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Porre la sanità orvietana sotto l'Asl di Terni è stato un errore. Nessun risparmio ma disservizi

Intervista al segretario della Cgil di Orvieto Fausto Galanello sullo stato di salute della Sanità locale

Cronaca

Eccoci alla seconda intervista dell’inchiesta di OrvietoSì sullo stato di salute della sanità orvietana: parliamo con il segretario della Cgil di Orvieto Fausto Galanello.

Nella prima intervista abbiamo ascoltato il responsabile locale del Tribunale del malato, Gianni Pietro Mencarelli; il quale aveva posto sul tappeto un problema di fondo: la carenza di personale che penalizza l’ospedale di Orvieto. Un deficit imputabile - a detta di Mencarelli - a chi ha il compito e l’obbligo istituzionale di programmare obiettivi e risorse relativi alla sanità umbra: l’amministrazione regionale.

Segretario Galanello, c’è carenza di personale all’ospedale di Orvieto?

Sì, ma la causa, oltre che nella difficoltà di reperire denaro per le assunzioni, sta nella mancanza di figure lavorative adatte.

In che senso?

Nel senso che una nuova legge regionale impedisce l’assunzione di personale Ota (operatore tecnico di assistenza) ma solo Oss (operatore socio sanitario): in parole povere, prima di assumere del nuovo personale, da inserire nelle nuove strutture sanitarie, c’è bisogno di formarlo. In questo senso, la Regione non permette più di assumere personale generico.

Quindi?

Quindi se non hanno avvio dei corsi di formazione per il personale sanitario di assistenza specializzato (Oss) non ci saranno assunzioni. In quanto lavoratori adeguati alle nuove strutture non esistono ancora sul mercato.

Ecco perché c'è carenza di personale.

Non solo per questo ma «anche» per questo. Infatti si poteva, prima che entrasse in vigore la nuova normativa (restrittiva) sull’assunzione di personale, cercare di aumentare i ranghi dei lavoratori generici, ma ci si è trovati penalizzati dai problemi finanziari.

Una volta terminati questi corsi di formazione, i partecipanti saranno assunti all’interno dell’ospedale?

Ci dovrebbero essere già degli accordi al riguardo, ma per saperne di più deve parlare con i miei colleghi della categoria: la Cgil Funzione Pubblica-Sanità.

Secondo lei, una volta terminati questi corsi, i problemi della carenza di personale saranno risolti?

No, in quanto i problemi finanziari rimarrebbero.

A prescindere dal deficit di personale, qual è lo stato di salute della sanità orvietana?

Rispetto al passato sono stati fatti dei passi in avanti: le strutture sanitarie sono di buon livello, cosiccome le competenze professionali dei medici e dei paramedici. E questo vale sia per l’ospedale sia per la sanità sul territorio. Dove, peraltro, valgono le stesse considerazioni fatte per l’ospedale: anche qui infatti occorrerebbe maggior personale.

Per lei quindi una presenza più capillare dei servizi extra ospedalieri sul territorio sarebbe auspicabile?

Sì. Le dirò di più, per me il 50% della Sanità si gioca sul territorio. Una presenza più forte sul territorio infatti ridurrebbe di molto i problemi che pesano sull’ospedale.

Come considera la gestione dell’Asl di Orvieto?

Ci sono luci ed ombre.

Più luci o più ombre?

È difficile dare un giudizio sintetico. La questione non si può liquidare con due battute: dovremmo rifarci alla storia della Azienda sanitaria locale e di quando, per risparmiare, si decise di chiudere gli uffici di Orvieto e trasferirli, o meglio accorparli, a Terni.

Forse vuole dire che l’aver inglobato l’amministrazione della sanità orvietana all’interno della Asl provinciale sia stato un errore?

Sì.

In conclusione?

Non ha assolutamente senso che la sanità di Orvieto, che ha le strutture ospedaliere più importanti della provincia, debba sottostare alla Asl provinciale: è una contraddizione in termini, con risvolti negativi pratici (ad esempio spostamento di personale tra Orvieto e Terni). In conclusione la formula scelta in passato - «si riducono le Usl, si riducono i costi» - non ha sortito gli effetti sperati: il risultato è stato una non riduzione dei costi e, di contro, un aumento dei disservizi.

Pubblicato il: 22/01/2003

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