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La ricetta dell'avvocato Manlio Morcella

'La Casa della Libertà non può e non deve chiudersi in se stessa ma deve contribuire, con tutte le altre forze che sono rappresentate da liste autonome e mirano seriamente all'alternativa, ad ampliare il fronte degli oppositori del 'vecchio regime'

Politica

di Stefania Tomba

Dalla girandola di nomi dei presunti o possibili candidati della Casa della Libertà, nottetempo sembrerebbe uscito quello dell'avvocato Luca Giardini.

Non avrebbe nulla da eccepire l'avvocato Manlio Morcella, sollecitato sull'argomento come iscritto a FI, nonché presidente del circolo di Terni.

"È nome che può andare bene - puntualizza - come può andare bene qualsiasi altro che sia espressione del Polo e sia in grado di garantire compattezza nella coalizione".

Primo punto fermo nella strategia prelettorale secondo Morcella è proprio l'unità di FI, della quale peraltro si dichiara certo, e la compattezza della Casa della Libertà.

Di qui l'auspicio è quello di arrivare ad individuare il candidato che meglio degli altri possa farsi garante di questa coesione.

"È tempo di uscire da tradizionali schemi umorali ed affidarsi a riscontri oggettivi - propone - per questo i sondaggi rappresentano gli strumenti ideali attraverso cui identificare la persona giusta".

La necessità di un'alleanza trasversale per Orvieto è l'altro punto focale su cui deve concentrarsi la strategia del Polo.

"La Casa della Libertà non può e non deve chiudersi in se stessa ma deve contribuire, con tutte le altre forze che sono rappresentate da liste autonome e mirano seriamente all'alternativa, ad ampliare il fronte degli oppositori del "vecchio regime".

Questo sarà possibile solo attraverso la stesura di programmi che per il loro contenuto assicurino una larga convergenza".

Massima compattezza e apertura, dunque, anche "verso quelle liste che nascono dalla sinistra ma, proprio perché dissidenti, a sinistra non dovrebbero restare, ma dimostrare pubblicamente e preventivamente la volontà di divenire oppositori reali, collaborando con chi vuole l'alternativa.

I voti del Polo non possono andare a chi non abbia ancora reciso irreversibilmente i legami con lo schieramento che ha gestito la città fino a questo momento.

Qualora non fosse possibile arrivare ad un'ampia alleanza in questa prima fase, la convergenza dei programmi consentirebbe in un'eventuale fase di ballottaggio di poter stringere le forze sotto l'insegna di quel candidato che avesse ottenuto più voti".

Sull'ipotesi Giardini, intanto, Antonio Barberani, coordinatore di FI, fa sapere che "è un carissimo amico ed una persona che apprezzo ma, altrettanto, è un'ipotesi politica che non è mai stata discussa".

Pubblicato il: 10/04/2004

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