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Ordigni bellici inespolsi. Arriva il conto.

Torna in aula stamani il processo che dovrà stabilire a chi spetti il pagamento per le spese sostenute, ormai più di quattro anni fa, dalle ditte che fecero brillare le bombe

Cronaca

di Stefania Tomba

 

Le aziende chiedono il pagamento delle spese sostenute per far brillare gli ordigni bellici rinvenuti tra il '99 e il 2000.

 

Torna in aula stamani, presso il Tribunale di Perugia, il processo che dovrà stabilire a chi spetti il pagamento per le spese sostenute, ormai più di quattro anni fa, dalle ditte Biagioli e Socil.

 

I fatti fanno riferimento al rinvenimento, tra il luglio 99 e il marzo-aprile del 2000, di tre ordigni bellici inesplosi (uno in località poggio Capanna tra Allerona e Castelviscardo e due in località Pianlungo) che richiesero l'intervento degli artificieri dell'esercito.

 

Le operazioni furono coordinate dalla Prefettura di Terni e dal Comune di Orvieto.

 

Sulla base dei suggerimenti degli artificieri in merito all'intervento, poi, le amministrazioni comunali scelsero le ditte che avrebbero portato a termine le operazioni.

 

Le fatture, inizialmente addebitate alla Prefettura ternana, tornarono dopo qualche mese al mittente.

 

E resta, a tutt'oggi, il nodo da sciogliere di chi debba corrispondere i 51 milioni delle vecchie lire alla ditta Biagioli e i 132 alla Socil.

 

La Prefettura, in quanto organo periferico del Ministero degli Interni o i Comuni.

 

A seconda della qualifica comunale o ultra comunale - come sembrerebbe per il coinvolgimento delle Ferrovie e delle Autostrade - che il giudice riterrà di attribuire all'intervento.

 

Le parti saranno ascoltate nell'udienza istruttoria di stamani. (s.t.)

 

Pubblicato il: 17/05/2004

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