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L'ombra della malavita nell'Orvietano

La media degli stranieri che risiede sul territorio è certamente parallela a quella nazionale, ma alla luce degli ultimi avvenimenti si apre un filone importante che porta a prendere coscienza di un fenomeno la cui gravità sembra crescere di giorno in giorno

Cronaca

di Simona Coccimiglio

Immigrazione clandestina, casi che accendono i riflettori su una realtà in preoccupante crescita.

E l'Orvietano si scopre terra di conquista, soprattutto per cittadini extracomunitari.

La media degli stranieri che risiede sul territorio è certamente contenuta in quella nazionale, ma alla luce degli ultimi avvenimenti - l'arresto di un'organizzazione malavitosa capitanata da un pregiudicato macedone e quattro "caporali", tutti clandestini, che pagavano tangenti per trovare un lavoro - si apre un filone importante che porta a prendere coscienza di un fenomeno la cui gravità sembra crescere di giorno in giorno.

Un fenomeno che se fino a qualche tempo fa non creava particolari problemi, furti e furtarelli esclusi, assume dimensioni sempre più allarmanti.

E il sospetto che l'ombra della "malavita clandestina" aleggi dalle nostre parti è diventata una certezza. La soglia di attenzione delle forze dell'ordine è alta.

Gli arresti e le espulsioni effettuati dalle forze dell'ordine lo dimostrano.

Più di 20 solo da febbraio ad oggi.

Resta da capire se certe infiltrazioni siano permesse grazie all'aiuto di qualche basista locale, oppure se l'arrivo nelle nostre zone sia soltanto casuale.

Gli stranieri giungono in Italia clandestinamente, magari con l'aiuto del racket, e poi in modo arbitrario si dirigono dove vogliono.

Ipotesi che troverebbe pochi riscontri, e gli inquirenti stessi ritengono che l'arrivo in certe località, in un certo senso non preparate a questi fenomeni, è per lo più studiato a tavolino, come se facesse parte di una strategia messa a punto perché l'infiltrazione clandestina possa riuscire appieno.

Pubblicato il: 14/05/2004

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