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Noi, io e Stefano Moretti

Stefano Moretti stigmatizza la nostra cautela nel pubblicare un intervento di Oriano Ricci, pubblicato il 27 maggio e titolato 'Oriano Ricci legittima Paioletti'

Stefano Moretti ci scrive a proposito di un intervento di Oriano Ricci. Pubblichiamo e rispondiamo.

Caro direttore,                                                                    
voglio brevemente  e  cortesemente intervenire in merito alle tue brevi note di commento all'intervento di Oriano Ricci, coordinatore,insieme ad Evasio Gialletti, del Progetto socialista e riformista dell'orvietano. Non entro in alcun modo nelle questioni locali così sollevate, pur da condividersi nella loro evidente realta',ma devo dirmi stupito di alcune tue affermazioni, le quali, superando il ben noto cattocomunismo del tuo foglio on-line, scivolano in ambiti presupponenti  debiti di democrazia dell'informazione che non intendiamo avallare.Quando si afferma, come tu fai, di essere"costretti" a pubblicare  la libera opinione di Ricci, si sostiene, ex adverso,che, in tempi diversi, forse  piu' simili a quelli del ventennio della buon'anima che a quelli di democrazia corrente, non l'avresti pubblicata. Non mi sembra il massimo di professionalita' giornalistica, diciamo cosi'. E' anche evidente  che i termini"congrega" e"stupidamente", usati, nel contesto dell'articolo, dal Ricci, appartengono esclusivamente alla sfera della sua responsabilita' individuale; essendo la questione fin troppo semplice, sembra piuttosto che tu voglia suggerire ad altri l'azione legale. Nel ricordarti che lo"stronzo" a Rutelli, leader carismatico degli ulivisti nazionali, da parte di  Stefania Craxi per la nota questione di"voler veder marcire in galera Bettino", le costo 50.000 lire prima e niente in appello, un timore giudiziario come da te ipotizzato se trasformato in istanza legale potrebbe essere sì' accolto da un qualche giudice della Repubblica, ma quella delle Banane.
Stefano Moretti.  Segretario regionale PSI - Umbria

La risposta di Dante Freddi

Caro Stefano, 
pubblico non per dovere ma per piacere questa tua nota , che nutre nei confronti del mio giornale e mio un'acredine di cui non conosco le radici, ma che nel tuo 'immaginario' è giustificata forse da una nostra presunta opposizione nei confronti del tuo gruppetto politico. Non comprendo il motivo del tuo coinvolgimento, dato che Ricci è abbastranza grande per rispondere da solo, ma è comunque una preziosa opportunità per chiarire quanto è evidentemente oscuro, almeno a te.

Ti prego soprattutto, caro Stefano, di non perdere tempo nel pretendere di insegnarmi elementi della professione giornalistica, né di altro che riguarda il mio"mestiere" e "dintorni", perché non ti conosco alcuna capacità che possa essermi utile. 

Ho molto da imparare ma ho bisogno di ben altri maestri.

In quanto poi agli aspetti legali, ti invito a non utilizzare mai nei miei confronti termini come "stupido" o addirittura"stronzo", perché credo proprio che troverei un giudice in grado di darmi ragione.

Se proprio credi che non sia così, fallo.

Una Repubblica delle banane è quella in cui la prepotenza fisica o verbale viene accettata e in Italia ancora, credo, non siamo a questo punto.

Ribadisco che ho pubblicato la lettera di Ricci per la delicatezza del momento elettorale, seppure vi fossero contenuti termini che a mio giudizio possono consentire una querela. 

La legge di quella repubblica delle banane che permette a Stefania Craxi di appellare"stronzo" chi vuole mi ritiene infatti responsabile di quanto appare sul mio giornale, anche se scritto da Ricci, e quindi intendo tutelarmi, per quanto possibile.

Sarebbe utile che  ti informassi prima di fornire consulenze giuridiche e così eviteresti affrettate affermazioni che non giovano alla tua, diciamo così, immagine pubblica.
Dante Freddi, direttore di orvietosi

 

 

 

Pubblicato il: 29/05/2004

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