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Domande senza risposte alla presentazione dei candidati

Alla presentazione dei candidati a sindaco organizzata dai colleghi di Orvietonews i candidati evitano di rispondere alle domande più importanti. Se qualcuno pensava che dalla loro presentazione emergesse qualche personaggio fra gli altri, però, si è sbagliato.

Politica

di Giorgio Santelli

Gli avevo fatto due domande.

1) Di lei la gente si ricorda anche per una precedente convention, quella per la nascita ad Orvieto della Compania mobiliaria.  In quella Convention promise ai commercianti truffati da Filomia un aiuto. Non se ne fece nulla. Perché?

2) Prese in mano l'orvietana per portarla in serie B e per poco non è fallita?

Perché oggi ci dovremmo fidare di lei? Ha più tempo da dedicare alla sua città?

Giancarlo Parretti, la persona a cui ho posto la domanda, non ha risposto svicolando e parlando di Roma Vetus che con le vicende dell'Orvietana e di Filomia non c'entra nulla.

La presentazione dei candidati a sindaco di Orvieto, esecuzione a cura dei colleghi di Orvietonews, ha rappresentato il primo confronto tra i candidati e i giornalisti.  Tutti insieme appassionatamente ma con qualche cenno spettacolare proprio ad opera di Giancarlo Parretti. Due per tutte.

1) Vuole essere eletto per poi chiedere i Referendum sul futuro della città (Piave, Sanità, Lavoro).  Della serie che ti fai eleggere a fare se poi non accetti le responsabilità del governo? 

2) Vuole creare 1000 posti di lavoro per Orvieto. Fatte le dovute proporzioni (1000 posti stanno agli abitanti di Orvieto come"x" stanno a 57 milioni di italiani) potrebbe creare in Italia oltre due milioni e mezzo di nuovi posti di lavoro. Il suo peso, quindi, è di due volte e mezzo quello di Berlusconi.

Anche Giampaolo Aceto ha riservato qualche performance.  Sembrava un piccolo Capezzone, con pochi argomenti e alla ricerca di uno share privo di contenuti e populista. Ha polemizzato con i giornalisti perché non gli facevano domande ma, in conclusione, c'è da dire che i giornalisti le domande le fanno se c'era qualche cosa da chiedere.  Così l'unica domanda che era presente sui taccuini di più giornalisti e che poi ha fatto Roberto Conticelli non ha ricevuto risposta."Non le sembra un po' difficile fare il candidato a sindaco con il suo cognome nella città del vino?"

Ma di cose importanti, nel corso della tre ore di discussione, non c'è stato nulla. Nessuno ha sciolto il dubbio più forte.  In caso di ballottaggio che cosa farete?

La domanda, che ho posto alla candidata dei Verdi Giuseppina Barloscio e che poi è stata reindirizzata a tutti i candidati, non ha avuto risposta. Nemmeno quando un candidato - Gianni Stella - ha chiesto."Visto che il discrimine è fra chi è d'accordo con l'attuale governo e chi è contrario chiedo a tutte le forze che si oppongono a Mocio di coalizzarsi nel momento in cui ci fosse un ballottaggio."

Nemmeno per sogno. Le diversità, tra gli anti-Mocio, sono talmente grandi che sarà difficile arrivare ad un accordo tra tutti i 5 oppositori.

E' apparsa chiara la completa differenza di Giampaolo Aceto nei confronti degli altri, accusati di essere"politicanti".  Grande differenza anche tra il cineasta Parretti e gli altri colleghi.

L'interpretazione di Maurizio Conticelli è stata forse al di sotto delle aspettative.  Forse è stato il poco tempo a disposizione. Ma penso che ci sia anche un risvolto psicologico. Non c'è più l'uomo nero, la persona che forniva i maggiori stimoli alle battaglie di Maurizio: Stefano Cimicchi. E così l'assenza del"nemico numero 1" viene forse vissuta un po' come la perdita di qualcosa.  Sì, forse sta, in un certo senso, elaborando il lutto nei confronti di un antagonista politico che non c'è più. Le  tematiche ambientali restano, comunque, uno dei capisaldi più interessanti del suo programma.

E' invece uscito bene dal confronto l'Avvocato Luca Giardini.  Pacato, non certamente a favore del governo di centrosinistra ma non per questo disfattista."Non posso certo dire che tutto quel che è stato fatto ad Orvieto è sbagliato.  E sarei poco serio se dicessi per forza che tutto è sbagliato.  La mia candidatura si pone, come obiettivo, quello di cambiare il metodo con cui si governa la cosa pubblica e legare alla meritocrazia e alla professionalità i compiti di chi si pone al governo istituzionale e burocratico della città". Questa, in estrema sintesi, la proposta del candidato di An e Forza Italia, che si è definito un"conservatore per tradizione".

Peccato che i suoi partiti siano fra quelli più litigiosi del panorama politico orvietano.  Forza Italia, negli ultimi mesi, ha"preso" più coordinatori locali che caffè. Alleanza Nazionale si è dispersa un po' a Porano, un po' a Castelgiorgio e un po' a Allerona.  E la guerra tra Fella e Olimpieri è così forte che ogni tentativo di nasconderla è risultato fittizio (vedi anche le ultime vicende in Commissione elettorale sul caso Parretti).

Infine Stefano Mocio.  La differenza che passa tra Cimicchi e lui è la stessa che passa tra Sergio Cofferati e Guglielmo Epifani.  Sono senz'altro diversi. Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette, recita una canzone di De Gregari.  Ma forse, dopo il decennio del sindaco prima di tutto è veramente arrivata l'epoca dell'Orvieto soprattutto. Mocio si è presentato come quel che vuole portare Orvieto dalla città dell'io a quella del noi.  E' meno sindaco e più squadra.  E se questo è il messaggio che passa è certamente un messaggio di"parziale" rinnovamento.

L'idea di una squadra che lo sostiene (la coalizione è veramente ampia ed ha superato ogni litigiosità con senso di responsabilità) è per lui segno di"stabilità ed affidabilità", parole con cui ha chiesto il sostegno degli elettori.

Pubblicato il: 16/05/2004

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