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Presentato l'Ufficio della Cittadinanza dell'Orvietano. Un protocollo d'intesa in materia di promozione della salute

Partito ufficialmente l'Ufficio della Cittadinanza. Il Comune di Orvieto, la Scuola di specializzazionein psicologia della salute della Sapienza ed il Centro studi città di Orvieto insieme per una migliore la qualità della vita

Cronaca

Sabato 25 gennaio , presso la Sala degli Archi di Palazzo dei Sette, nel corso della tavola rotonda sul tema "La fragilità nella vita quotidiana", è avvenuta la presentazione dell'Ufficio della Cittadinanza dell'àmbito territoriale dell'Orvietano.
All'appuntamento nel quale è stato anche presentato il protocollo d'intesa in materia di integrazione, programmazione e sperimentazione di interventi inerenti la promozione della salute che verrà sottoscritto tra la Scuola di specializzazione in psicologia della salute presso l'Università "La Sapienza" di Roma con sede in Orvieto, l'Amministrazione comunale di Orvieto e il Centro studi Città di Orvieto, sono intervenuti l'assessore alla cultura, Enrico Petrangeli, il promotore sociale dell'àmbito territoriale , Tonino Ciarlona, e gli operatori dell'Ufficio della cittadinanza. La tavola rotonda che è seguita subito dopo, è stata condotta dal giornalista Santo Della Volpe e vi hanno partecipato Ugo Ascoli, Mario Bertini, Stefano Cimicchi, Gaia Grossi.

I soggetti che hanno formulato il protocollo si impegnano a realizzare vari interventi a favore della comunità, mettendo a disposizione le risorse professionali, le competenze, le strutture e le risorse finanziarie, al fine di costituire una rete di servizi volta a fornire strumenti per il perseguimento di consapevoli atteggiamenti di autotutela della propria salute e per un miglioramento della qualità della vita e del benessere per tutte le persone presenti nella comunità di questo ambito territoriale.

Il protocollo d'intesa si prefigge le seguenti finalità:
- impegnare reciprocamente i soggetti firmatari mettendo in connessione le proprie risorse, per la promozione della salute nel territorio;
- contribuire a condurre una corretta analisi della domanda di salute in grado di definire il panorama delle aspettative, dei bisogni, delle culture e delle risorse della comunità locale;
- elaborare strumenti di sollecitazione e di maturazione dei processi partecipativi, in modo da rendere la comunità competente e coprotagonista di un itinerario in cui gli obiettivi sono comuni e condivisi, anche se i ruoli e le responsabilità, assunti nel processo stesso vengono mantenuti distinti;
- perseguire le finalità previste nel "Piano regolatore per il benessere";
- valorizzare le risorse esistenti sul territorio;
- sostenere i percorsi sociali mediante adeguati interventi di formazione intesi come momenti di qualificazione;
- attivare percorsi di valutazione rispetto alle iniziative messe in atto con il presente Protocollo d'intesa;
- valutare l'impatto psicosociale delle iniziative che si attivano nell'ambito della programmazione territoriale.
Gli obiettivi specifici del protocollo d'intesa sono:
· Attivare percorsi di ascolto e di decodificazione delle richieste del singolo e della comunità locale;
· Proporre momenti di formazione prevedendo come aspetto qualificante l'utilizzo delle possibili risorse che il territorio esprime;
· Promuovere le "life skills" in diversi contesti della vita quotidiana;
· Attivare percorsi di ricerca/intervento, derivanti dalla raccolta di domande anche non pienamente esplicitate e non riconducibili a situazioni di disagio psico-sociale e/o somatico conclamato, che incidano sia a livello di singolo individuo che di intera comunità;
· Perseguire gli obiettivi previsti nel "Piano regolatore per il benessere" allegato al presente atto di cui ne costituisce parte integrante;
· Favorire e valorizzare forme di autogestione della comunità e delle risorse individuali in materia di promozione del benessere bio-psico-sociale;
· Favorire la documentazione e la diffusione del materiale prodotto, attraverso forme chiare di comunicazione, rendendole disponibili per la loro consultazione;
· Costituzione di un "Centro di Psicologia della salute" in cui troveranno coordinamento e sviluppo gli interventi attuati nell'ambito della progettazione di cui al presente atto, avendo come interfaccia collaborativa i servizi organizzati dagli enti pubblici e dal volontariato locale.
Le finalità e gli obiettivi saranno tradotti in un progetto che verrà messo a punto dal gruppo di lavoro inteso come strumento operativo del protocollo, composto da un referente nominato da ciascun Ente che sottoscrive il Protocollo d'Intesa, che procederà alla elaborazione di proposte progettuali/operative che saranno oggetto di approvazione da parte dei rispettivi enti di appartenenza.

