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Intervista alla dottoressa Margherita Bergamini da www.salute-ambiente. Foto e notizie che raccontano un mondo

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Intervista alla dottoressa Margherita Bergamini, che ha diretto lo scavo dello Scoppieto.

Da www.salute -ambiente.it

Nuovi contributi vanno ad arricchire le conoscenze, non solo storiche ma soprattutto commerciali ed economiche di un territorio caratterizzato da presenze archeologiche di ogni epoca.Presenze che testimoniano una continuità di insediamento fin dall'età del bronzo e dovute senz'altro alla vicinanza del fiume e all'importanza che ne deriva al territorio.Ne parliamo con Margherita Bergamini, direttrice dello scavo archeologico nel sito di Scoppieto e curatrice dell'antiquarium che ne raccoglie i risultati.

A quale periodo risalgono le prime testimonianze archeologiche in questo tratto del Tevere?
Il territorio posto sulla sponda sinistra del Tevere attualmente compreso entro i confini del Comune di Baschi è abitato da tempi molto antichi.Tralasciando le notizie non documentate scientificamente di attestazioni di vita riferibile al neolitico, la più antica testimonianza archeologica risale all'età del Bronzo recente (IX sec. a.C.) ed è rappresentata da un'ascia del tipo ad alette conservata a Roma nel Museo Nazio nale Preistorico Etnografico "L.Pigorim", della quale tuttavia non si conosce l'esatto luogo di rinvenimento. Testi monianze più ricche attestano l'esistenza di un insedia mento già strutturato a partire dal VII sec.a.C. Mentre per quanto riguarda i secoli successivi abbiamo scarse attestazioni di insediamento; è in età romana che si ebbe lo sviluppo più signi-ficativo della zona ed è a questa fase che si riferisce la documentazione archeologica più abbondante. Le notizie di rinvenimenti interessano in particolare la zona lungo il Tevere, dove le facilitazioni offerte dalla comoda via fluviale favorirono l'insediamento di ville rustiche. La zona in età romana rientrava nel territorio di competenza di Todi, Colonia Julia Tuder, che, come sappiamo, era assai vasto, estendendosi da Collepepe a nord, fino a Guardea a sud, dai Monti Martani a est al corso del Tevere a ovest.

Quali sono le testimonianze più importanti relative a questa fase?

Un insediamento romano di una certa entità dovette interessare il centro di Civitella del Lago, in cui si ha notizia, dai documenti d'archivio del 1700, di numerosi rinvenimenti sporadici di bronzetti, lapidi funerarie, monete, elementi marmorei, sigilli, della maggior parte dei quali non si conosce la collocazione. Molto importante è il rinvenimento verificatosi in Loc. Molinaccio attribuito a Baschi dalla bibliografia scientifica; qui venne scoperta nel 1719 una tavola di bronzo attualmente conservata nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli, contenente parte delle disposizioni in merito agli onori tributati dopo la morte a Germanico, figlio di Druso Maggiore adottato dall'imperatore Tiberio. Altre testimonianze sono emerse in Loc. Le Macee, dove è ipotizzabile l'esistenza di un abitato e di due necropoli poco distanti l'una dall'altra, una di età romana e l'altra più tarda, di età barbarica, che, per la presenza sulle tegole di copertura delle sepolture di bolli di Teo-dorico e Atalarico, è databile al V-VI sec.d.C.

Quali sono le peculiarità del complesso archeologico di Scoppieto?
Alcuni anni fa, è stata da me individuata, nei pressi del piccolo centro abitato di Scoppieto la presenza di un insediamento produttivo della prima età romana imperiale attualmente in corso di scavo da parte dell'Università degli Studi di Perugia, Dipartimento di scienze storiche dell'antichità. Si tratta di un complesso produttivo di ceramiche fini da mensa, cosiddetta "terra sigillata", con cui venivano prodotti servizi di piatti, tazzine, ciotole anche decorate a matrice, di colore rosso corallino, e di lucerne, che fu attivo per tutto il I sec. d.C. Dallo studio delle forme dei piatti presenti e dei tipi di bollo usati, e come confer-mano le monete e le lucerne rinvenutesi deduce che la fabbrica di Scoppieto venne impiantata in età augustea da due mastri vasai, e che continuò a lavorare fino al 70-80 d.C. e forse oltre. La presenza dei loro prodotti in contesti di età flavia e domizianea di Roma di Ostia fornisce il dato cronologico più basso.

