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A ciascuno la sua croce

di Dante Freddi

La composizione delle giunte è il tema di queste lunghe giornate di inizio estate.
Tutte le Amministrazioni dell'Orvietano hanno sindaci del centrosinistra, 10 diesse, due Sdi.
Ad Orvieto c'è la Margherita.
Mocio non si aspettava tanto e i diesse neppure pensavano di dover compiere il gran sacrificio.
Poi è andata così. Addirittura il"petalo" Mocio ha messo insieme tutte le anime della coalizione, fino  a Di Pietro ed ai Comunisti italiani, ed ha raccolto un successo personale indiscutibile. Qualche dissidente c'è stato, ma è nelle cose. Ora è il momento di offrire  gambe ai programmi elettorali e le difficoltà non mancano, perché le idee passano attraverso ma anche sopra gli uomini.
Il tormentone preelettorale dei diesse in tutto il territorio è stato l'abbandono forzato della poltrona di primo cittadino che gli orvietani hanno subìto per rispettare un riequilibrio regionale ed è il tormentone anche di questi giorni di faticosa costruzione delle Giunte.
Ora c'è da gestire la vittoria, la fiducia, il successo.
Ad avere legittime aspirazioni sono tanti, molti di più degli incarichi disponibili. E allora il gioco si fa duro. Nessuno vuole rinunciare e i motivi sono tutti più o meno giusti.
Come non comprendere il grido di dolore di ex comunisti che si sono trovati a scrocettare un ex democristiano? non si ripaga certo con un assessore o un sindaco di paese.
I socialisti hanno perso voti, ma ci sono promesse a monte e vanno rispettate.
Rifondazione e Comunisti italiani hanno vinto e meritano almeno un assessore a testa.
Anche la Margherita ha eletto un consigliere in più ed aspirerebbe ad un assessore o forse ad un riequilibrio nel comprensorio, come la presidenza della Comunità montana.
Ma c'è quel sindaco che pesa. Mocio è una spina che fa ancora sangue.

Certamente il nuovo sindaco sarà rispettoso di tutte le componenti della coalizione e delle loro esigenze, certamente saprà far comprendere ai suoi che non è momento di impuntarsi per questioni di potere, che è di moda chiamare di"visibilità, e che ci sono molte forme in politica per esistere.
Ma continuare ancora a lamentarsi di quella"spina" potrebbe far evocare un' identica sofferenza a quella parte del centrosinistra minoritaria ma vitale per ottenere la maggioranza. Ha votato la Lorenzetti, o addirittura la Bellillo e Giordano e Angius per pura lealtà e con immenso tormento  e magari tra un anno alle regionali e tra due alle politiche potrebbe riprendere e fare proprio il ritornello della"fatica del voto".
A ciascuno la sua croce.

Pubblicato il: 25/06/2004

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