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Un polo tecnologico nel futuro della Piave. Cambia il volto dell'ex Caserma

Ieri mattina in Comune la firma, nero su bianco, sulla sottoscrizione del preliminare d'intesa per la realizzazione del polo tecnologico che troverà spazio al suo interno
Polo tecnologico. Intervengono Cimicchi e Barbabella

Economia

foto di copertina

di Simona Coccimiglio

Un polo di ricerca e sperimentazione per lo sviluppo della conoscenza e della tecnologia nel settore delle comunicazioni mobili.

La Piave cambia volto.

Sull' hi - tech si gioca il suo futuro.

Ed in sostanza anche quello della città.

Ieri mattina in Comune la firma, nero su bianco, sulla sottoscrizione del preliminare d'intesa per la realizzazione del polo tecnologico che troverà spazio al suo interno.

Dodici i "soggetti", pubblici e privati, firmatari del progetto. "Risorse per Orvieto spa", la società a cui è stata affidata la gestione dell'immenso patrimonio immobiliare, l'Università di Perugia, il Centro radioelettrico sperimentale "Guglielmo Marconi" (Cresm) - che trasferirà ad Orvieto la sua sede di Trieste -, il Centro di ricerche sulle tecnologie avanzate per la radiofrequenza e l'ottica (Cetra) - consorzio promosso dalla Facoltà di Ingegneria dell'Ateneo perugino - Electrosys srl, Kelyan Lab spa, Link srl, Tidysoft srl, Orvieto Lab spa, il Comune di Orvieto ed il Consorzio Crescendo.

Ricerca, sviluppo della conoscenza e della tecnologia nel settore della Information Communication Tecnology (ICT).

Nel solco di uno sviluppo in ambito tecnologico da tempo avviato, gli insediamenti industriali operanti sul territorio e la presenza sulla Rupe di un corso di laurea in Ingegneria Informatica e delle Telecomunicazioni dimostrano inequivocabilmente i risultati raggiunti, Orvieto muove i primi passi nel futuro.

Pronta a giocare degnamente la sua partita nei grandi processi di innovazione del mondo contemporaneo.

La sfida è impegnativa, ma i numeri per vincerla ci sono tutti.

Un'arma importante a disposizione di Franco Raimondo Barbabella, il presidente di Risorse per Orvieto.

La sinergia, di intenti, capacità, conoscenze, con soggetti che operano in ambito locale e regionale.

Una sinergia che lo stesso presidente aveva auspicato nella fase iniziale del suo lavoro, e che si è realizzata attraverso la "programmazione - dichiarava il presidente a pochi giorni dopo la sua nomina - di incontri con una serie di soggetti sociali ed economici pronti a mettere a disposizione le loro competenze".

Un legame col territorio attraverso l'assenso al progetto di riconosciute realtà imprenditoriali.

Electrosys, leader da anni nel settore degli elettromontaggi a livello nazionale e internazionale, Kelyan Lab e Orvieto Lab che hanno offerto scuole di formazione interne, progettualità, capacità di ricerca e innovazione.

Il Consorzio Crescendo, ente strumentale dello stesso Comune, che potrà supportare l'iniziativa in termini di coordinamento delle attività e disponibilità degli spazi.

Ma nel progetto del polo tecnologico avranno spazio anche importanti soggetti che operano in ambito regionale.

Primo fra tutti l'ateneo perugino rappresentato dal professor Sorrentino, docente presso il Centro Studi di Orvieto nel Corso di laurea in Ingegneria delle Telecomunicazioni, e rappresentante del Consorzio Cetra e del Centro di ricerca Cresm.

E se quella del polo tecnologico rimane una delle idee guida del progetto di valorizzazione dell'ex Caserma Piave altre idee rimangono sul piatto della bilancia in mano a Barbabella e al Cda di "Risorse per Orvieto".

Per esempio la realizzazione di un campus nel quale ricavare 180 mini appartamenti da destinare agli studenti del Centro Studi e 20 a disposizione degli insegnanti.

Poi l'attivazione di corsi di laurea in materie scientifiche all'interno della Piave e la previsione di spazi idonei per le attività commerciali e di pubblico esercizio all'interno della stessa struttura.

Le idee per la riconversione dell'ex Caserma sono tante.

Un mosaico di progetti destinato a cambiare il volto, non solo dell'immensa struttura che ha fatto per lungo tempo la storia di Orvieto, ma dell'intera città.

E giuramenti, addestramenti, marce e tiri al poligono sono solo un lontano e nostalgico ricordo.

Pubblicato il: 06/05/2004

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