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Stefano Mocio. Un passo avanti

Giovane, colto, poco incline all'appariscenza. Amministratore della città dal '90, proviene dalla Dc. È arrivato alla Margherita attraverso il Partito popolare. Ha buone probabilità di essere il sindaco di Orvieto

foto di copertina

Stefano Mocio è l'antagonista di tutti i candidati sindaci di Orvieto. Il suo motto elettorale 'Orvieto soprattutto'.

È sostenuto dai partiti di centrosinistra   e la sua candidatura è stata traumatica per la sinistra orvietana, che dopo mezzo secolo si è vista 'sfilare' il sindaco dalla Margherita. Ma con pazienza il vicesindaco di Cimicchi ha ricucito i rapporti anche con i più delusi e ormai la frange di dissenso sembrano marginali.

Proviene dalla Dc e ha attraversato il Partito popolare fino alla Margherita.

Accettabile a sinistra, buono per il centro, con qualche simpatia anche a destra, si appresta alla battaglia, particolarmente dura soprattutto con il suo compagno di partito Maurizio Conticelli, che vorrebbe costringerlo al ballottaggio.

Stefano Mocio ha 37 anni, sposato, un figlio.

È laureato in Scienze politiche alla Sapienza ed ha acquisito il dottorato di ricerca in"Tecnologie energetiche e ambientali per lo sviluppo". Collabora come docente dal 1999 ai corsi dell'IRI-Management e dal 1998 al corso di esercitazioni in economia politica alla Facoltà di Scienze politiche della Sapienza.

Consigliere comunale dal 1990, ha ricoperto numerosi incarichi pubblici. È vicesindaco dal '97.

Dallo scorso anno è funzionario presso la ASL4, dopo undici anni di permanenza al Ministero della Difesa.

Si definisce espressione della continuità e della novità rispetto all'amministrazione Cimicchi. Che significa?

Stefano Cimicchi  è stato un buon sindaco e probabilmente nessuno lo avrebbe messo in discussione se avesse avuto la possibilità di ripresentarsi.

La legge, che sacrifica esperienze valide ma evita anche incarichi a vita, permette a chi si è formato di compiere un passo avanti. E mi sembra del tutto legittimo nel mio caso, in quanto ho partecipato direttamente alla gestione dell'Amministrazione in questi ultimi anni e potrò continuare un'opera di cui conosco tutti gli aspetti. Questo è sicuramente garanzia di continuità con un lavoro che molti cittadini giudicano buono. Ma con la novità che ciascuno di noi sa portare.  Di formazione culturale, di esperienza, di carattere.

Un passo avanti. Da secondo a primo.

Aver svolto il ruolo di secondo non significa essere secondo.

La politica mi ha assegnato per sette anni la funzione di vicesindaco di Stefano Cimicchi, con cui ho condiviso le scelte amministrative che hanno disegnato la città. La nostra sostanziale diversità di carattere e di approccio ha consentito una condizione di completamento. Abbiamo creato, ciascuno con le proprie idee, una situazione di lavoro serena e proficua.

Abbiamo costruito molto e commesso anche errori. Realizzeremo molto e correggeremo gli errori.

La  sua candidatura costituisce un'anomalia. Lei proviene da un àmbito politico che culturalmente ha vissuto ad Orvieto mezzo secolo di opposizione. C'è una questione di colore da superare.

So di quali carte deve disporre la coalizione per"rivincere" questa città. Di tutte. E so che  ognuna è irrinunciabile per completare il"gioco".

Non sto a discutere se il valore del mio"colore" sia cuori, quadri o fiori o picche, ma certo in una pluralità che vuole crescere, e nutre addirittura un progetto politico unitario per il Paese, il mio colore vale quanto un altro, soprattutto all'interno di un"gioco" condiviso, equilibrato e vincente.

Mi sembra che le liste presentate abbiano candidati a sindaco certamente di grande passione ma anche di scarsa esperienza. E che promettono molto.

La città di Orvieto merita amministratori appassionati ed esperti. Non c'è spazio per inventarsi in un fase così delicata della congiuntura nazionale e locale.

In quanto a promesse, la mia fantasia non è certo inferiore a quella di altri, anche se non è esercitata nella produzione di fantasticherie elettorali .

Mi aspetto però che i cittadini sappiano cògliere la sostanza e premino i progetti, non gli slogans vuoti e infantili che circolano in questi giorni.

Il programma che presentiamo alla città è un progetto di sviluppo complesso, che ha radici lontane e immagina un futuro possibile. Il migliore che abbiamo saputo realisticamente elaborare. Al di là di promesse e fantasie.

La coalizione che è aggregata intorno a me ha dimostrato in questi giorni il coraggio di porsi momenti di verifica, di mettersi in discussione, di saper trovare soluzioni. È stato un processo di creazione di una 'intelligenza della coalizione' che assegna a ciascuno un ruolo imprescindibile e che produrrà nel futuro ottimi frutti.

Vogliamo governate questa città perché abbiamo la capacità  e le idee per farlo.  

Pubblicato il: 19/05/2004

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