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L'Operazione Cahos arriva in tribunale

Un supplemento di perizia delle trascrizioni telefoniche frena tuttavia, di nuovo, il suo iter giudiziario

Cronaca

foto di copertina

di Simona Coccimiglio

Un supplemento di perizia delle trascrizioni telefoniche frena di nuovo l'iter giudiziario dell'Operazione Cahos. Slitta al prossimo 27 settembre l'udienza in camera di consiglio per l'incidente probatorio fissata per ieri mattina in tribunale.

Alla base della richiesta di tale supplemento, formulata da due degli avvocati che assistono alcuni dei giovani coinvolti a vario titolo nell'indagine, e accolta dal giudice delle indagini preliminari Claudio Baglioni, la mancanza di alcune parti ritenute dagli stessi legali determinanti ai fini dell'esito dell'indagine e soprattutto del futuro giudiziario dei loro assistiti.

Il perito del tribunale aveva avuto l'incarico di trascrivere le intercettazioni nello loro interezza dopo che gli stessi inquirenti ne avevano compiuto una sintesi mettendo in evidenza quelle da cui emergevano elementi di responsabilità a carico delle persone nei cui confronti erano stati adottati provvedimenti restrittivi.

Secondo gli avvocati le parti di intercettazioni eseguite dai carabinieri nel quadro della stessa operazione antidroga e omesse dal consulente nominato tribunale potrebbero risultare in fase di dibattimento prove importanti a favore della loro difesa. Si allarga e subisce dunque un'ulteriore proroga l'indagine coordinata dal sostituto procuratore Anna Maria Grimaldi, che nel dicembre 2002 portò all'emissione di ventisei ordini di custodia cautelare a carico di altrettanti ragazzi dell'Orvietano, tutti accusati di far parte di una rete di spaccio di droga.

Una delle indagini più impegnative alle quali abbia lavorato negli ultimi anni la procura orvietana, nell'ambito della quale lo stesso sostituito procuratore si appresterebbe a chiedere il rinvio a giudizio per un numero anche maggiore di persone arrestate nel dicembre di 2002.

In base ad alcune informazioni che sarebbero emerse in sede di interrogatorio, infatti, il mirino delle indagini si sarebbe spostato. Un'altra trentina di soggetti sarebbe stata coinvolta e iscritta nel registro degli indagati.

Una volta vagliate le rispettive posizioni, per una decina di loro sarebbe scattata l'archiviazione poiché le ipotesi di reato non avrebbero trovato effettivo riscontro.

Per tutti gli altri si profilerebbe invece il processo, al termine dell'indagine preliminare che tanti ritardi ha subito a causa della necessità di effettuare le centinaia e centinaia di trascrizioni delle intercettazioni telefoniche.

Pubblicato il: 28/06/2004

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