valutare le effettive responsabilità del presunto datore di lavoro, fuggito alla vista delle forze dell'ordine. L'attenzione sul fronte dello sfruttamento della manodopera clandestina resta alto specie in quei periodi, come questo della raccolta dell'uva o delle olive, in cui si alza la domanda di braccianti a fronte di una offerta locale decisamente in calo.

Pubblicato il: 19/10/2004

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