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Andrea Scopetti intervistato da Gian Marco Di Pietro per "Era 2000"

Così, in un recente passato, interveniva Andrea Scopetti, consigliere provinciale della Margherita

Cronaca

Com'è la situazione dei rifiuti in Umbria? Vi sono impianti per il loro trattamento e la termo-distruzione?
La situazione dei rifiuti in Umbria, soprattutto per quanto riguarda la durata di alcune discariche come Pietra Melina e Sant'Orsola e l'attuazione di una corretta politica di Raccolta Differenziata, può essere considerata di prossima emergenza; da qui l'urgenza di approvare il nuovo Piano di Smaltimento dei Rifiuti per poter fronteggiare in tempo, magari con scelte innovative, questi problemi e non trovarsi poi a gestirli in un clima di crisi e di emergenza assoluta. È necessario, poi, ottimizzare alcune discariche, come quella di "Le Crete" di Orvieto, che possono essere considerate all'avanguardia nazionale. La discarica "Le Crete", infatti, essendo dotata di un centro di preselezione e di compostaggio per la produzione di compost di qualità, per poter funzionare a regime richiede l'attuazione di una corretta politica di Raccolta Differenziata.
Per quanto riguardagli impianti di termovalorizzazione è attivo un solo impianto situato a Terni.
Su questo impianto è necessario fare alcune osservazioni: si tratta di un vecchio termovalorizzatore (ha 25 anni!) entrato in funzione dal 1997; non riesce a produrre energia per coprire i costi e rimette circa tre miliardi annui, che vanno a ricadere sulla tariffa a carico dei cittadini. Ritengo che questo impianto sia obsoleto e pericoloso per i cittadini e per l'ambiente e che vada chiuso il prima possibile.

Il decreto Ronchi, nella nostra Regione, è attuato?
La Regione Umbria rispetto ai parametri che il Decreto Ronchi individua, soprattutto per quanto riguarda le percentuali di rifiuti da raccogliere in maniera differenziata, è molto in ritardo; basti pensare che la media di R.D. della regione Umbria secondo gli ultimi dati si aggira, realmente, intorno al 6% rispetto ad una percentuale prevista dal decreto Ronchi per il 2001 che è di circa il 20%.
Per invertire questa tendenza è necessario non solo andare il prima possibile all'approvazione del nuovo piano Regionale di Smaltimento dei Rifiuti, (approvato poi lo scorso anno ndr) ma cercare anche di cambiare l'approccio culturale sbagliato che in molti nella nostra regione negli ultimi tempi hanno perseguito. Bisogna che si passi dalla politica del "Più rifiuto produco, più guadagno" alla politica del "Meno Rifiuto produco, più guadagno" che in breve tempo può portare a riscontri positivi in materia di durata delle discariche, di economia intorno alla Raccolta Differenziata, di arricchimento culturale e di salvaguardia ambientale.

A livello legislativo cos'è stato fatto?
Finora poco. Il 2001 potrebbe essere un anno di svolta, è iniziato infatti l'iter che dovrà portare il Consiglio Regionale dell'Umbria all'approvazione del nuovo Piano di Smaltimento dei Rifiuti. Attraverso quest'importante atto sarà possibile fissare per i prossimi anni obiettivi prestigiosi che potranno proiettare la nostra regione all'avanguardia nazionale in tema di smaltimento dei rifiuti.

Secondo lei, quali sono le linee da seguire per arrivare ad una corretta politica di trattamento dei rifiuti?
Credo che le linee guida espresse dal nuovo piano per lo smaltimento - riduzione della produzione dei rifiuti e della loro pericolosità, raccolta differenziata e riciclaggio dei materiali contenuti nei rifiuti, produzione del compost di qualità mediante la utilizzazione della "frazione umida" presente nei rifiuti, raccolta in forma separata, utilizzazione di frazioni dei rifiuti per la produzione di energia - costituiscano principi seri e basilari da cui partire per poter iniziare un lavoro concreto.
Il problema, come sempre accade in Italia, è, semmai, quello di arrivare all'attuazione delle leggi e passare dai principi alle vie di fatto: speriamo che l'Umbria abbia la capacità la forza e il coraggio per raggiungere gli obbiettivi che si è proposta.

È possibile che con una diversa politica sui rifiuti si possano formare posti di lavoro? E quali ritiene possano essere?
Bisogna trasformare il problema rifiuti in risorsa. Attuando una corretta politica di smaltimento dei rifiuti non solo si salvaguarda il proprio territorio, si riduce l'inquinamento e si arricchisce la coscienza ambientale e culturale ma si può sviluppare anche una forte politica occupazionale.
Basti pensare che, secondo importanti studi che hanno trovato poi conferma con la realizzazione sul campo per ogni milione di tonnellate di rifiuti che s'inceneriscono, si sviluppano 40 posti di lavoro, per ogni milione di tonnellate di rifiuti che si smaltiscono nelle discariche normali si creano 300 posti di lavoro, per ogni milione di tonnellate di rifiuti che si smaltiscono con la raccolta differenziata si creano 1600 posti di lavoro. I dati mi sembrano abbastanza indicativi, bisognerebbe rifletterci con più attenzione.


Qual è il livello di professionalità delle aziende che trattano i rifiuti, soprattutto pericolosi? Vi possono essere rischi per la comunità?
Certamente il trattamento dei rifiuti ha bisogno d'elevata professionalità e continuo controllo. L'Umbria non è di certo al livello di tante regioni (vd. Campania) dove le discariche sono realmente un rischio per la salubrità dei cittadini, ma sicuramente va fatto di più soprattutto a livello di controllo delle discariche che la Regione, le Province e i Comuni devono esercitare.

Parlando di discariche, qual è la situazione nella "verde" Umbria? Ve ne sono di abusive?

Non esistono discariche abusive salvo piccoli centri di assemblaggio di rifiuti particolari, come il ferrame, che spesso non sono autorizzati ma si sta andando verso una bonifica anche di questi piccoli centri.

Pubblicato il: 07/02/2003

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