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Abuso delle figlie, orvietano alla sbarra

Il processo prosegue rigorosamente a porte chiuse e con l'obbligo imposto dal presidente del tribunale di non rivelare alcun particolare ai giornali

Cronaca

di Simona Coccimiglio

Violenza sessuale sulle figlie minorenni.

Torna oggi alla sbarra il cinquantenne orvietano accusato di aver abusato delle sue due bambine.

Il processo prosegue rigorosamente a porte chiuse e con l'obbligo imposto dal presidente del tribunale di non rivelare alcun particolare ai giornali.

Dall'ottobre dello scorso anno sul commerciante, difeso in aula dall'avvocato Manlio Morcella, pende l'accusa infamante di violenza sessuale ai danni delle due figliolette che nell'estate del 2001, epoca dei fatti contestati da sua moglie, avevano cinque e sette anni.

A rendere la propria testimonianza in tribunale, nel corso delle passate udienze, il primario di Ostetricia dell'ospedale di Orvieto e un suo assistente che avevano sottoposto le minorenni ad un controllo medico dopo la denuncia presentata ai carabinieri dalla donna.

In una precedente udienza era stata ascoltata anche la deposizione, in qualità di teste, di una ginecologa. La sua testimonianza avrebbe lasciato spazio alle accuse sostenute dal pubblico ministero.

La visita medica a cui la dottoressa aveva sottoposto le due bambine aveva infatti permesso di rinvenire su una di loro alcuni segni.

Ematomi che potrebbero risultare compatibili con l'ipotesi dell'imputazione contestata al padre delle bimbe, che si è sempre dichiarato innocente.

Dopo i risultati delle visite mediche della ginecologa erano stati esposti gli esiti delle perizie effettuate dagli psicologi.

Una udienza fiume, nel corso della quale i tre esperti avevano tracciato un profilo pressoché concorde delle due bambine.

Bambine adeguatamente mature per la loro età  e senza particolari tratti psicologici tali da denotare traumi derivanti da abusi.

A sfilare davanti ai giudici del collegio del tribunale di Orvieto anche una governante della famiglia la cui testimonianza non avrebbe apportato elementi di riscontro di particolare interesse e due carabinieri che avevano effettuato dei sopralluoghi nell'abitazione dopo che la moglie aveva rivolto le pesantissime accuse al marito.

L'imputato, su cui grava il peso di una terribile accusa, continua a professare la propria innocenza mentre i suoi legali ipotizzano apertamente che all'origine della grave e delicata vicenda giudiziaria risiedano i problemi esistenti nel rapporto tra i due coniugi.

Il sospetto, aleggiato sul processo sin dalla prima udienza, è che la moglie possa aver denunciato il marito per motivi che non hanno nulla a che vedere con le presunte violenze sessuali ai danni delle due bambine.

 

Pubblicato il: 19/09/2004

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