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Il programma di 'Centro- attacco' di Gian Paolo Aceto

Orvieto Capitale presenta agli elettori il suo programma elettorale. 'Né di destra, né di sinistra, né di centro'

Il Programma di

Orvieto Capitale

di

Gian Paolo

Aceto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La lista elettorale"ORVIETO CAPITALE" ha questo nome perché l'Italia unita, nostra Patria, cioè di noi Italiani, è stata anche chiamata dagli storici, e vissuta da tutti, come territorio delle cento città, perciò delle cento capitali, perché questa è una delle grandi ricchezze della nostra Storia. In questo senso noi intendiamo il titolo della lista, Orvieto capitale di ciò che abbiamo fatto, e in continuità storica, ma con nuove capacità, capitale di ciò che siamo e saremo capaci di fare, dato che di storia è soprattutto giusto parlare se è Storia dei Viventi.

Il presentare questa lista elettorale, nell'attuale situazione della Città, vuole significare che non si riconosce al cosiddetto centro-sinistra  il merito di aver bene amministrato, e si hanno fondati motivi di ritenere che il cosiddetto centro-destra o non governerà, nel caso vincesse, con spirito e sostanza di positiva novità, oppure che non si muoverà con sufficiente energia ed effettiva concretezza di proposte, tali che gli consentano di vincere le elezioni e quindi di governare.

La lista elettorale"ORVIETO CAPITALE" perciò non è né"di sinistra", né"di centro" né"di destra", ma è precisamente civica perché  i suoi candidati, pur essendo ben esperti nella loro vita professionale, non sono stati indicati dalle segreterie dei partiti tradizionali. All'elettorato generale quindi, nel prossimo futuro, il compito e soprattutto la responsabilità individuale di valutare questo programma.

Ma prima dico qualche parola su ciò che è stata la mia vita, informazione necessaria, anche se non esaustiva, per apprezzare o no la mia candidatura a Sindaco. Sono nato a Casale Monferrato, provincia di Alessandria, nel 1940. Ho fatto il Liceo Scientifico a Torino, il C.A.R. ad Orvieto, e poi a Roma nei Granatieri. Sono stato e sono pittore, restauratore, tecnico d'arte e studioso di storia antica e moderna. L'unico partito politico al quale ho aderito è stato il Partito Radicale, dal 1974 al 1979, nel quale sono stato segretario del partito regionale del Lazio, e poi con lo stesso incarico in Abruzzo. Da quindici anni vivo ad Orvieto. Qualche anno fa ho inventato il cotto intarsiato, innovazione tecnica nel campo della pavimentazione, pubblicata su molte riviste del settore e di architettura in generale.

Ci sono invenzioni, anche forse piccole come questa, che rimangono solo sulla carta o nelle teorie, se non si usa poi la materia ultima e prima, l'olio di gomito, per farle riuscire. E questo ho fatto nelle fornaci di Castel Viscardo. E' quindi importante battersi per far riuscire fino in fondo ciò che ci si propone, per sé, o che si propone agli altri, come il programma politico-amministrativo che viene sottoposto alla Vostra attenzione.

