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Più fitte le maglie di sicurezza di via Roma

Dopo il susseguirsi dei recenti fatti di cronaca che hanno fatto registrare ripetuti episodi di mancati rientri nella casa di reclusione di via Roma il direttore, Giuseppe Donato, annuncia la volontà di adottare nuovi provvedimenti. Saranno ispirati a una maggior cautela nel concedere la possibilità ai detenuti di uscire dal carcere
I numeri della casa di reclusione orvietana

Approfondimento

foto di copertina

di Stefania Tomba

ORVIETO - Si fanno più fitte le maglie di sicurezza del carcere di Orvieto. Dopo il susseguirsi dei recenti fatti di cronaca che hanno fatto registrare ripetuti episodi di mancati rientri nella casa di reclusione di via Roma il direttore, Giuseppe Donato, annuncia la volontà di adottare, nei prossimi mesi, nuovi provvedimenti. Saranno ispirati a una maggior cautela nel concedere la possibilità ai detenuti di uscire dal carcere.

È necessario correre ai ripari - spiega Donato -  anche per non trasmettere una immagine del carcere fallimentare e sbagliata". Sono sette attualmente i detenuti che lavorano all'esterno e fanno ritorno all'interno dei cancelli di via Roma alla sera. Uno invece è in regime di semilibertà."La personalità di ogni detenuto è tenuta sotto costante osservazione grazie alla collaborazione di assistenti sociali e psicologi -  spiega il direttore che ricopre l'incarico da 18 anni  - ed è poi il tribunale, sulla base di queste perizie, che può decidere se concedere o meno eventuali agevolazioni di pena". 

La nostra è classificata come una casa di reclusione di media sicurezza  - prosegue -. Accoglie, infatti, detenuti già condannati (a Orvieto lo sono il 95 per cento ndr) che per i reati commessi non sono particolarmente pericolosi sotto il profilo associativo".

Proviamo allora ad aprire i cancelli del carcere. La casa di via Roma, dentro, è una piccola città. Innanzitutto c'è da sgombrare il campo dalla leggenda metropolitana"dell'ora d'aria". I detenuti sono"liberi" fino alle 19.  Quando sono"dentro" vivono all'interno di stanze - con bagni e tv -  dai 3 ai 7 posti.

Le attività ricreative possono essere svolte nelle diverse strutture presenti all'interno del carcere: palestra, campetto da calcio, cinema e teatro. Una volta a settimana i detenuti possono ricevere la visita di familiari o conviventi more uxorio. Prestano 40 ore settimanali di lavoro nelle officine meccaniche interne, le sartorie, i laboratori di ceramica e di falegnameria. Il committente è l'amministrazione carceraria anche se per il prossimo anno sono in corso contatti con alcune fabbriche esterne che gestiranno la produzione della falegnameria.

Qualcuno studia. Dentro le mura del carcere c'è una scuola elementare."Oltre la metà dei detenuti sono stranieri - spiega Donato - molti sono analfabeti e moltissimi non sono arrivati a conseguire la licenza media. Quest'anno poi, grazie a una collaborazione esterna con l'Istituto statale d'arte, qualcuno si prepara alla maturità".

Pubblicato il: 04/08/2004

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