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Il pesce 'siluro' infesta il Corbara

La presenza di questo pesce del tutto estraneo potrebbe avere effetti devastanti sull'equilibrio ittico del lago di Corbara. Preoccupazione anche per una condizione di disarmonia provocata gia nei primi anio Settanta

foto di copertina

La presenza del cosiddetto"pesce siluro" nel bacino di Corbara potrebbe avere effetti devastanti sugli equilibri ittici del lago e degli altri specchi d'acqua ad esso collegati".
In una interrogazione al presidente della Provincia di Terni il consigliere provinciale di An Pietro Valentini Marano fa riferimento a recenti notizie in cui si racconta della presenza di questo predatore nelle acque del Lago di Corbara, peraltro già da qualche anno. Ne sarebbe stato pescato un esemplare di 80 kg, con evidente pericolo per le altre specie ittiche presenti nel bacino.
Per offrire un'idea dell'impatto negativo che questo vorace predatore può avere sulle popolazioni ittiche locali è sufficiente considerare che ogni singolo esemplare di 50 kg di peso è in grado di consumare nell'arco di un anno molti quintali di pesce. La specie, molto longeva, vive fino a 30-40 anni.
Può raggiungere eccezionalmente, nei bacini dell'Europa centro-orientale, la lunghezza di 5 metri e il peso di 300 kg.
È stato forse introdotto accidentalmente nelle acque del Po ed è estraneo alla fauna italiana. Oggi è segnalato in quasi tutti i fiumi della penisola con frequenza a volte infestante e con esemplari di taglia sempre maggiore.
Le conseguenze che l'introduzione di questo pesce può determinare sull'ittiofauna autoctona sono imprevedibili, ma l'esperienza dei laghi per la pesca sportiva dove il siluro preda, qualora le dimensioni lo consentano, sono devastanti.
Il lago di Corbara ha subìto negli anni interventi dell'uomo che hanno segnato negativamente l'equilibrio della fauna.
Era uno dei laghi più pescosi d'Italia negli anni Sessanta, quando fu costruita la diga ed invasa la valle del Tevere. Lo sviluppo di cavedani, barbi e carpe, tipici delle acque del Tevere, fu in quegli anni straordinario.
Poi qualcuno, si dice la Provincia di Terni per facilitare la vita ai pescatori di mestiere che lavoravano sul lago,  seminò il luccio-perca, buono a mangiare ma predatore incallito. E l'equilibrio subì il primo trauma. Successivamente, siamo a oltre vent'anni fa, apparve anche il pesce gatto, forse introdotto da pescatori del nord, mangiatore di uova e pesci. Ora è la volta del siluro, pesce mitico e pauroso, emblema dell'estraneità, della manipolazione, della rottura di un rapporto con quella natura che era stato straordinario e proficuo per secoli. Era quando il pesce del Paglia e del Tevere servivano per mangiare e i barbi e le rovelle, le carpe e i cavedani entravano nella dieta come prodotti preziosi ed il pesce di mare, a parte le acciughe ed il baccalà, era quasi sconosciuto  sulle tavole dei più.

Pubblicato il: 16/08/2004

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