Le priorità degli obiettivi e delle finalità che si intendono realizzare nel periodo di validità del protocollo d'intesa (la durata è triennale a decorrere da gennaio 2003 e sarà soggetto a valutazione congiunta tra le parti entro la scadenza prevista) sono:
· Ascolto, monitoraggio e rilevazione di domande espresse e latenti della comunità locale da realizzarsi presso l'Ufficio della Cittadinanza e/o altri servizi pubblici sociali e sanitari;
· Percorsi di formazione rivolti ad operatori pubblici e del privato sociale, a livello di ambito territoriale, per valorizzare e qualificare ulteriormente le risorse esistenti;
· Monitoraggio, progettazione ed interventi di promozione/prevenzione in merito all'emersione di situazioni di "fragilità" aventi possibili ripercussioni di carattere sociale e psicologico;
· Veicolare la documentazione prodotta in termini di diffusione delle informazioni e delle conoscenze, in modo tale che si favorisca l'accesso e quindi la scelta libera e consapevole;
· Piano regolatore per il benessere, partendo da priorità condivise;
· Realizzazione di un "Centro di Psicologia della salute".

In concreto, al fine del raggiungimento dei suddetti scopi, gli enti firmatari metteranno a disposizione i seguenti mezzi e risorse: la Scuola di specializzazione in psicologia della salute fornirà consulenze scientifiche e professionali in merito ad analisi delle domande rilevate, documentazione, valutazione; proporrà esperienze pratiche di tirocinio attraverso l'attivazione di borse di studio; metterà a disposizione i propri strumenti di documentazione specialistica; promuoverà d'intesa con gli altri soggetti iniziative di formazione e docenza, garantendo la progettazione, la supervisione scientifica e la valutazione.
Il Comune di Orvieto metterà a disposizione, come risorsa operativa e professionale, l'Ufficio della Cittadinanza, nei modi e nei tempi da concordarsi per ogni singolo progetto; attiverà un finanziamento finalizzato all'attuazione di borse di studio, inerenti gli ambiti progettuali la cui quantità ed i relativi importi economici saranno definiti annualmente, sulla base delle disponibilità di bilancio. Per l'anno 2003 tale importo è pari a 15.000,00 euro lordi; Il Comune fornirà, inoltre, possibili spazi ed attrezzature per iniziative di carattere culturale e promozionale delle attività; metterà a disposizione eventuali professionalità e competenze del proprio Ente; promuoverà, d'intesa con gli altri soggetti sottoscrittori, iniziative di formazione e ricerca.
La Fondazione Centro studi Città di Orvieto, infine, individuerà presso il complesso del Santa Maria della Stella i locali idonei alla ubicazione del "Centro di psicologia della salute"; porrà le condizioni di lavoro per una unità di segreteria sia per il "Centro di psicologia della salute" sia per i progetti previsti dal protocollo d'intesa; metterà a disposizione le proprie professionalità e competenze eventualmente richieste; favorirà ed attiverà forme di collaborazione ed integrazione, su progetti specifici, con gli indirizzi didattici e scientifici presenti all'interno del Centro studi; promuoverà, d'intesa con gli altri soggetti sottoscrittori, iniziative di formazione e ricerca.
I tre enti parteciperanno con un proprio referente al gruppo di lavoro già citato, che in base alle diverse esigenze progettuali, verrà esteso ad esperti dell'ASL.
Gli interventi:

