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I diesse orvietani aprono la campagna referendaria

Una mozione presentata in Consiglio comunale apre il dibattito sulla legge 40/2004

Il gruppo diesse al Comune di Orvieto ha presentato una mozione "politica" in merito alla legge sulla procreazione assistita. Inizia la campagna referendaria.

"Una Legge- valuta il gruppo diesse- considerata da gran parte del Paese ingiusta e sbagliata, che nega il diritto di scelta a chi desiderando un figlio può sperare di averlo solo attraverso tecniche di fecondazione assistita.

Una Legge che non tiene conto del pluralismo morale e culturale, che affossa il principio di laicità dello stato e che deriva da una presa di posizione che ha impedito di cercare e trovare soluzioni capaci di arrivare alla costruzione di un'etica condivisa in maniera trasversale.
Ci sentiamo obbligati a sostenere il referendum per molte ragioni: per aiutare le coppie in difficoltà ad avere figli, per combattere le malattie ereditarie, per far progredire la medicina sviluppando nuove cure, per difendere le libertà conquistate.

Con queste parole d'ordine è iniziata la campagna referendaria unitaria per cancellare la L. 40 / 04 sulla fecondazione assistita.
E' iniziata, infatti, anche la raccolta su 4 (quattro) quesiti mirati abrogativi di alcune parti più oscurantiste e crudeli della legge.
I quesiti saranno cinque e per ognuno di essi vanno raccolte 500.000 firme entro settembre.
I nuovi moduli contengono i 5 referendum in modo che ogni cittadino possa decidere quale firmare.

Il quesito unico: "Fecondazione assistita e libertà di ricerca scientifica" promosso dai radicali italiani e dall'associazione " L. Coscioni" vuole abrogare integralmente la legge

I quesiti mirati sono quattro, tre (3) promossi da un comitato referendario composto e sostenuto da un vasto schieramento trasversale di associazioni, esponenti di partiti come DS e quasi tutte le forze dell'Ulivo, ma anche alcuni partiti del centro - destra, da donne e uomini della società civile, tutti uniti per trovare nuove cure per malattie come l'alzheimer, il parkinson, le sclerosi, il diabete, le cardiopatie, i tumori.
I quesiti si concentrano sulla cancellazione di alcune parti degli art. 12, 13 e 14, in modo da rendere possibile sperimentare sugli embrioni e conservarli . Per la tutela della salute della donna devono essere abrogate una serie di restrizioni che complessivamente diminuiscono le probabilità di successo sulle tecniche di riproduzione assistita, in modo da permettere di creare un numero di
embrioni superiori a tre, il loro congelamento, la diagnosi pre - impianto, viene cancellato, inoltre, l'obbligo di impiantare un embrione anche se malato.

Per la "fecondazione eterologa" intervenendo sugli articoli 4, 9 e 12 si tende a ripristinare la possibilità di ricorrere alla donazione di gameti, in modo da risolvere i casi di sterilità più gravi e di prevenire la trasmissione di malattie ereditarie.

Il quarto quesito " per l'autodeterminazione e la tutela della donna, invece è promosso dal "Comitato Referendum per l'autodeterminazione della salute della donna", di cui fanno parte soprattutto donne dei DS e della CGIL, contiene l'abrogazione totale dell'art. 1 e vuole affermare i diritti dell'individuo umano che non possono essere considerati equivalenti all'embrione.

Si specifica che la legge 40/2004:
a) Vieta la fecondazione eterologa (art. 4 comma 3);
b) Mette più a rischio la salute delle donne e ne mortifica la loro dignità (art. 14);
c) Che produce sofferenza in più, che annulla le speranze di molti, ferma la ricerca scientifica rivolta alla risoluzione di malattie oggi ancora inguaribili, che arroccandosi su posizioni sicuramente arretrate (art. 13) isola il nostro Paese dal contesto europeo;
d) Può potenzialmente rimettere in discussione la legge 194 in quanto nell'art. 1 mette in contrapposizione il diritto della donna con quello dell'embrione, che arriva al paradosso di impedire il rifiuto di un embrione geneticamente malformato permettendo poi l'interruzione della gravidanza una volta iniziata.

Considerato che
 la legge 40/04 "NORME SULLA PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA:
- Pone a rischio la salute della donna;
- Mortifica la responsabilità dei genitori;
- Vieta la fecondazione eterologa;
- Favorisce la clandestinità ed il "turismo procreativo";
- Deforma l'immagine della ricerca medico - scientifica:
- Colpisce i principi fondamentali di autonomia e laicità dello Stato.

Per quanto sopra esposto si comunica che il gruppo consiliare DS inizierà la raccolta di firme per battersi nelle istituzioni e nelle società contro questa pessima legge, isolata in Europa, che rappresenta un'offesa alle donne ed alla laicità dello stato di diritto.

GRUPPO CONSILIARE DS
Comune di Orvieto"

Pubblicato il: 05/08/2004

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