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Lavoro, giovani in fuga dalla Rupe

Un viaggio nel mondo dell'occupazione giovanile che guarda con sempre minore ottimismo al proprio futuro lavorativo sulla Rupe. Ma uno spiraglio sembra aprirsi: il polo tecnologico

Cronaca

foto di copertina

di Simona Coccimiglio

 

Vogliamo emergere, ma voi dateci una mano".

 

I giovani orvietani e il lavoro.

 

Un binomio poco riuscito da cui parte la nostra inchiesta.

 

Un viaggio nel mondo dell'occupazione giovanile che guarda con sempre minore ottimismo al proprio futuro lavorativo sulla Rupe.

 

Qualche spiraglio però sembra aprirsi.

 

L'Università e la Caserma Piave guadagnano la fiducia dei nostri giovani, speranzosi, una volta terminati gli studi, che queste possano trasformarsi in vere opportunità di formazione e di lavoro piuttosto che rimanere solo sterili e"comodi" progetti.

 

Nel corso degli anni - afferma Piero Salucci, studente al secondo anno alla Facoltà di Giurisprudenza presso l'Università di Perugia - la nostra città ha fatto del ritmo di vita lento una virtù.

 

Ma questo si sposa poco con le nostre esigenze.

 

Le prospettive per un ragazzo che cerca una gratificazione professionale si riducono notevolmente.

 

C'è lavoro solo per chi è alla ricerca di un'occupazione manuale, non certo intellettuale.

 

Per chi intende avviare una carriera legale, però, le prospettive sembrano più rosee.

 

Paradossalmente, nonostante lo scarso contenzioso esistente e l'esiguo numero di imprese distribuite sul territorio, ad Orvieto operano un numero incredibile di avvocati e di banche".

 

Vorrei tanto un giorno poter vivere e lavorare sulla Rupe - ci dice Giacomo Tafuro, anche lui studente presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'ateneo perugino - ma il futuro per noi giovani, qui, non promette nulla di buono.

 

È inevitabile guardare con interesse ad altre sedi, Roma e Perugia per esempio, dove le prospettive si allargano, diventano di certo più concrete.

 

Ad Orvieto - conclude Giacomo - ci sarà un futuro per chi studia Giurisprudenza solo finché esisterà il Tribunale".

 

Sulla stessa lunghezza d'onda Giulio Bellini, iscritto al secondo anno di Economia aziendale.

 

Poche prospettive per chi intraprende studi universitari.

 

Più fiducia per chi, come me, desidera trovare occupazione in banca".

 

Ambizioni, desideri, speranze, progetti.

 

I giovani orvietani vogliono crescere, emergere. Ma vogliono farlo qui, cogliendo ad Orvieto tutto quello che la città può offrire loro.

 

A patto che ci diano una mano concreta, interviene Maurizio Sacco, studente di Ingegneria informatica all'Università di Orvieto.

 

Per me e i miei colleghi il polo tecnologico nell'ex Caserma Piave sarebbe un'ottima opportunità.

 

Ma si realizzerà mai?

 

Intanto per gli studenti che vogliono intraprendere il tirocinio in un'azienda, previsto al terzo anno di corso, il cammino si complica.

 

Ad Orvieto non ci sono aziende in cui poterlo svolgere. Anche in quel caso siamo costretti ad andar via". 

 

Più fiducioso nella realizzazione del polo tecnologico Marco Settimi, iscritto alla Facoltà di Ingegneria informatica e delle telecomunicazioni di Orvieto.

 

Mi sembra un progetto ambizioso e degno di attenzione, da cui mi aspetto molto in termini di prospettive lavorative e di crescita professionale".

 

Ed ambizione ed inventiva costituiscono un mix vincente per chi ha deciso di sfruttare al meglio opportunità lavorative provenienti da settori in crescita.

 

Sono rappresentante di insaccati biologici, ci dice la web designer Manuela Nannarelli. Un lavoro originale, fuori dagli schemi ma in linea con importanti aspetti economici della città".

Pubblicato il: 23/05/2004

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