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Giovani e imprenditori: la legge funziona, ma non completamente

Buona la legge sull'imprenditoria giovanile. Ma servono correttivi come l'innalzamento dell'età degli aventi diritto, tempi dell'istruttoria e fondi a disposizione che, attualmente, sono in diminuzione

Politica

di Redazione
La legge regionale che dal 1995 incentiva in Umbria la nascita di giovani imprenditori funziona, ma ha bisogno di correttivi che vanno dall'innalzamento dell'età a 35 anni alla riduzione dei tempi di istruttoria delle domande e soprattutto ha bisogno di un incremento degli stanziamenti previsti e al momento in diminuzione. Con un voto unanime il Consiglio regionale ha approvato la risoluzione finale predisposta dalla Commissione di vigilanza e controllo sull'indagine relativa a 6 anni di applicazione della legge 12, dal 1995 al 2001.

La risoluzione indica alla Giunta di individuare un gestore unico; di incrementare dal 50 all'80% le garanzie fidejussorie a carico della Gepafin e di promuovere una rinnovata cultura di impresa anche mettendo insieme gli sforzi delle associazioni di categoria e degli istituti di credito. I risultati dell'indagine fatta dalla Commissione vigilanza e controllo che ha inteso misurare l'efficacia della legge regionale 12/95 rispetto ai suoi obiettivi dichiarati sono stati illustrati in aula dal relatore consigliere Carlo Antonini che ha sottolineato la necessitaà di giungere ad una semplificazione burocratica e alla riduzione delle garanzie oggi richieste dal sistema bancario a carico dei neoimprenditori.

Per stimolare ulteriormente lo spirito di impresa, obiettivo fondamentale della legge, ha ricordato Antonini, occorre anche elevare il limite di età attuale e migliorare il livello di informazione e di divulgazione sugli strumenti e le opportunità offerti ai giovani.

Pubblicato il: 24/01/2003

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