Per quanto riguarda la situazione della Città, considero vile il concetto di"città-slow", (che vuol dire, dall'inglese,"città lenta") perché allo stato dei fatti reali, è soltanto il furbesco tentativo di nascondere l'incapacità imprenditoriale di una specifica classe politica che ha sempre combattuto tutto ciò che è dinamico, nuovo, individuale; e oggi, avendo perso l'ombrello ideologico, ha la faccia di far passare per qualità la propria lentezza, e di calarla nella testa della gente come unico motore di sviluppo. Il messaggio nascosto, voluto e goffamente sottinteso, è questo:"andare piano è un pregio!". E da qui segue l'altro tentativo di concetto, grettamente e penosamente egoistico, e non soltanto nel senso evangelico, che è quello del"buon vivere", astutamente coperto da una melassa di ridicola pseudopolitica estera, condita da messaggi di amore, pace, bontà e solidarietà per gente sfortunata, lontanissima da qui. Ma per quelli che qui ci stanno, il messaggio velato è invece questo:"Partecipa o crepa! Partecipa o sarai escluso! O almeno fa finta!". Perciò se sarò Sindaco, già in questa prossima estate e in autunno, convocherò in una vera e propria"leva d'impresa"tutti i giovani che si sentano interessati, con informazione nelle scuole e in generale nella società, su ciò che ci si propone. Parto dalla constatazione che in Italia, ma soprattutto al Centro e al Sud, dove più difficili sono le condizioni"ambientali", siano nate e nascano micro-imprese di alta qualità nei settori più diversi, dovute al coraggio e alla lungimiranza individuali, dovute alla necessità di"campare". Ai giovani che mostrassero, almeno un po' concretamente, delle attitudini specifiche e la determinazione a tradurle in pratica, il Comune offrirà, e proprio nelle due sale grandi, un"corso" tutto da inventare, come"smistamento" delle informazioni che il Comune stesso cercherà in diverse regioni del nostro Paese. L'estero è tutt'altro che escluso. Il Comune"spedirà" questi giovani, con viaggio e breve permanenza pagati, presso le piccolissime ditte o gli artigiani di qualità che siano accessibili a riceverli. Queste sono soltanto linee generali, molto migliorabili con il concorso di fantasia e di entusiasmo dei giovani stessi. Gli impiegati comunali si preparino a riceverli, dato che questi giovani saranno la Città che"entra" nel Comune. Perché il contrario di ciò che è il Comune che invade la Città, il"totalitarismo" comunale.

Quindi, meno Comune, più Città!

Per quanto riguarda il rapporto Comune-Imprese, dato che fin'ora c'è stato eccesso di preferenza verso determinate imprese, le mie intenzioni sono ben lontane dal voler sostituire  alcuni con altri, ma il riequilibrio degli accessi e della partecipazione professionale. La sana filosofia dice che è meglio perdere qualcosa adesso per non perdere tutto domani. E a questo proposito vorrei rendere ben chiaro che, se sarò Sindaco, e quindi anche responsabile di tutti gli impiegati a vario titolo, nel Comune, negli Enti etc., nessuno mi venga a dire, per favore, e anche velatamente a propormi: quello era"di quelli", quell'altro è"di quegli altri", e via dicendo.

Ci sono molti temi  dei quali potrei parlare, per rendere omnicomprensivo il programma, che troppe volte diventa"IL PROGRAMMA", monolite burocratico-politico per dare ad intendere che si ha una risposta a tutto. Perciò mi limiterò a parlare per ora di pochissimi argomenti. Il primo di essi è il possibile utilizzo della ex Caserma"Piave", per fare non tante cose ma una sola, degna, e soprattutto adatta all'economia del territorio orvietano. Non sento la necessità di essere originale a tutti i costi, e quindi l'idea di un Istituto Turistico-Alberghiero, proposta dalla Confcommercio, mi sembra buona, anche perché la si può correlare alla"ricerca" turistica di qualità, attraverso metodi originali che per ora non mi sono chiari, ma che con il concorso democratico e pluralistico...etc.

Il Comune deve tenere soltanto la proprietà delle mura e del suolo, e dare ad un privato o ad un gruppo di privati con buone credenziali tutta la gestione dell'impresa, non soltanto al 49% ma al 100%. Questo naturalmente per un tempo determinato, rinnovabile e abbastanza lungo, e dopo presentazione da parte del futuro gestore di un programma preciso e nello stesso tempo flessibile nel tempo, ma certamente di grande respiro, per far diventare questo Istituto il primo d'Italia. Le"risorse" verranno dopo.

