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Rifiuti: sotto tiro i bilanci dei Comuni dell'Orvietano

Sono i mancati conferimenti all'impianto industriale de"Le Crete", sottoposto a sequestro nello scorso mese di aprile, e la ormai vicina tariffa unica provinciale a scuotere i libri contabili dei segretari comunali del comprensorio. E se per Orvieto la partita sarà dura - i primi risvolti si sono visti già in fase di riequilibrio del bilancio - il  corto circuito annunciato si profila tanto più preoccupante per le poco capienti casse comunali dell'Orvietano

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di Stefania Tomba

ORVIETO - Rifiuti: sotto tiro i bilanci dei Comuni dell'Orvietano. Sono i mancati conferimenti all'impianto industriale de"Le Crete", sottoposto a sequestro nello scorso mese di aprile, e la ormai vicina tariffa unica provinciale a scuotere i libri contabili dei segretari comunali del comprensorio. E se per Orvieto la partita sarà dura - i primi risvolti si sono visti già in fase di riequilibrio del bilancio - il  corto circuito annunciato si profila tanto più preoccupante per le poco capienti casse comunali dell'Orvietano. I margini di manovra, proprio in ragione della matematica dei piccoli numeri, saranno tanto più stretti. Lo smaltimento dei rifiuti si avvia a percorrere la strada già percorsa dall'acqua. Quella verso la tariffazione unica. Tariffazione che subentrerà quando, definita la partita dei rifiuti speciali lasciata in sospeso due anni fa, entrerà a tutti gli effetti in fase esecutiva il nuovo piano regionale dei rifiuti.

Ma le disgrazie economiche non finiscono qui. Su quella tariffa una componente importante sarà rappresentata dai costi sostenuti dall'impianto industriale di compostaggio per lo smaltimento dei rifiuti. Ovvero, per una cristallina e inesorabile legge matematica, tanto più diminuiranno i quantitativi in discarica, tanto più si alzeranno le tariffe imposte dal gestore privato ai Comuni. A conti fatti si arriverebbe a parlare di spese triplicate per i Comuni del comprensorio orvietano, che passerebbero dalla attuale tariffa agevolata pari a 19 euro per ogni tonnellata di rifiuti a una che si aggirerebbe intorno ai 57 euro.

Questo in linea di massima perché il coefficiente con cui si moltiplicherà il dato potrà variare in funzione anche di altre componenti che sono attualmente in fase di revisione. In ogni caso un aumento del genere difficilmente potrà non riverberarsi sull'utenza specie laddove, come sempre più spesso accade nei piccoli comuni sempre più spesso alle prese con bilanci da equilibrismi impossibili. A quel punto la sforbiciata sarà tale per cui le amministrazioni si troveranno di fronte ad un unico bivio. Aumentare spropositatamente le tariffe per lo smaltimento ai cittadini oppure tagliare le spese per i servizi cosiddetti non essenziali.

Significa per esempio il trasporto comunale scolastico, la cultura, i contributi didattici alle scuole, i servizi per il tempo libero. Altre soluzioni? Ambientalisti e opposizioni da tempo rivendicano la necessità di un'economia orvietana che non soggiaccia al ricatto del rifiuto. Ma altri progetti industriali non sono stati messi sul tavolo. Quindi, al momento, la rivendicazione di un ambito per il conferimento dei rifiuti più ampio che permetta alla discarica di funzionare a pieno ritmo e non richiedere tariffe più alte ai cittadini, resta l'unica ipotesi avanzata. Ma la concorrenza ternana e perugina rende difficile l'operazione. Il business dei rifiuti è troppo ghiotto.

Pubblicato il: 06/10/2004

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