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Sei bombe in 9 anni

Quella cessata ieri mattina pochi minuti dopo le 11 è stata l'ennesima emergenza bomba: la 6° in appena 9 anni. A dir poco incalzante il ritmo con cui dal '95 ad oggi si sono succeduti i rinvenimenti di ordigni inesplosi relativi ai bombardamenti che colpirono l'Orvietano tra il '43 e il '44. Ecco i precedenti

di Stefania Tomba

 

ORVIETO - Quella cessata ieri mattina pochi minuti dopo le 11 è stata l'ennesima emergenza bomba: la 6° in appena 9 anni. A dir poco incalzante il ritmo con cui dal '95 ad oggi si sono succeduti i rinvenimenti di ordigni inesplosi relativi ai bombardamenti che colpirono l'Orvietano tra il '43 e il '44. Nel tornare"a bomba" è dato ricordare quello del dicembre '95. Anche allora si rese necessaria la chiusura dell'Autosole e della linea ferroviaria, in quel caso della Direttissima. Oltre all'evacuazione della gran parte degli abitanti dello Scalo e di Ciconia, per il rinvenimento di un ordigno bellico affiorato nel corso dei lavori di scavo per la realizzazione del centro commerciale il Borgo.

 

Tra il luglio '99 e l'aprile 2000 tre furono le operazioni di bonifica che videro impegnati artificieri, forze dell'ordine e Protezione civile. Gli ordigni, allora, erano tornati alla luce uno in località Poggio Capanna, tra Allerona e Castelviscardo, e due in località Pianlungo. Il più vicino in ordine di tempo, infine, giusto lo scorso anno. Si trattava di una bomba da 250 libbre rinvenuta nei pressi della zona artigianale di Baschi. In quell'occasione per il modesto potere di deflagrazione dell'ordigno non ci fu bisogno di chiudere né l'Autostrada del Sole, né la statale per Todi. Ma fu unicamente evacuata una abitazione all'interno dell'area di rischio.

 

Ben più impegnativi, anche da un punto di vista economico, gli interventi tra il '99 e il 2000. Per quelli resta tuttora alla fase istruttoria il contenzioso civile che dovrà stabilire chi - tra i Comuni interessati e la Prefettura -  pagherà le fatture emesse dalle aziende per le operazioni di brillamento. Comune e Prefettura stavolta hanno fatto i patti chiari. E prima di dare il via all'intervento hanno provveduto a battere cassa presso il Dipartimento nazionale di protezione civile che ha garantito il saldo delle spese. Si tratta di 5 mila euro a fronte dei 50 milioni delle vecchie lire che occorrevano in passato. Questo grazie alla ottimizzazione delle risorse e soprattutto grazie ai mezzi utilizzati che sono stati messi in campo, per la prima volta, dall'Esercito. 

Pubblicato il: 12/09/2004

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