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A scuola in fattoria

Mamma, dov'è la fabbrica del latte? Cosa significa carota biologica? Da dove vengono il pollo arrosto e le patatine? A queste domande daranno risposta i laboratori proposti dall'associazione AltoRilievo nell'ambito del progetto "A scuola n fattoria nell'Orvietano"

di Stefania Tomba

ORVIETO -"Mamma, dov'è la fabbrica del latte? Cosa significa carota biologica? Da dove vengono il pollo arrosto e le patatine? A queste e innumerevoli altre domande - che sempre più - nell'epoca della globalizzazione dei sapori, dell'overdose televisiva e massmediale - caratterizzano l'approccio dei più piccoli verso il cibo e la sua produzione daranno risposta i laboratori proposti dall'associazione AltoRilievo nell'ambito del progetto - realizzato con il contributo del Palazzo del Gusto - A scuola in fattoria nell'Orvietano".

Si tratta di un innovativo percorso formativo che verrà realizzato all'interno della nuova rete di"fattorie didattiche". Tre (Waden-Ficulle, La Goccia-Orvieto, Il Sasso-Orvieto) quelle che hanno già aderito. L'obiettivo è quello di guidare le nuove generazioni alla riscoperta della"competenza territoriale", degli antichi saperi contadini e di un corretto approccio sensoriale alla natura e al cibo.

Ha dimostrato particolare apprezzamento verso l'iniziativa l'assessore all'agricoltura del Comune di Orvieto, Carlo Tonelli, in occasione della presentazione ufficiale del progetto svoltasi ieri mattina presso il Palazzo del Gusto."Un percorso culturale ricco di originalità e peculiarità - ha detto - che si sposa felicemente con la scelta di Orvieto come"città del buon vivere"".

Uno step culturale e didattico fondamentale - dunque - che si inserisce appieno negli obiettivi delle politiche agricole ed economiche cittadine."Forti dei risultati già ottenuti nei settori vinicoli e oleari - ha spiegato Tonelli - lavoreremo, nei prossimi 5 anni, per ampliare e valorizzare l'intera filiera tipica: agroalimentare e zootecnica".

Proprio a questo scopo l'assessore sta mettendo in agenda incontri con gli operatori agricoli e le associazioni di categoria per aprire un tavolo di confronto e individuare delle soluzioni alle difficoltà evidenziate dalle stesse aziende. In particolare gli operatori denunciano l'eccessiva rigidità della normativa comunitaria che va a penalizzare innanzitutto le piccole aziende del settore mettendole di fronte al rischio di chiusura e provocandone una forte mortalità. Ed esprimono perplessità per i finanziamenti che la Regione Umbria riserva al biologico considerandoli inadeguati alle effettive necessità del settore.

A loro l'assessore ha garantito l'impegno dell'amministrazione affinchè la valorizzazione dell'agricoltura tradizionale diventi strumento di promozione, non solo turistica, ma anche economica.

Pubblicato il: 08/09/2004

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