Quel cinema non s'ha da fare

di Stefania Tomba
ORVIETO - La censura arriva ad Orvieto. La"Mala Education", l'ultima fatica cinematografica di Almodovar, in uscita in Italia lo scorso 7 di ottobre, non potrà essere proiettato. Il contratto d'affitto tra i gestori del cinema Corso e la Curia Vescovile, proprietaria dei locali, parlerebbe chiaro. All'interno della struttura sembra non possa andare in programmazione una pellicola contraria alla morale. Al bando sarebbero stati messi, nero su bianco, tutti quei film che disturbano i principi della Chiesa e della cultura cattolica. Figuriamoci, quindi, se si sarebbe potuta proiettare una pellicola che racconta di pedofilia e di rapporti omosessuali all'interno di una scuola religiosa ed in cui uno dei co-protagonisti è un ecclesiastico.

Un film che ha aperto la 57esima edizione del festival di Venezia. Ambientato nella Spagna franchista, denuncia le violenze di alcuni sacerdoti pedofili ai danni di ragazzini, ospitati negli istituti religiosi. Nella multisala di Orvieto - proprio per effetto delle clausole restrittive incluse nel contratto di locazione - non arriverà. C'è tanto di locandina per specificare che i fan di Almodovar dovranno spostarsi a Montefiascone per assistere alla proiezione di questo film. Eppure c'è chi si chiede come mai la stessa censura non sia scattata per la proiezione di Magdalene, di Peter Mullan. Un film uscito nelle sale due anni fa e regolarmente arrivato anche in quelle orvietane.

Eppure l'argomento era altrettanto caustico nei confronti degli esponenti della chiesa cattolica. Nei conventi irlandesi delle Maddalene, alla fine degli anni'60, arrivavano ragazze mandate lì dalle famiglie o dagli orfanotrofi per espiare i peccati di lussuria di cui si erano macchiate. E qui erano umiliate e picchiate dalle suore che le tenevano in cattività. Insomma, per le due pellicole pesi e misure diverse?