Ugo Ascoli, Sociologo - Assessore alle Politiche Sociali della Regione Marche ha affermato: «Stiamo assistendo ad un fenomeno in cui la popolazione Italiana si trova sempre più spesso ad affrontare gravi difficoltà sociali; l'incertezza, il rischio, la vulnerabilità rendono difficile la visione di un futuro sereno. La perdita del lavoro in età avanzata, l'aumento delle nicchie di povertà, l'alta percentuale di disoccupazione, la bassa scolarizzazione, l'immigrazione, l'invecchiamento della popolazione, la fragilità delle famiglie, problematiche adolescenziali e legate alla genitorialità, costituiscono fattori di grossa vulnerabilità sociale. Nel corso di pochi anni l'area del disagio sociale è andata ad estendersi a dismisura, ed incontrastata continua la propria ascesa; esiste infatti un'alta percentuale di persone che affronta la propria vita quotidiana senza alcuna disabilità, ma la loro fragilità è tale che una piccola variazione può essere causa di grosse difficoltà sociali. Parliamo in questo caso di disagio dei normali, di coloro che improvvisamente precipitano in situazione di emergenza, andando a gravare sull'area di intervento dei servizi sociali. L'Ufficio della Cittadinanza nasce proprio come strumento volto ad arginare l'avanzamento di tutte quelle situazioni di difficoltà, che non essendo state correttamente contrastate sfociano in situazione di disagio conclamato, e che hanno reso troppo spesso il servizio sociale il pronto soccorso del sociale. L'Italia pur essendo una società del benessere conta circa metà della sua popolazione che vive in una situazione di vulnerabilità, correndo il rischio reale di retrocedere da una situazione di benessere a quella di disagio.Quello che noi oggi stiamo proponendo attraverso l'Ufficio della Cittadinanza - ha aggiunto - è una nuova modalità lavorativa, diversa rispetto alla tipica prestazione del servizio sociale che fonda i suoi interventi prevalentemente sull'area dell'assistenzialismo, rendendo coloro che vi si rivolgono dei diversi. L'ufficio della cittadinanza dovrà diventare un luogo di ascolto, dialogo, accompagnamento, rivolto a tutta la comunità, coloro che vi si rivolgono non dovranno più essere degli stigmatizzati. L'équipe multiprofessionale che opera all'interno dell'Ufficio della Cittadinanza composto da Assistenti Sociali Educatori Professionali e Comunicatori Sociali dovrà garantire il servizio a tutta la popolazione che risiede sul territorio. L'Ufficio della Cittadinanza costituisce, pertanto, il primo momento di azione dietro al quale esistono altri servizi che vanno a completare la rete di intervento».

Stefano Cimicchi, Sindaco di Orvieto ha sottolineato «l'evidenza di un disagio diffuso, nascosto soprattutto tra quelle società che non lo danno a vedere, dove le sofferenze si legano alle carenze. Il Welfare locale presuppone una azione vera nel sistema economico, formativo ed imprenditoriale con il quale porsi all'avanguardia. L'area vasta del territorio orvietano, in questo senso sta lavorando bene organizzando una offerta di servizi ed attivando forme di gestione e strutture come l'Ufficio della Cittadinanza, formando operatori sociali in grado di rispondere pienamente ai bisogni che giungono dalla società locale; tuttavia ci preoccupano gli scenari futuri: se il federalismo solidale non rimane - e l'Umbria in questo senso è debole in quanto vive al di sopra delle proprie possibilità - aumenta la problematicità sociale e la capacità di intervento, inoltre le incertezze di questo momento storico legate al rischio della guerra, aggravano ogni più volenterosa programmazione».

Enrico Petrangeli, assessore alla cultura ha ricordato che «da tempo, l'Amministrazione comunale sta lavorando con il contributo di esperti scientifici della complessa materia sociale (psicologi, sociologi, antropologi) al cosiddetto Piano regolatore del benessere che, evidentemente, implica un'analisi di tipo psicologico, sociologico ed antropologico per riuscire a realizzare il passaggio dalla fase del disagio/disturbo alla fase del recupero vero e proprio. Tutto ciò pone un problema che è anche organizzativo dei servizi, in termini di ubicazione, collocazione, immagine, azioni, movimento: dell'andare, cioè, verso le persone che hanno bisogno. Tutto ciò è possibile con la costituzione di un tavolo di concertazione vero, creando tra la comunità una consapevolezza della persona che tenda ad accogliere, ad integrare e non ad escludere il soggetto in difficoltà».

Gaia Grossi, sssessore alle politiche sociali della Regione dell'Umbria ha concluso i lavori del convegno sottolineando che «la parola-chiave emergente è l'integrazione tra progetti sociali e progetti socio-sanitari. Il Protocollo d'Intesa che è stato presentato e presto verrà sottoscritto, sottolinea proprio il concetto di integrazione unitamente al metodo della concertazione che è sintesi vitale per dare attuazione a quanto si intende realizzare di veramente efficace sul terreno sociale. Dalla società deve giungere una risposta forte contro i tagli alle politiche sociali che penalizzano tutti, rompendo l'intera economia regionale. Una politica sociale adeguata è stata determinante, infatti, ad incrementare il tasso di attività nella nostra regione, proveniente soprattutto dal mondo femminile che si pone sul mercato del lavoro, ma che necessita di una rete di sostegno sociale efficace ed efficiente. Occorre quindi comprendere queste tendenze con azioni di governo a vari livelli che, se necessario, ci portino a ri-orientare le politiche sociali, la stessa Legge 285 e a guardare attivamente all'integrazione dell'immigrazione, che in questa regione sta diventando una struttura interessante, consentendoci di competere in termini di risorsa umana».

Pubblicato il: 29/01/2003

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