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I 60 anni della Cgil di Orvieto

Festeggia il suo sessantesimo compleanno la Camera del lavoro di Orvieto in un periodo di grave crisi economica nazionale che la città del Duomo e il suo comprensorio rischiano di pagare a caro prezzo. A chiudere i battenti, negli ultimi sette anni, tredici aziende con la perdita di oltre 300 posti di lavoro

Economia

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di Simona Coccimiglio

I 60 anni della Cgil, luci ed ombre del sistema economico locale.

Festeggia il suo sessantesimo compleanno la Camera del lavoro di Orvieto in un periodo di grave crisi economica nazionale che la città del Duomo e il suo comprensorio rischiano di pagare a caro prezzo.

"I numeri sulla disoccupazione e sugli avviamenti al lavoro - afferma Maria Rita Paggio, neo segretario della Cgil - rivelano che il territorio orvietano è in linea con quello regionale e provinciale.

L'agricoltura ed il terziario continuano ad essere i settori con il maggior numero di avviati al lavoro e addirittura nel 2003, dai dati emersi nel rapporto sul mercato del lavoro della Provincia di Terni, si registra nell'Orvietano un incremento di nuovi occupati con contratti a tempo indeterminato".

Elementi di positività a cui fanno riscontro dati di segno totalmente opposto.

"Dal '97 ad oggi - continua il segretario della Cgil - c'è stata una contrazione significativa di posti di lavoro in aziende di medie dimensioni che hanno chiuso o fortemente ridotto il numero degli addetti".

A chiudere i battenti, negli ultimi sette anni, tredici aziende con la perdita di oltre 300 posti di lavoro.

"Si è registrato - sottolinea Maria Rita Paggio - la contrazione del numero degli addetti per crisi aziendali che hanno ridotto di circa 90 unità.

A questo si aggiunge poi la preoccupazione per un realtà produttiva come la Trafomec che ha significative ricadute occupazionali nell'Alto Orvietano".

Una situazione grave e preoccupante del sistema economico locale su cui gravano ancora le conseguenze della crisi profonda vissuta tra il 1990 e il 1997.

"Anni - prosegue il segretario - in cui si sono persi ben 700 posti di lavoro e 333 aziende hanno chiuso la loro attività.

Nonostante questo grazie al suo sistema produttivo, alla presenza di una diffusa rete di micro imprese, alla scelta di puntare sull'innovazione e la formazione (che hanno prodotto nuove dinamiche di sviluppo in settori tradizionali come l'agricoltura, la vitivinicoltura, l'olivicoltura e gli agriturismi) Orvieto ha in parte invertito la tendenza la declino".

La situazione economica per la nostra città, caratterizzata da un sistema produttivo molto fragile, rimane tuttavia difficile.

"La Cgil propone alle istituzioni e alle forze imprenditoriali una nuova stagione - conclude Maria Rita Paggio - che a partire dalla ricca elaborazione progettuale di questo territorio e alla valorizzazione dei processi in atto, connessi al riuso della Piave e dell'università, punti al rafforzamento, alla crescita e all'insediamento di nuove imprese".

 

Pubblicato il: 29/09/2004

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