Un'altra parte del  programma, che ho in mente da tempo e che certamente metterò in atto, se sarò Sindaco, è questa: non più gemellaggi, ma l'Adozione, una sola. Dopo adeguati contatti con il nostro Ministero degli Esteri, e con il Comune di New York, grande città dei grandi e liberi Stati Uniti d'America, chiederemo che il Comune di New York adotti il Comune di Orvieto. La nostra città è più antica di quella, e quindi forse sarebbe giusto il contrario. Ma qui non è in gioco una legge biologica o giuridica o storica, e noi che, se possiamo, cerchiamo di guardare non alla"lettera" di una legge, ma allo spirito che la vivifica, noi chiederemo di essere"adottati". Non sarà questione di un passaggio di soldi, soldi per essere adottati o soldi per avere l'onore di adottare. Sarà un semplice titolo, ma quanto riempito poi di concretezza! I motivi veri, e anche da subito tranquillamente esibiti saranno i soldi sì, ma del turismo. Occorre un segnale completo, mirato, un messaggio ben luminoso, che focalizzi l'attenzione generale e che possa andare oltre New York. Bisognerà trovare"il metodo". Il commercio è uno dei piccoli, piccoli soltanto allo stato attuale dei fatti, assi portanti dell'economia orvietana. Quasi nessuno compra perché quasi nessuno viene. E chi viene mangia panini. E allora è necessario che i commercianti, che qualcuno chiama sprezzantemente i"bottegai", siano messi in condizione, per il tipo di impulso che a un Comune può e deve competere, di vendere. Dalle vendite vengono le eventuali assunzioni, di giovani molti dei quali potranno anche essere figli e nipoti di coloro che politicamente sono contro non tanto e non solamente a ciò che è nuovo, ma contro il nuovo che viene proposto da una parte politica che loro credono avversaria alla loro, per  rancida abitudine alle barricate, alla targa politica, alla demonizzazione degli avversari.

Un altro tema importante per lo sviluppo del nostro territorio è quello dei PARCHI SCIENTIFICI, perché appartiene a ciò che è ricerca e quindi possibile invenzione. Lo scopo dei parchi scientifici (in Italia ce ne sono 37) è quello di servire da volano culturale ed economico ai territori che li ospitano. Non sono qualcosa che nasce tutto insieme , che viene decretato in un dato giorno così come si può decretare che una data area diventi un parco naturale, per esempio, e perciò sottoposto a restrizioni e valorizzazioni di vario tipo. I parchi scientifici non riguardano il"tempo libero", bensì il"tempo da occupare" nella ricerca, che può essere di tipo puramente scientifico, o anche tecnico,  o ambedue. Essi nascono poco per volta, per gradi; e nel nostro caso, quando ci sono due condizioni specifiche: l'attrazione che un certo tipo di territorio suscita nei ricercatori per la sua bellezza, la sua storia, i suoi monumenti, la sua centralità geografica (è il caso dell'Orvietano), perché i ricercatori sono persone umane e non"macchine per ricercare". La seconda condizione è una nuova volontà politico-amministrativa di chi governerà il Comune a far sì che ciò avvenga, pubblicizzando la Città  nei luoghi adeguati, in Italia e all'estero.

Ricerca è una parola che va troppo di moda. Da tempo anche nelle scuole elementari ai nostri mocciosi gli si fa fare"ricerca" e tra l'altro qualche volta anche i ricercatori adulti sono dei perditempo. Quindi va fatta una selezione nelle proposte che il Comune farà a singoli e a gruppi, o che ci verranno fatte. Il Comune potrà dare spazi di vario tipo, terreni, palazzi non usati ( o usati male...), capannoni ecc. perché questi gruppi svolgano qui da noi la loro attività. Tutte le agevolazioni possibili, e se necessario anche l'appartamento gratis pagato dal Comune! Naturalmente dovranno essere persone con provata serietà professionale, e curriculum di qualche interesse. Si cercherà di"pesarli".

Se queste realtà nasceranno si opererà perché si formi una correlazione di studio ed esperienza diretta con gli studenti degli Istituti superiori, e con eventuali imprese già esistenti o con persone che un'impresa la vogliono costituire. Non sarà un percorso breve. Ma bisogna far partire il treno una buona volta! Costi quello che costi.

Un altro aspetto delle attività di un Comune sono le CONSULENZE ESTERNE. Se sarò Sindaco non sarà più chiesta, e quindi pagata con i Vostri soldi,  una sola consulenza esterna. Il Comune di Orvieto dispone già di ottimi impiegati, professionisti e tecnici, che ricevono uno stipendio proprio perché sanno risolvere tutte le situazioni nell'ambito delle loro competenze.

