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Droga, disoccupazione e usura minacciano Orvieto

Il saluto ala città di Carlo Dibello. Il sostituto procuratore si congeda dalla città che lo ha visto occuparsi di alcuni tra i casi più delicati sui quali abbia lavorato negli ultimi anni la Procura della Repubblica.

Cronaca

di Simona Coccimiglio

Gli orvietani fanno quadrato intorno alla Rupe contro l'usura.

Un fenomeno inquietante che rischia di attecchire anche ad Orvieto, sebbene non attraverso l'attività di bande organizzate.

Casi singoli che, pur non avendo capacità di espandersi, fanno dell'usura una realtà in qualche misura percepibile nella città del Duomo.

Ad affermarlo è il sostituto procuratore Carlo Dibello nel giorno del suo saluto alla città che lo ha visto occuparsi di alcuni tra i casi più delicati sui quali abbia lavorato negli ultimi anni la Procura della Repubblica.

Dibello è in procinto di lasciare il palazzo di giustizia orvietano, per essere trasferito alla Corte d'appello di Bari.

Il bilancio della mia attività giudiziaria ad Orvieto è più che positivo,afferma il sostituto procuratore visibilmente emozionato

Ho potuto verificare in questi anni quanto il tessuto sociale orvietano sia capace di resistere a certi fenomeni che hanno fatto breccia in altri realtà urbane.

Disporre di una maglia sociale che consente di respingere ogni tentativo di infiltrazione è un punto di forza che la città può vantare insieme alla sua storia e alle sue tradizioni".

Gratificato da quattro anni di brillante attività giudiziaria Dibello tira le somme, offrendo una fotografia della città da cui emergono segnali preoccupanti.

Benché non ci siano stati grandi fatti di allarme sociale, Orvieto lancia forti segnali di disagio".

Droga, mancanza di occupazione, disagio sociale fra i giovani, usura.

Da un osservatorio privilegiato della città, consentitogli dal suo ruolo, Dibello individua gli allarmi sociali più incombenti su Orvieto.

L'uso di sostanze stupefacenti è frequente, soprattutto fra i ragazzi orvietani - continua il magistrato - e non si tratta di un caso se si pensa che la Rupe dista pochi chilometri da nodi strategici per il mercato della droga.

Una deriva percorsa dai giovani a caccia di un surrogato per potersi sostenere a livello psicologico, soprattutto laddove la famiglia, lo Stato e le istituzioni non sono presenti".

Secondo Dibello Orvieto dovrà presto fare i conti con questi due fenomeni a cui rischia di aggiungersi quello dell'usura.

Lascio questa città, con una notevole punta di rammarico. Ho cercato di viverla più che potevo per capirne ogni risvolto.

Ho tanti amici qui, conclude il magistrato, e lo dico senza paura di smentita".

Quello di Dibello è un saluto caloroso e sentito che profuma però di un benaugurante arrivederci

Desidero tornare presto in forza al tribunale di Orvieto. La prossima volta però da dirigente".


Pubblicato il: 07/04/2004

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