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Dura poco la pace nel centrosinistra vincitore. Si fa duro tra i partiti lo scontro per i posti in giunta

Il giorno dopo i festeggiamenti in piazza per il risultato elettorale più che lusinghiero, le forze politiche della coalizione cominciano a fare i conti in tasca per la composizione della squadra che affiancherà Mocio nel governo della città

Politica

di Simona Coccimiglio

Dura poco la pace nel centrosinistra vincitore.

Si fa duro tra i partiti lo scontro per i posti in giunta.

Il giorno dopo i festeggiamenti in piazza per il risultato elettorale più che lusinghiero, le forze politiche della coalizione cominciano a fare i conti in tasca per la composizione della squadra che affiancherà Mocio nel governo della città.

I primi a battere cassa sono i Democratici di sinistra forti di un dato elettorale che li consacra primo partito di Orvieto e partito di maggioranza relativa in seno alla coalizione.

E proprio da quel 29,62% partono i diessini per chiedere quattro assessori, uno in più del passato esecutivo comunale.

Richiesta che, in virtù del sacrificio di cedere alla Margherita il sindaco di Orvieto dopo 60 anni di storia, non potrà che essere accordata.

Appare dunque più che scontata la presenza in giunta di Carlo Carpinelli, vicesindaco in pectore con importanti deleghe, di Massimo Frellicca e di Giuseppe Germani, già assessori nell'esecutivo di Cimicchi.

"New entry" Teresa Urbani, coordinatrice delle donne Ds e responsabile del consultorio cittadino, futuro assessore alle politiche sociali e educative.

Cantano vittoria i diessini e si tirano fuori dal toto assessori lasciando i propri alleati a sgomitare per la composizione della giunta.

Prepara la strategia e affila le armi la Margherita di Mocio pronta a dare battaglia per ottenere, dopo il sindaco, anche un assessore.

E se fino a ieri mattina i margini perché la richiesta venisse accordata sembravano inesistenti, la legge elettorale riapre la questione assegnando un terzo consigliere al partito centrista che riporta nella massima assemblea cittadina Sandra Sargenti Ubaldini.

Il suo nome insieme a quello di Roberto Meffi, primo degli eletti in lista con 282 voti, sarebbe tra i papabili per un assessorato che stravolgerebbe di nuovo i rapporti di forza sia in giunta che in seno alla coalizione.

E se non riuscisse loro di ottenere un assessore i "margheriti", secondo le indiscrezioni, vorrebbero spuntarla sul presidente del Consiglio comunale.

Voci insistenti fanno il nome dello stesso Meffi ma a questo punto la lotta vera sarebbe tra la Margherita e lo Sdi. I socialisti a rinunciare alla presidenza del Consiglio, nelle mani di Gialletti da cinque anni, non ci pensano affatto.

Tantomeno a mettere in discussione la presenza di Nazzareno Desideri in giunta, già assessore all'Ambiente nell'esecutivo targato Cimicchi.

E se i numeri elettorali non li premiano, i socialisti fanno quadrato intorno ad accordi preelettorali già definiti che certo il neoeletto Mocio non potrà fare a meno di considerare.

Non sarà facile per il sindaco tenere a bada i "compagni" di partito intenti a seminare zizzania intorno alla sopravvalutazione dello Sdi in termini di rappresentanza istituzionale.

A detta di molti non rispettosa delle percentuali elettorali.

Pubblicato il: 17/06/2004

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