L'ORDINARIA AMMINISTRAZIONE - Strade, ponti, case, scuole, sanità, traffico, restauri,  ecc. costituiscono la possibilità di interventi di vario tipo, necessari continuamente in una Città non solo antica, ma moderna perché abitata da Persone Viventi con le loro urgenze. Quindi ovviamente è sempre ordinaria e straordinaria amministrazione, e non soltanto quando c'è una  campagna elettorale.

E qui si potrebbe anche finire. Ma partiamo da una constatazione che poi è sotto gli occhi di tutti, che il 90 % di ciò che c'è da fare, sia in campo nazionale che comunale,  ha una soluzione pressoché obbligata nel 90% dei casi. In Italia o a Orvieto, siamo parte di un tutto. Il teatro politico maggioranza-opposizione è omologato in quella che si può chiamare la democrazia obbligata e coercitiva:"Vota e crepa! dopodiché, la parte di protagonisti la facciamo noi, che siamo gli Esperti".

Ma se Voi parlate così, o in buona parte così pensate, Voi siete l'Impero! Ma noi, i ventimila di Orvieto, noi non siamo ancora morti! E Ve lo faremo sapere il giorno delle elezioni.

Un ultima annotazione, sull'iniziativa privata di chiunque volesse averla e avesse già qualche progetto preciso. Se sarò Sindaco, qualsiasi iniziativa di grande respiro economico, anche se non apparisse"seria" agli intellettuali schizzinosi, è la  benvenuta!

Io non sono nè Parroco né Maresciallo dei Carabinieri, perché tante volte queste attività sono anche più difficili che fare il sindaco. Ma se sarò Sindaco, e per questo specifico argomento, cioè l'iniziativa individuale e privata, soltanto Sindaco, appoggerò chiunque voglia fare qualche cosa di nuovo, e va da sé, nel rispetto delle leggi vigenti, e di un'altra legge, questa non scritta, che si chiama la ragionevolezza.

Queste sono le proposte, né di"centro" né di"destra" né di"sinistra". Che però hanno l'ambizione di essere non solo centrali, ma di CENTRO  ATTACCO. Eccola la targa! Per chi chiede la targa per bisogno di identificare, e troppo spesso per credere di riuscire a identificarsi. Termino con i normali  cordiali saluti, e mi scuso se Vi ho annoiato. Ma se non fosse stato così, vi prego di farmelo sapere. Un certa solitudine è necessaria per meglio studiare e poi tentare di fare la cose che ci interessano, ma per le altre più ampiamente politiche è necessario essere molti di più. Una squadra di calcio ha undici giocatori, ma è soltanto il gioco del pallone. Per la serietà della politica che vuol dire le nostre vite, la squadra Orvieto di giocatori non ne ha e non ne  vuole avere soltanto poche decine, ma VENTIMILA.

 

Contro il finanziamento pubblico dei partiti (cioè a Vostre spese), la lista civica"ORVIETO CAPITALE" non  chiederà allo Stato (che siete Voi) il rimborso delle proprie spese elettorali.

 

IMPORTANTISSIMO! abbiamo costituito un gruppo di ascolto, che vuol dire ascoltare cosa pensate di questa lista civica e del suo programma. Perciò appena avrete ricevuto questo foglio (spedito in 10.000 copie a tutte le famiglie) un gruppo di incaricati telefonerà a Voi tutti (cento numeri telefonici ciascuno), sperando di non disturbarVi, per sentire la Vostra opinione e i Vostri suggerimenti.

Se qualcuno è interessato a conoscerci direttamente, che è la cosa più importante e necessaria di tutte, per organizzare incontri, per suggerire proposte, per chiedere chiarificazioni, specialmente chi sta nelle frazioni, può telefonarci.

 

Indirizzo: Gian Paolo  Aceto - ORVIETO CAPITALE

               Loc. San Faustino, 30 -  Orvieto

              Tel. 0763  215310 

 

 

Pubblicato il: 13/05/2004

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