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Confcommercio: 'no ai prezzi congelati'

Non piace ai commercianti orvietani la proposta lanciata da Sandro Gulino di "congelare" i prezzi sulla Rupe da qui alla fine dell'anno. Una proposta destinata a fronteggiare la crisi dei consumi che nell'ultimo anno ha fatto registrare ad Orvieto un livello di affari talmente basso da deludere ogni aspettativa di guadagno degli operatori economici locali

Economia

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di Simona Coccimiglio

Non piace ai commercianti orvietani la proposta lanciata dal presidente della Confesercenti umbra Sandro Gulino di "congelare" i prezzi sulla Rupe da qui alla fine dell'anno.

Una proposta destinata a fronteggiare la crisi dei consumi che nell'ultimo anno ha fatto registrare ad Orvieto un livello di affari talmente basso da deludere ogni aspettativa di guadagno degli operatori economici locali  e a salvare una stagione estiva dei saldi seriamente compromessa dal rincaro dei costi.

Prezzi troppo alti? Caro vita alle stelle?

"Non è questa la strada per invertire la tendenza".

Secca, e puntuale, arriva la bocciatura di Confcommercio.

"Un'operazione del genere - afferma Giuseppe Santi, presidente dell'associazione di categoria locale - non è assolutamente praticabile per i piccoli esercizi commerciali.

Prima di andare a vedere il prezzo del prodotto commerciale finito occorre considerare tutta una serie di costi e di spese che il negoziante ha dovuto sostenere prima di offrirlo al proprio cliente, che può comunque scegliere di acquistarlo altrove.

Ad Orvieto la situazione è molto difficile per i commercianti chiamati a gestire e a "dividere" una clientela sempre più esigua.

La concorrenza quotidiana è spietata. I guadagni pochi - continua Santi - su una clientela costituita dai più fedeli, dai turisti, dagli abitanti dei paesi del comprensorio più abitudinari e più portati a fare la spesa in città, nei negozi in cui l'hanno sempre fatta.

Le cose una volta erano diverse. Quando ad Orvieto c'erano le scuole e la caserma i clienti erano notevolmente di più. Del resto la recessione è netta per tutte le categorie.

Anche se c'è chi paga maggiormente la crisi come il settore dell'abbigliamento che lo scorso anno ha subito una flessione nelle vendite pari al 30 per cento.

E i dati quest'anno non sono più confortanti.

C'è da aggiungere poi che i saldi estivi arrivano in coincidenza delle ferie e di molte scadenze fiscali. Insomma - conclude il presidente di Confcommercio - a conti fatti non pare assolutamente credibile poter recuperare la quota di mercato persa durante la stagione estiva congelando i prezzi fino alla fine dell'anno".

Ad intervenire sulla questione "caro vita" e ad accogliere favorevolmente la proposta di Sandro Gulino, l'assessore al commercio Massimo Frellicca.

"Si tratta di un'idea lanciata ben due anni fa, approvata da Confesercenti e Confcommercio anche a livello nazionale.

Non alterare i prezzi in certi periodi dell'anno potrebbe voler dire arginare il fenomeno dell'emigrazione degli acquirenti da Orvieto verso Perugia, Roma e Viterbo.

Potrebbe voler dire risollevare il commercio sulla Rupe, dove non dimentichiamo, i prezzi, rispetto ad altri importanti centri umbri, non sono poi tanto alti".

Pubblicato il: 26/08/2004

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