Quali furono i motivi che portarono ad un insediamento in questa zona?
La zona possedeva tutti i requisiti necessari per far funzionare una fornace: innanzitutto l'argilla di ottima qua-lità, il legna-me (tuttora vi sono estesi boschi negli immediati din-torni) e poi l'acqua (ancora sono presenti pozzi ali-mentati da acqua di vena); la vicinanza alla via di comunicazione fluviale fu poi l'elemento determinante. E' noto infatti che la via fluviale fu ampiamente preferita dai Romani ai costosi trasporti per terra. Della zona in questione, infatti, essa rappresentava certamente il mezzo di comunicazione più semplice del quale la fabbrica di Scoppieto si serviva, come appare evidente dai ritrovamenti dei prodotti "firmati" nelle ville romane dell'Umbria meridionale, a Roma, a Ostia, a Cagliari e nelle principali città della costa settentrio-nale dell'Africa: Cherchel, Costantina, Cartagine, fino ad Alessandria di Egitto.

Che cosa si conosce degli scambi commerciali di questo territorio?

Nella prima età imperiale venne raggiunta la maggiore espansione dei commerci italici nel bacino del Mediterraneo; le zone della costa africana maggiormente raggiunte dai prodotti di terra sigillata italica furono quelle corrispondenti alle attuali Tunisia, Algeria Tripolitania e furono rari quelli che arrivarono più ad est. L'individuazione di questo complesso fornisce quindi un notevole contributo di tipo storico-economico per la cono-scenza della zona, nota per la presenza in età romana di ricche ville.

Quali sono i risultati delle campagne di scavo?
Lo scavo è iniziato nel settembre del 1995 su regolare concessione del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali e l'area finora indagata, ha un'estensione di circa 1000 metri quadrati, ma le dimensioni dell'insediamento non sono ancora definibili. Sono stati riportati alla luce otto vani divisi in due settori paralleli, che si svi-luppano in senso nord-sud e inoltre la fornace e le vasche di decantazione. Sono stati identificati due perio-di di occupazione: il primo è quello relativo all'attività produttiva del complesso e si data dagli ultimi anni del I sec. a.C. all'80-90 d.C., al quale segue una fase di abitazione che prosegue fino alla metà circa del II sec.d.C.Il secondo periodo inizia nei primi anni del IV sec. d.C. e si conclude negli ultimi anni dello stesso secolo. L'elemento più tardo rinvenuto fino ad ora è una moneta di Teodosio I che si data tra il 383 e il 387 d.C.

Attraverso quali canali vengono divulgati gli esiti delle ricerche?
I risultati dello scavo archeologico di Scoppieto hanno offerto lo spunto per l'elaborazione di un progetto di allestimento di un Antiquanum che, finanziato con fondi comunitari è attualmente ubicato nel Palazzo Comunale di Baschi, dove occupa il piano terra e i locali posti nel piano interrato.Si tratta di un piccolo museo con scopo prettamen-te didattico volto ad evidenziare, attraverso pannelli illustrativi, distribuiti lungo tutto il percorso espositivo, le emergenze archeologiche in tutto il territorio del Comu-ne, con particolare riguardo al complesso produttivo di Scoppieto e alle sue produzioni, che, come si è detto, interessarono vasellame fine da mensa, lucerne (che rap-presentavano i comuni strumenti per l'illuminazione), vasellame da cucina e laterizi . I reperti più significativi rinvenuti nello scavo di Scoppieto sono stati esposti nelle vetrine del'antiquarium che si arricchirà di nuove con l'avanzamento dello stadio delle ricerche e degli interventi di restauro sui reperti.

Pubblicato il: 15/01/2003

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